“LA CITTA’ DELLE DONNE” 3 – Ylenia Olivo, “Arte, ambiente, riciclo”
Cultura

“LA CITTA’ DELLE DONNE” 3 – Ylenia Olivo, “Arte, ambiente, riciclo”

cittadelle_donne_3“…più che delle cose che ogni giorno vengono fabbricate vendute comprate, l’opulenza di Leonia si misura dalle cose

che ogni giorno vengono buttate via per far posto alle nuove.” Italo Calvino

ylenia_olivoA margine dell’evento “La città delle donne” pubblichiamo l’intervento della dottoressa Ylenia Olivo responsabile del progetto sulle sperimentazioni contemporanee su Arte ambientale e Arte ambientata.

Da decenni, gli scienziati e la parte più attenta della società, hanno individuato l’insorgenza di nuovi fenomeni ambientali su scala planetaria, in grado di modificare gli equilibri che consentono la vita della specie umana, e la necessità di agire in fretta per affrontare le cause che generano quelle situazioni di criticità.

Per la loro stretta connessione con le varie forme d’inquinamento e per le loro modalità di produzione, i “rifiuti” costituiscono senz’ombra di dubbio una delle emergenze ambientali su cui si è focalizzata l’attenzione sociale a livello globale e locale.

L’emergenza rifiuti ormai ci attacca su più fronti: raccolta, separazione, riciclaggio, discarica, modifiche ambientali, igiene, orrore estetico.

Un approccio culturale diverso potrebbe delineare un percorso di fruizione dei beni che spinga l’uomo a un prelievo più attento delle risorse che non possono essere rinnovate dalla natura e alla progettazione di prodotti che siano, con l’ausilio delle moderne tecnologie e di interventi legislativi, capaci di diventare di nuovo beni. 

Da anni si cerca di modificare il concetto di rifiuto, inteso come oggetto che ha terminato la sua funzione, in risorsa. Esiste anche un mercato di alto livello per tutto ciò che è riciclabile, smontabile, riutilizzabile.

Oggetti e materiali inimmaginabili che vengono scambiati, venduti, comprati. Esistono utensili, complementi d’arredo, gioielli ed accessori in genere, fatti esclusivamente con materiali di riciclo: bicchieri di plastica e vasetti di vetro che diventano lampade, tappi di bottiglie utilizzati per realizzare cornici e orologi, buste di plastica che si trasformano in abiti da sera, o ancora, vecchi giocattoli che diventano vere e proprie sculture; tavoli, sedie, divani realizzati con spugna, cartone, metallo, e l’elenco potrebbe continuare all’infinito.

Oggi, tutto ciò che è riciclabile ha letteralmente invaso il campo dell’arte.

Le più grandi fiere internazionali d’arte contemporanea dedicano molta importanza agli artisti che creano opere d’arte con materiali di riciclo; numerose sono in tutta Italia le iniziative legate al tema dell’arte che si sviluppa nelle metropoli e che mette al centro degli studi artistici i rifiuti per una filosofia di ecosostenibilità della società e delle città in cui viviamo.

Il riciclo si realizza in opere di pittura, scultura, collage ed installazioni che, con un ribaltamento di prospettiva e sulla scia di un ormai consolidato filone dell’ arte contemporanea, inaugurato da grandi come Picasso e Rauschenberg, continuato da Burri, Tàpies, Kounellis, fino a Cindy Sherman, recuperano “il rifiuto” e, da materia di scarto, ne fanno materia produttiva e funzionale all’ espressione artistica.

Oggi più che mai, si assiste , quindi, ad un processo che potremmo definire di “materiamorfosi”, e così, rifiuti apparentemente inutili si trasformano in nuove risorse e tutti quei materiali destinati a scomparire chissà dove acquistano nuovamente utilità.

Da qui l’idea di “Arte, Ambiente, Riciclo”, che ha previsto la realizzazione di una installazione  attraverso l’uso di materiale riciclato.

Questa tipologia di intervento, ha dato, nei luoghi e nelle comunità dove è stata implementata, dei risultati straordinari, non solo in termini di arricchimento del contesto ambientale in quanto tale, ma in termini di esperienza estetica e sociale: ma ciò è possibile, ed è questo il caso, solo quando le Istituzioni Pubbliche accolgono, sostenendo con entusiasmo, queste progettualità.

Un’opera che ostenta materiali di recupero impone allo spettatore una riflessione sulle ragioni profonde di tale scelta. L’arte sopravvive, cambiando, sperimentando, adattandosi all’oggi, senza perdere la sua funzione comunicativa, ma divenendo, anzi, mezzo di potenzialità per la costruzione dell’identità culturale, singola o collettiva.

I beni culturali, non solo costituiscono risorse da mantenere e conservare, ma vengono pensati come elementi fondanti la riqualificazione urbana e del paesaggio, insostituibile per la riappropriazione del territorio, per l’attribuzione di senso, per un nuovo contatto di identità tra luogo e comunità sociale.

Non potrebbe essere individuato uso più “progettuale” per i beni culturali, proprio nel promuovere, nel territorio, la specificità contro la colonizzazione ed il degrado, la costruzione dell’identità contro l’anomia e l’indifferenza.

Ylenia Olivo

8 Marzo 2011

Autore:

admin


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