PER ARTICOLO UNO, GRAVISSIMA LA CHIUSURA DEL PUNTO NASCITA A SANT’AGATA MILITELLO . SERVE UNA SOLUZIONE PER LE ESIGENZE DI UN TERRITORIO COMPLESSO COME QUELLO NEBROIDEO
La chiusura del punto nascita di Sant’Agata Militello è una notizia gravissima perché colpisce un presidio sanitario strategico. Oltre alla fascia costiera sono, infatti, numerosi i comuni montani dei Nebrodi che avrebbero insostenibili disagi ad accollarsi lunghi spostamenti per essere assistiti in questa delicata prestazione.
È inaccettabile che criteri meramente numerici vengano utilizzati per la riorganizzazione del sistema dei servizi sanitari che dovrebbe invece garantire la tutela del diritto alla salute per tutti i cittadini, secondo un principio di uguaglianza al di là del territorio di riferimento, specie se in condizioni di svantaggio. È più che evidente che l’orografia e il sistema di viabilità dell’area nebroidea intorno a Sant’Agata di Militello rendono imprescindibile la necessità di questo presidio sanitario. Occorre garantire la totale sicurezza delle partorienti e dei nascituri che non può trovare una risposta nell’invio presso il presidio ospedaliero di Patti, che potrebbe essere oltremodo sovraccaricata.
Per tali motivi, la Federazione Provinciale di Articolo Uno di Messina, di concerto con il Coordinamento dei Nebrodi, ha investito il gruppo parlamentare di LeU alla Camera e quello dei Centopassi all’ARS al fine di avviare un’opportuna attività ispettiva per verificare quale proposte operative ed organizzative possono essere messe in atto per salvaguardare la sicurezza dei cittadini e la qualità del lavoro del personale sanitario in forza al punto nascita di Sant’Agata Militello.
Occorre inoltre avviare una iniziativa legislativa per evitare il ripetersi dello smantellamento dei servizi sanitati essenziali. Si tratta di mettere in campo una seria riforma dei criteri posti alla basa della riorganizzazione del sistema dei presidi territoriali che non possono essere sacrificati ad una logica meramente economicistica. Il taglio degli sprechi, che vanno comunque sempre accertati attraverso indicatori multisettoriali, non puoi mai ledere l’universalità e gli standard minimi della sanità pubblica.