E’ sotto gli occhi di tutti il danno che può produrre uno “stregone” al potere che ha saltato la faticosa fase della formazione e che, forte solo del consenso elettorale, sta usando il poter statale degli Usa come una clava per destabilizzare il mondo.
di Giovanni Frazzica
Probabilmente ci sarà un tempo, non si sa quanto prossimo, in cui si raggiungeranno nuovi equilibri e, alla disastrosa volatilità, finanziaria ed economica, subentrerà una nuova fase di stabilità, tuttavia nulla potrà più essere come prima. Nel “durante” infatti moltissimi risparmiatori e operatori in tutto il mondo hanno avuto delle perdite irreparabili, tante Aziende hanno rischiato il fallimento o sono fallite con la conseguente incalcolabile perdita di posti di lavoro.
Questi sono gli effetti evidenti di quanto e successo e sta ancora accadendo, ma la cosa che potrà (purtroppo) avere le conseguenze più gravi non solo nel breve, ma anche nel lungo periodo, è la perdita di fiducia nei confronti degli Stati Uniti.
Questo può significare che Trump, che si era presentato sulla scena internazionale per fare grande l’America ed anche per essere il nuovo paladino dell’Occidente, sembra, a giudicare da queste iniziative scomposte e controproducenti in campo economico, ed anche dalla mancanza di risultati sul fronte delle due guerre in corso, colui che ne accelera il declino. Proprio quel “Tramonto dell’Occidente” che aveva già profetizzato Oswald Spengler nel 1918 e di cui abbiamo visto sintomi evidenti con la lievitazione eccessiva del Brics, con la fuga disordinata (Biden) da Kabul, col silenzio su Gaza e ora con la follia dei dazi. Come a dire: un apprendista stregone ancora acerbo nella stanza dei bottoni in un mondo che resta comunque globalizzato, genera danni a tante persone incolpevoli e può essere propedeutico per guerre non solo economiche.
Ma che colui che sta in un posto di comando debba essere saggio e ben consigliato non è certamente una recente scoperta dell’Intelligenza Artificiale, si è sempre saputo.