di Nino Lo Iacono
E’ veramente difficile inseguire i fatti che la cronaca ci sta propinando in questi ultimi giorni.
Accadimenti voluti, cercati, sperati, contestati.
Avvicendamenti di stati sociali, di decisioni personali in contrasto per alcuni con l’etica, per altri con la morale, per altri ancora con la legge. Per altro verso, sostenuti e gridati come conquiste civili, progresso, superamento di limiti e di tabù.
La gente è confusa. Guarda i TG, ascolta commenti, anche i più assurdi. Giustificazioni e condanne la cui genesi sembra surreale. I sostenitori dei cosi detti “diritti civili “ che gridano con bandiere arcobaleno per i due “mammi” o per la coppia di “ babbi” resi tali da una sentenza che ha trovato spazi e dubbie giustificazioni nelle profondità dei vuoti legislativi, nati a seguito della vigliaccheria dei nostri politici.
Prediche ed esaltazione al coraggio di chi ha dimostrato di averlo nel negarsi una vita ormai inutile ed offensiva per lo stesso uomo, o che non ha avuto l’ardire di continuare a viverla pur negli stenti e nel dolore, al par di tanti altri che tale ardire lo dimostrano quotidianamente.
Confusione fra i credenti Cattolici per le dichiarazioni di religiosi di alto rango che pretendono di reinterpretare le parole di Gesù. L’avallo del Papa a queste tesi e i sospetti di una congiura per raddrizzare le ormai tortuose e pericolose vie costruite in questi ultimi quattro anni dalla Chiesta Cattolica Romana.
L’attività della Commissione Antimafia che, in violazione all’art. 18 della Carta Costituzionale, ordina il sequestro degli elenchi dei Massoni regolari Siciliani e Calabresi, in un’atmosfera di caccia alle streghe pari solo a quella esistente ai tempi della Santa inquisizione, non lasciando tregua nemmeno ai morti.
Scandali, furti, truffe delle banche e dei politici. Corrotti, corruttori e collusi insieme per fottere questa Italia ormai derelitta, nella quale i più furbi hanno tracciato la storia di questi ultimi 25 anni. Una confusione nella quale scialacquano coloro che ancora siedono nelle stanze dei bottoni, sugli scanni del potere.
Viscidi leccapiedi, che lungi da essere i paladini delle armonie della nostra lingua, si piegano come giunchi ai capricci di una politica ignorante e perciò arrogante. Un lascivo compiacimento in nome di una indiscussa femminilità degradata in termini insulsi e cacofonici.
Ignoranza e cafonaggine nelle trasmissioni televisive nelle quali tutti gridano contemporaneamente e guadagna più applausi il più cafone, il più triviale, chi pronuncia più volgarità.
Ipocrisia, connivenza e sporchi interessi alla base della politica dell’accoglienza che continua a generare speculatori dei più deboli e bisognosi ed estortori a danno del tollerante popolo Italico.
Da Renzi alla Bindi e, per stare a casa nostra, da Crocetta al dimissionario Miccichè, tutti uniti nel cercare i colpevoli delle loro inefficienze, di una incapacità dimostrata con il ritmo dei fuochi d’artificio, nel disperato accanimento di chi ormai sa di trovarsi sull’orlo del precipizio con una spada rotta in pugno.
Incapaci e vili, fanfaroni e buffoni, demagoghi e ruffiani, uniti nel tentativo di convincerci a lasciarci depilare gli ultimi residui di una virilità, il cui ricordo è ormai relegato nella storia a quel lunedì di Pasqua del 1282.
Nemmeno le vicende dell’ultimo conflitto mondiale possono essere equiparate a quell’episodio conosciuto come i Vespri Siciliani, perché i partiti politici hanno sconvolto i fatti della riconquistata libertà attribuendo ora all’una, ora ad un’altra parte decisivi contributi militari su improbabili disinteressi individuali o partitici. Per anni ci furono nascosti le Foibe e i delitti di tanti così detti partigiani.
Divulgatori di ignoranza e goffaggine anche nelle espressioni artistiche. Ovazioni e sprechi di fiumi di inchiostro per giustificare pitture, sculture e scritti la cui valenza artistica è rintracciabile solo nella tessera di partito. Trituratori di eleganza e di moda rappresentate da capi di vestiario che nessuno indosserebbe mai per il loro orrendo e ridicolo design, anche con quei pantaloni strappati che sembrano gridare come offesa a coloro che non possono permettersi indumenti nuovi.
Questa la sintesi di una corsa disordinata e dissennata verso una libertinaggine, preludio di contrazioni delle libertà fondamentali, anticamera di quell’eccidio morale e spirituale che condurrà alla negazione di ogni dignità, all’eutanasia della vita democratica.
Occorre rimettere in gioco la dignità personale e collettiva di uomini liberi ed onesti aggregando gli animi nobili che, guardandosi negli occhi direttamente e non attraverso l’ingannevole e spesso vile web, sappiano proporsi rigenerando quella fiducia ormai persa nei meandri delle aule giudiziarie di tutta la Penisola Italiana.
Uno scatto d’orgoglio che interessi tutte le persone per bene senza limiti di sesso o di età, di cultura o di professione, tutti insieme armati di vera onestà, per sottrarre l’Italia dalle mani di questi politici ipocriti, demagoghi e scandalosamente depravati.
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