PUNTO DI VISTA – La Piramide delle Religioni di Patti: Arte Divina o Discarica?
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PUNTO DI VISTA – La Piramide delle Religioni di Patti: Arte Divina o Discarica?

di Franco Zanghì

riceviamo e pubblichiamo

Quando l’arte incontra la politica, le piramidi volano via

Un’opera d’arte amata e odiata viene smantellata e gettata via: l’epica saga della Piramide delle Religioni

 A Patti la tranquillità è stata spezzata da un evento epico degno di un romanzo di avventura: la rimozione della famosa, o famigerata, Piramide delle Religioni. Realizzata nel 2014 dal Prof. Pizzardi, maestro delle arti e paladino dell’estetica, la scultura era diventata il simbolo della piazza principale, se non addirittura della civiltà umana intera.

Il professor Pizzardi, tra una lezione di arte e l’altra, aveva radunato un gruppo di giovani talenti per creare questa piramide rivestita di lastre di rame. Le lastre, scolpite a bassorilievo, raffiguravano tutte le religioni conosciute, con una passione e una dedizione tali da far impallidire persino Michelangelo. Finanziata da un progetto PON dell’Unione Europea, l’opera era stata accolta con gioia dall’allora sindaco Mauro Aquino, che la installò nella piazza principale, sotto gli occhi ammirati (e talvolta perplessi) di residenti e turisti.

Ma si sa, non si può piacere a tutti. Alcuni cittadini, probabilmente studiosi segreti di geometria sacra e complottismo, videro nella piramide un oscuro simbolo massonico. Altri, più pragmatici, la trovavano semplicemente brutta, una sorta di obelisco deforme nel cuore della città.

Il vero colpo di scena è arrivato con l’elezione del nuovo sindaco, Carmelo Gianluca Bonsignore, nel 2021.

Uomo d’azione (sic!) e di gusti molto specifici, Bonsignore ha deciso che era tempo di liberare la piazza dalla Piramide delle Religioni. Quale miglior luogo per una così pregiata opera se non la discarica comunale, pardon, il “deposito comunale”?

I cittadini, che ormai avevano sviluppato una sindrome di Stoccolma nei confronti della piramide, sono rimasti attoniti.

Anche coloro che avrebbero preferito un “arbusto” o una statua della patrona Santa Febronia si sono trovati spaesati senza il loro punto di riferimento artistico.

L’assessore Di Santo, incaricato della rimozione, ha fornito spiegazioni variegate e pittoresche: la piramide necessitava di manutenzione perché era stata colonizzata dalle tarme, era pericolosa perché i bambini potevano arrampicarsi e rovinarla e, ciliegina sulla torta, lo spazio mi serve perché nella Giornata dell’Albero, al posto della piramide, pianterò un arbusto!

Il povero Prof. Pizzardi, contattato per commentare l’accaduto, è apparso amareggiato.

Sperava che l’opera fosse restituita per donarla a uno dei comuni del circondario, che a quanto pare hanno una spiccata passione per le piramidi di rame, ma sembra che il comune abbia optato per un ricco rigattiere e vendere il rame per rimpinguare le povere casse comunali.

Intanto il prof. Pizzardi e i suoi apprendisti sono stati ricevuti da un sindaco (per la precisione una sindaca) di grande cultura di un paesino dei Nebrodi  che li ha accolti a braccia aperte per chiedere che i resti della piramide demolita vengano installati nel centro del paese, trasformandoli in un monumento alla resistenza e alla creatività, ma non è stato ancora chiarito se il Comune di Patti vorrà restituirla perché il rame è attualmente quotato  $8,00 a libra e per la piramide ne è stato utilizzato 123 libbre e anzi, sembra che al comune  stiano predisponendo una domanda da inviare alla frizzante Preside Buda per chiedere se dalla lavorazione siano rimasti scarti non utilizzati, con preguire di non dire niente a quelli del PON.

La saga della Piramide delle Religioni sembra destinata a continuare, tra colpi di scena e battaglie burocratiche.

Chissà se un giorno vedremo l’opera risorgere in un luogo più apprezzato, come una fenice d’arte moderna oppure sarà trasformata in padelle?

Fino ad allora, i cittadini di Patti dovranno accontentarsi di un arbusto per la Giornata Mondiale dell’Albero.

franco_zangh

Ovviamente la redazione resta disponibile a pubblicare altri punti di vista sull’argomento (rettifiche, puntualizzazioni….) anche diametralmente opposti a quelli di Zanghì.

10 Giugno 2024

Autore:

redazione


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