Rosa Maria Testa, ultima in ordine di tempo a presentare la sua candidatura a sindaco di Cefalù, è l’unica donna in una competizione tutta al maschile, una presenza di cui si avvertiva la necessità, anche se Rosa Maria dice non approvare particolarmente le “quote rosa”. Le donne – afferma – dovrebbero trovare spazio in politica perché ne hanno la voglia e le capacità e perché rappresentano l’”altra metà del cielo”, una componente essenziale della vita civile e sociale del nostro Paese.
Medico pediatra, da sempre impegnata nel volontariato e nell’attività sociale, Rosa Maria è in un certo senso figlia d’arte: il padre, Filippo, è stato infatti sindaco di Cefalù alla fine degli anni Settanta, oltre ad aver ricoperto per diverso tempo la carica di segretario conservatore del Museo Mandralisca.
Rosa Maria Testa è sostenuta da un raggruppamento di partiti, ma la sua candidatura è espressa soprattutto dalla società civile: non gruppi di interesse o di pressione – ci tiene a sottolineare – non lobbies, ma semplicemente persone che amano profondamente la loro città e vorrebbero maggiori certezze per il suo futuro.
E sul futuro di Cefalù Rosa Maria ha le idee chiare: il problema non è tanto quello di “cosa fare” – in questo i programmi dei candidati si assomigliano tutti -, ma quello del “come farlo”.
Bisogna innanzitutto – dice – riformare e modernizzare la macchina burocratica e amministrativa, strumento principe per tradurre in pratica le linee-guida del Consiglio e della Giunta comunale. E non si deve mai perdere di vista il grande tema del lavoro, e soprattutto del lavoro stabile e sicuro per i giovani.
Cefalù ha potenzialità enormi in questo campo, ma occorre circoscriverle con chiarezza e lungimiranza e perseguirle con tenacia perché si traducano in certezze per il futuro.
Esigenza primaria è la rinascita culturale di Cefalù, che può tradursi in nuove prospettive per il turismo in direzione di una destagionalizzazione e di valide alternative al turismo balneare.
fonte: pagina facebook del candidato