Di quella terribile stagione molti portano sulle loro pelle e nei loro spiriti segni e ferite profonde. Che adesso alcuni di loro, indipendentemente dalla parte per cui hanno lottato, possano usufruire di un beneficio previsto da una legge dello Stato, non mi scandalizza né mi indigna.
Ovviamente lo stesso discorso vale per un ex “terrorista nero” o presunto tale.
Qualsiasi reato abbia commesso la Saraceni o gli atri due terroristi oggi saliti alla ribalta dei media, in un’ottica di “guerra ideologica e totalizzante” (quale quella vissuta in Italia per quasi un ventennio) non vi era spazio per “vittime o cittadini inermi o innocenti”.
Gli “obiettivi” – mi si permetta il crudo termine – da abbattere erano ritenuti “funzionali” e da eliminare per giungere alla “vittoria finale”.
Si può approvare o meno tale “logica” ma questo vi era alla base del terrorismo sovversivo di stampo marxista-leninista. Daltronde ogni rivoluzione – anche quelle cosiddette “di destra – ha messo in conto i cosiddetti “danni collaterali”.
E, tornando alla Saraceni, se non le si vuole dare il reddito di cittadinanza cui ha diritto, si cambi la legge estendendo la platea degli esclusi ai condannati per reati gravi, quali ad esempio l’omicidio o in complicità in omicidio. Ma chissà poi quanta gentaglia condannata per turpi reati gode del reddito di cittadinanza.
Tale fatterello non era il caso “godesse” di tale pubblicità. Ma una volta “pompato” il caso, non seguo le facili indignazioni di chi non ha mai rischiato nulla per le proprie idee o di quei spiriti borghesi che nessuna idea o ideale hanno se non il fare soldi o carriera (a qualsiasi costo e accettando qualsiasi compromesso).
Al pensiero di Antonio Arena, estremo, provocatorio e condivisibile, aggiungiamo però la condanna al dire di gente come Raimondo Etro, condannato per concorso nel sequestro Moro si permette addirittura di insultare e minacciare chi, come il Secolo d’Italia, dissente e denuncia l’uso del reddito di cittadinanza per gli ex terroristi.
“L’ex terrorista – dice Francesco Lollobrigida di Fratelli d’Italia, tra le poche voce che si sono levate in favore di Storace edel suo Giornale – Il Secolo d’Italia – – al di là delle ridicole offese rivolte alla testata giornalistica, ha infatti scritto questo delirante e gravissimo post: “Per farvi contenti rinuncerò al Reddito e andrò a fare una rapina così potrete infierire a ragione”. Inaccettabile e assolutamente vergognoso”.
Per Fratelli d’Italia ora è urgente porre rimedio a questa assurdità: si pensi subito a una norma che corregga questo scempio per impedire a simili personaggi di continuare a oltraggiare lo Stato, gli italiani perbene e i familiari delle loro vittime.