di Nino Lo Iacono
Con l’elezione del Presidente e del suo Vice, il Consiglio Comunale di Patti si è ufficialmente insediato.
Il Sindaco ha giurato di rispettare la Costituzione della Repubblica Italiana, iniziando così il suo nuovo mandato. Non capisco perché questo giuramento sia così stringato e non faccia alcun riferimento allo Statuto che regge il Comune, né alle tradizioni locali e ai cittadini che rappresenta.
Francamente, pur essendo il rispetto di tutto questo insito nella striminzita formula, la stessa delude, lascia insoddisfatti. E’ come se il Sindaco, improvvisamente si allontanasse dal cittadino, dal proprio Comune per reggere il quale è stato eletto. Insomma, dopo aver letto quella formula, è come se si fosse collocato fra i politici lontani, irraggiungibili.
Dal punto di vista strettamente politico, dopo aver registrato il rifiuto della minoranza consiliare ad accettare la carica di Vice Presidente, ad occupare la stessa è stata chiamata l’avvocato Carmelina Virzì, eletta nella lista il Centro per Patti, sponsorizzata dal neoforzanovista Saro Sidoti.
Alla Presidenza era stato eletto, poco prima, Nicola Molica, rappresentante della formazione Città e territorio o la così detta lista degli assessori. In questa era candidato anche l’ex assessore Giovanni Franchina che insieme al Molica costituivano il 50% della prima giunta Aquino.
Ufficialmente l’elezione delle due figure istituzionali sono andate bene, ma c’è da registrare un segnale che, se pur apparentemente debole, fa riflettere. Infatti mentre il Presidente ha ricevuto il plenum di 10 voti, al Vice Presidente ne è mancato uno. In compenso due sono stati attribuiti al consigliere Giacomo Prinzi eletto nella lista del candidato Sindaco Nicola Calabria.
Su questo voto mancante, si sono fatte illazioni e supposizioni, sorrisetti e battutacce provenienti non solo dalle file della minoranza ma anche da cittadini attenti alle vicende politiche locali.
Il fatto è stato catalogato fra i brutti presagi o come un brutto inizio per l’amministrazione Aquino.
Se a questo si aggiunge l’insoddisfazione da parte della maggioranza dei rappresentanti della lista “ città e territorio”, la cosa si complica e si ingarbuglia ulteriormente, considerando che la lista del Sidoti ha ottenuto, alla fine, la maggiore gratificazione, essendo rappresentata da due consiglieri, un assessore ed il Vice Presidente del Consiglio. Città e territorio si è dovuta accontentare “soltanto”, si fa per dire, del Presidente del Civico Consesso.
In parole povere la gratificazione non sarebbe stata equa, infatti alla lista Patti nel Cuore o del Sindaco, oltre ad esprimere il primo cittadino è stato attribuito un assessore, Alessia Bonanno, nominata pure Vice Sindaco, oltre ai quattro consiglieri assegnati dal responso elettorale. Di questi faceva parte la Bonanno che, come da accordi, si è dimessa per occupare solo la poltrona in Giunta, cedendo il posto di consigliere a Enza Stroscio, prima dei non eletti.
La lista PDR che fa riferimento all’on. Picciolo, che ha ottenuto due consiglieri, è stata gratificata anche con un assessorato assegnato ad Attilio Scarcella,che ha ceduto il posto in Consiglio al primo dei non eletti Francesco Arrigo.
Alla luce di questi fatti e dell’impegno del Sindaco secondo il quale, in caso di vittoria,a tutte le liste sarebbero state rappresentate nell’esecutivo, ci pare legittima l’insoddisfazione manifestata, fino ad adesso, in maniera garbata e democratica, dalla lista Città e territorio.
Noi non entriamo nel merito politico, ma alcune riflessioni credo siano obbligatorie.
Apprezziamo la coerenza e la correttezza degli Assessori Bonanno e Scarcella, che, onorando l’impegno assunto, una volta avuta la nomina in Giunta, hanno lasciato il posto in Consiglio, consentendo l’ingresso in esso dei primi non eletti delle rispettive liste. Ci lascia invece perplessi la eccessiva gratificazione della lista Il Centro per Patti, tutto sommato ai danni di Città e Territorio, rimasta senza rappresentante in Giunta e senza nuovi ingressi in Consiglio. Non che la Presidenza sia meno importante, ma, dicono gli interessati, tale assegnazione non facesse parte degli impegni politici assunti dal Sindaco al momento della formazione della coalizione, nè può essere considerata un surrogato della carica di Assessore.
Siamo certi che tutto questo avrà ampia giustificazione politica, e che Mauro Aquino abbia già in mente come chiarire le scelte fatte in “variante” agli impegni assunti, e che alla fine, l’interesse della città avrà il sopravvento, come sempre ripete l’ex assessore Giovanni Franchina, rimasto anche lui sui banchi dell’Assemblea Civica.
Non comprendiamo invece come la minoranza, ci piace chiamarla così e non opposizione, abbia rifiutato la Vice Presidenza del Consiglio.
Forse l’avranno giustificata poco gratificante, o forse inutile, o più semplicemente non abbiano, al loro interno, raggiunto l’accordo su chi dovesse assumerla. Adesso si dovranno comporre le Commissioni Consiliari alle cui Presidenze aspireranno in tanti, ma non credo che queste possano essere offerte quale contropartita della vice Presidenza.
Ci è invece sembrato un po’ confuso, anzi morbido, il consigliere Giacomo Prinzi eletto nelle file di Anima Pattese, il cui leader Nicola Calabria, dopo l’imprevisto flop, ha dichiarato che si sarebbe ritirato dalla politica.
Prinzi, nella passata Consiliatura è stato molto attivo e, spesso, aggressivo, non regalando nulla all’amministrazione Aquino.
Questa sua morbidezza nei confronti della nuova Giunta, non sfuggita agli attenti osservatori, è collegabile al ritiro di Calabria? Forse, una volta superata la maretta elettorale, il Prinzi avrebbe intenzione di volgere lo sguardo verso nuovi lidi, cercando un rifugio più duraturo e, perché no, posizioni più comode? D’altronde cinque anni passano presto.
In Democrazia ognuno deve svolgere il proprio compito nel rispetto dei ruoli assegnati dalle urne per fare tutti insieme il bene della collettività.
Le alchimie cui ci ha abituati la politica moderna, non dovrebbero stravolgere ruoli e mansioni. Ogni modifica di impegni e di posizioni deve soltanto guardare al benessere comune e non a quello dei gruppi o dei singoli.
Ora che l’agone politico ha ceduto il passo all’azione, l’augurio è che tutti, maggioranza e minoranza, che non deve essere opposizione sterile ma costruttiva, al di là dei colori e delle bandiere, trovino il giusto ritmo e l’accordo armonioso per rilanciare questo territorio e questa Città.
La riappacificazione degli animi passa anche dalla politica seria, e noi, tutti, compresi i sedici consiglieri, la Giunta, la stampa, gli operatori a vario titolo presenti anche di altre Istituzioni, dobbiamo essere quelle persone che la città si aspetta e pretende: soltanto e semplicemente serie!
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