Lo sciopero degli autotrasportatori che ormai da giorni sta paralizzando l’intera Sicilia, ha sicuramente caratterizzato il dibattito interno ed esterno alle associazioni e ai partiti del nostro territorio regionale.
Il motivo è facilmente individuabile nel fatto che stiamo parlando della regione più grande d’Italia, quale la Sicilia appunto, e delle categorie che rappresentano la spina dorsale dell’economia siciliana.
La situazione che si vive ormai da giorni, ha comunque fatto in modo che tutte le sigle, siano esse partitiche o apartitiche, abbiano una posizione in merito e s’interroghino sulle cause di questo vero e proprio disagio sociale.
Trovare qualcuno che dia torto ai manifestanti è davvero compito arduo; forse può capitare d’imbattersi in qualcuno che reputa i mezzi di protesta troppo radicali e penalizzanti per i cittadini, ma contrari alla protesta proprio no.
In molti si stanno chiedendo se, effettivamente, si è di fronte al risveglio dell’orgoglio, di una terra e di un popolo, per troppo tempo sopito.
Nei social network già si parla di “una primavera siciliana”, c’è addirittura chi riecheggia motti e simboli filoborbonici ed indipendentisti. Però la protesta ha trovato ampi consensi anche in ambienti, culturalmente e politicamente, diversi ma che sposano la causa dei manifestanti in segno di quella stessa responsabilità ed equità nazionale invocata da molti e attuata da pochi.
Ma c’è chi si chiede se il malcontento di queste classi sociali, terminerà una volta ammainate le bandiere e gli striscioni della protesta, come una qualsiasi manifestazione di piazza, perché tanto la piazza ha smesso di contare da un pezzo.
Come contorno a tutto ciò non si non parlare dell’assordante silenzio, esclusa qualche rara eccezione, con cui la gran parte dei media nazionali hanno affrontato la vicenda.
Da tempo però c’è chi rivendica l’attuazione dello Statuto siciliano, identificando proprio nella mancata esecuzione della carta statutaria la causa dei mali della Sicilia.
Il movimento principale, che basa la propria esistenza su questa battaglia è proprio quello dei comitati “La Sicilia ai siciliani per lo Statuto”, che ufficialmente non ha aderito alla sua protesta del Movimento dei Forconi, pur lasciando massima libertà ai propri esponenti di aderirvi singolarmente.
Il motivo di questa mancata adesione non sta certamente nella non condivisione della protesta, bensì nella non rivendicazione dell’attuazione dello Statuto da parte dei manifestanti “sicuramente il fatto che i manifestanti non si siano soffermati sull’attuazione della carta statutaria è il motivo della nostra adesione non ufficiale – ha sottolineato Maurizio Castagna esponente dei comitati – anche se condividiamo il malcontento dei lavoratori però abbiamo lasciato massima libertà ai nostri esponenti di andare a manifestare, come poi di fatto è successo, se qualcuno lo reputasse giusto.
Ma mi sarei focalizzato di più sul fatto che, in caso di attuazione dello Statuto, la benzina i siciliani la pagherebbero non più di un euro al litro ”. In molti si chiedono se questa protesta può essere valutata come una vera e propria “rivolta di popolo” oppure si è davanti ad una rivendicazione di determinate categorie lavorative “personalmente – ha dichiarato Castagna – credi che stiamo assistendo più ad uno sciopero di determinate categorie che sono letteralmente dissanguate dai rincari sulle tasse dei carburanti e dal taglio delle agevolazioni di cui godevano.
Però – continua Castagna- si sarebbe assistito ad una vera e propria rivolta se, invece, si sarebbe andato a manifestare contro le multinazionali, che sono la causa dell’inquinamento e del sottosviluppo della Sicilia”.
A Palermo la protesta ha avuto il merito di far manifestare insieme militanti di estrema destra con quelli dei centri sociali “questo fatto non mi stupisce – ha continuato Castagna – quando si manifesta contro un ordine costituito, in questo caso i governi nazionali e regionali, i movimenti antisistema trovano un obbiettivo comune, mi piacerebbe che quello che è successo a Palermo succedesse anche a Roma”.