C’entrano la mancanza di cibo e generi di prima necessità, l’embargo statunitense e molte responsabilità del governo cubano. Responsabilità diffuse.
Ora il Popolo protesta
Per la prima volta in quasi trent’anni, e sono decisamente – queste proteste – le più ampie e partecipate da quando nel 1959 i rivoluzionari guidati da Fidel Castro conquistarono il paese. Le manifestazioni sono cominciate nella tarda mattinata di domenica scorsa a San Antonio de Los Baños, una cittadina a circa 25 chilometri a sud della capitale L’Avana, e nel giro di poco si sono estese a tutte le principali città cubane. Gridando slogan come “Libertà!” e “Patria e vita!” (che è il verso di una canzone di protesta che prende in giro il famoso slogan castrista “Patria o morte”), i manifestanti hanno chiesto le dimissioni del governo del presidente Miguel Díaz-Canel. Hanno inoltre protestato contro la grave crisi economica, a causa della quale sull’isola mancano cibo e generi di prima necessità, e contro la cattiva gestione della pandemia da coronavirus.