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“RIGOLETTO” A MESSINA – LO DIRIGERÁ HIROFUMI YOSHIDA


 

 

Il maestro giapponese è stato già sul podio del Vittorio Emanuele, l’ultima a maggio 2012 per “La Rondine” di Puccini.

È uno dei maggiori esperti dell’opera verdiana che l’anno scorso ha diretto ben undici volte

Sarà il maestro giapponese Hirofumi Yoshida a dirigere “Rigoletto”, in programma al Vittorio Emanuele il 19, il 21 e il 23 marzo per la stagione musicale dell’Ente Teatro di Messina. Si tratta di un direttore ben noto al pubblico messinese che lo ricorda sul podio dell’Orchestra del Teatro Vittorio Emanuele in occasione de “La Rondine” di Puccini, andata in scena nello scorso maggio con grande successo, e – ancora prima – di un applauditissimo concerto sinfonico. Yoshida è uno dei massimi esperti di “Rigoletto”, basti pensare che nello scorso anno ha diretto l’opera verdiana addirittura undici volte.

Dopo la rinuncia del maestro Antonino Fogliani, oltre a Yoshida, erano stati interpellati anche i maestri Andrea Licata, Carlo Palleschi e Salvatore Percacciolo. Il primo ha rinunciato per motivi personali, gli altri due perché impegnati in questi giorni in altri teatri.

Fortunatamente la direzione artistica dell’Ente Teatro ha trovato libero il maestro Yoshida che, come detto, è particolarmente preparato proprio per quel che riguarda “Rigoletto”.

Yoshida è arrivato a Messina sabato sera e ieri, domenica, ha diretto le prove di canto con l’intero cast.

I cantanti impegnati in questa produzione del Teatro di Messina sono: Domenico Balzani (Rigoletto), Paola Cigna (Gilda), Valter Borin (Duca di Mantova), Maria José Trullu (Maddalena), Francesco Palmieri (Sparafucile), Giuseppe Lo Turco (Conte di Ceprano), Alessandro Vargetto (Conte di Monterone), Daniele Muscolino (Marullo), Giuseppina Lorizio (Giovanna), Chiara Lucchesi (Contessa di Ceprano), Giuseppe Distefano (Matteo Borsa), Francesca Canale (Paggio), Demetrio Marino (Usciere). Regia di Alessio Pizzech, scene e costumi di Guido Fiorato. Il Coro Lirico “Francesco Cilea” sarà diretto da Bruno Tirotta.

 

 

Ma le poleniche non si sono sopite.

La nota dei sindacati.

I Segretari Provinciali di SLC-CGIL, UILCOM-UIL, FIALS-CISAL e S.A.Di.R.S. di Messina, desiderano porre alcune considerazioni in merito alle dichiarazioni che la Dirigenza dell’Ente Teatro ed il suo Direttore Artistico, per la sezione di musica, hanno di recente pubblicato.

Siamo certi che il bianco non  può diventare nero, per usare due frasi lette di recente, e siamo altrettanto certi di chi siano i veri galantuomini al Teatro. Lo sono i lavoratori in organico che da anni, 26 per l’esattezza, attendono di essere inquadrati nei ruoli di competenza.

Sono galantuomini i dipendenti in organico così come quelli stagionali ed a tempo determinato che, in questo caos gestionale, trovano ancora la voglia di continuare a portare avanti il proprio lavoro con serietà e professionalità, anche se non adeguatamente retribuito, restando sempre in attesa di una pianta organica che garantisca il loro futuro.

Sono galantuomini i professori d’orchestra che, pur in presenza di una legge regionale che dovrebbe stabilizzarli, sono costretti a cercare un lavoro altrove e per questo criticati ed osteggiati dalla dirigenza dell’Ente.

Sono dei galantuomini tutti i titolari delle ditte che, da più di un anno, aspettano il pagamento delle fatture, pur sapendo che, solo per incapacità dei dirigenti del teatro che presentano i bilanci con tre anni di ritardo, non possono ancora disporre dei propri soldi.

Sono galantuomini i responsabili delle compagnie e gli artisti, che aspettano i pagamenti da oltre una stagione, e nel contempo apprendono che il sovrintendente mette all’incasso le proprie spettanze in arretrato, piuttosto che pagare le loro fatture.

Nella diatriba tra l’Ente ed il Maestro Fogliani, il portavoce del Teatro faceva una riflessione sui professori d’orchestra che fossero eventualmente costretti a rinunciare a Rigoletto perché lavorano altrove e scriveva  “l’occasione appare buona, anzi molto interessante, per fare spazio e consentire esperienza ad altri musicisti, al momento completamente senza lavoro e sicuramente bravi e preparati, nelle file dell’Orchestra del Teatro”.

Come Organizzazioni Sindacali siamo perfettamente d’accordo su questa posizione, specialmente in un periodo in cui la disoccupazione, quella giovanile in particolare, è cresciuta in maniera vertiginosa. Dovremmo auspicare, tutti, maggiore moralità e coerenza per chi ha già un lavoro, o un reddito, per lasciare spazio a chi è senza occupazione.

Ci risulta però alquanto difficile comprendere come questi nobili concetti, espressi a vario titolo dai responsabili del Vittorio, valgano solo per altri.

Ci ha stuzzicato la riflessione il leggere i vari curriculum, e le relative contribuzioni, di alcuni consulenti esterni al Teatro; questi dati sono pubblici e ampiamente consultabili nel link che riportiamo http://www.teatrodimessina.it/htmver/testo.asp?idnews=94 .

Ci chiediamo se possiamo definire galantuomini chi al teatro pontifica affermando di operare bene quando,  al contrario, razzola male?

Perché allora, non inizia a “fare spazio” il Sovrintendente del Vittorio che percepisce già una pensione da ex-professore universitario? Egli riceve, da oltre 11 anni, lo stipendio per il ruolo che riveste al teatro, non tenendo conto che ci sono molti giovani artisti e professionisti che hanno le competenze per quel ruolo, che sono disoccupati e che magari non hanno un padrino che li supporta e tutela.

L’addetto stampa del Vittorio potrebbe “fare spazio” , dato che percepisce già una adeguata pensione per il suo precedente lavoro di giornalista. Anch’egli, da anni, occupa un posto cosiddetto sicuro, a dispetto dei tanti giovani e bravi giornalisti messinesi che, per sbancare il lunario, devono lavorare anni per ricevere compensi pari a quelli che egli percepisce in una stagione.

Cosa dire del Direttore artistico per la sezione musica, che è docente di ruolo al conservatorio di Reggio Calabria? Non sarebbe un gesto coerente lasciare spazio e lavoro a tanti talenti messinesi che non hanno alcuna occupazione ?

Lo stesso vale per la consulente degli allestimenti scenici, che ha un incarico di docenza annuale presso l’università di Messina nella facoltà di Lettere e Filosofia; così come per il Consulente delle attività collaterali di Prosa che è professore ordinario presso l’università di Messina.

Ovviamente nulla di personale e massima stima per i professionisti che abbiamo citato, ma la coerenza tra ciò che si afferma e quello che poi si mette in pratica, la si vuole considerare?

Farebbero meglio a tacere i responsabili del teatro, prima di rilasciare comunicati che esplicitano posizioni spesso insostenibili con la pratica attuazione.

Dovrebbero rendersi conto che, ogni qual volta argomentano decisioni assunte, collezionano pessime figure delle quali, spesso, mettono a repentaglio il lavoro e la competenza di tanti seri professionisti che hanno la sfortuna di imbattersi in costoro.

Auspichiamo che l’ennesima pagina di questa tragicomica commedia, scritta e diretta dai vertici del teatro, non sia che l’ultima di una lunga serie. Analogamente abbiamo motivo di credere che il prossimo paragrafo è già in cantiere e sarà messo in scena prima di quanto si immagini.

 

(G. Di Guardo)                      

(A. Di Guardo)                          

(C. Tavilla)            

(O. Smiroldo)

 

 

 

 

La Lettera aperta alla Dirigenza del Vittorio Emanuele ed alla Città di Messinadel maestro Fogliani.

Spero che con questa mia lettera aperta possa rendere chiare e trasparenti le motivazioni del mio operato e, contemporaneamente, mettere fine alle sterili polemiche che la dirigenza del Teatro Vittorio Emanuele ha messo in campo dopo la mia rinuncia a dirigere il Rigoletto di Verdi . Stare nella sta nza dei bottoni può spesso far perdere il senso della realtà: chi è abituato a “comandare” pensando di non dover rendere conto ad una pubblica opinione, anzi, ad una società ci vile, commette spesso errori di valutazione.

Che il C .d.A. dell’Ente e d il suo direttore artistico, Lorenzo Genitori, minaccino di “ agire ” nei miei confronti, mi da l’opportunità di chiarie alcuni importanti aspetti della vicenda, soprattutto per chi a Messina vive e lavora per la cultura. Il Teatro mi ha contattato il 14 dicembre 2012 per dirigere Rigoletto .

Ho ricevuto, dopo una richiesta da parte della mia agen zia artistica , una bozza di contratto in data 19 febbraio 2013 che riportava addirittura non i miei dati personali ma bensì quelli relativi ad una mia collega, la c arissima Elisabetta Maschio (…. questo ulteriore esempio di sciatteria è esplicativo di un modo superficiale di agire che non rispetta gli artisti ).

Tralasciando

 

ciò, ho chiesto delle modifiche che mi sono state inviate per fax il 26 febbraio, a pochi giorni dall’inizio del mio contratto, due mesi e mezzo dopo il mio ingaggio . Per spiegare all’opinione pubblica l’assurdità di tutto ciò, basti pensare che questo fine settimana ho firmato due contratti per il 2014 e uno per la stagione 2015 . Visto come opera questa dirigenza mi chiedo se il Direttore Artistico ha predisposto i contratti per La Bohéme ( programmata per dicembre prossimo ), se si ha notizie del cast e , soprattutto, se è corretto vendere un abbonamento senza annunciare al pubblico chi saranno gli interpreti?

Bel rispetto per gli abbonati del teatro!

Per Rigoletto sono venuto a conoscenza del cast solo un mese prima e dopo una mia specifica richiesta .

A Messina, sempre con questa dirigenza ed in occasione del mio ultimo concerto di capodanno nel 2012, ho firmato il contratto nell’intervallo del concerto, dopo tre giorni di prove dove ho lavorato senza nessuna tutela e copertura assicurativa (state inorridendo? Inorridite!). Detto ciò, io sono comunque libero di lasciare qualunque produzione se lo standard non è quello a me confacente. Così come il teatro ha diritto di p rotesta (cioè di sostituzione dell’artista) per motivi artistici .

Di cosa vorrebbe rivalersi il C . d . A . nei confronti della mia persona? Io ho rinunciato a un compenso di 12.000 euro lordi (effetto di una decurtazione del 50% rispetto ai miei standard e concessa al teatro per venire incont ro ai tagli re gionali). Lor signori si sono ridotti i propri emolumenti a seguito dei tagli? Il direttore artistico, visto che ha ridotto i titoli in cartellone a sole due opere liriche e avendo programmato, causa tagli regionali, meno di 40 giornate lavor ative per la “sua” orchestra (che tanto dice di amare), ha fatto richiesta di ridursi i suoi 40.000 euro lordi annui? Se così fosse, porrei pubblicamente le mie scuse perché avrebbe dimostrato una vera solidarietà alla “ sua ” orchestra. Nonostante il mio presunto attacco al C.d.A. e d a Genitori, voglio ricordare che il mio interessamento per l’arrivo delle parti ha fatto risparmiare all’Ente oltre 3 . 000 euro. Inoltre il teatro ha risparmiato anche 2 . 000 euro per il ruolo di Maestro di palcoscenico in quant o Genitori mi ha chiesto di trovargli un sostituto tra i miei allievi. Ed io l’ho fatto con piacere attraverso il giovane Maestro Jacopo Brusa (tra i migliori allievi della mia classe di D irezione d’orchestra presso in Conservatorio di Trieste, m aestro collaboratore presso il Teatro Fraschini di Pavia, organista con un master di secondo livello a Amsterdam); sarà retribuito con 1 . 200 euro (lordi) contro i 3.200 previsti per lo stesso ruolo fino all’ultima produzione fatta dal Teatro. Il Maestro Fogliani è “ cattivo ” perché si è permesso di criticare l’operato della direzione artistica e della direzione del teatro pubblicamente, ma è lo stesso che ha risolto diverse beghe per la buona riuscita dello spettacolo!

Una ulteriore precisazio ne allo scritto di Genitori. Egli afferma che in data 27 febbraio era impossibilitato a rispondere alle mie domande circa i componenti l’orchestra (e di conseguenza alla qualità della stessa) perché i professori non avevano avuto il tempo di esprimere le proprie decisioni e quindi la composizione dell’orchestra non era nota neppure a lui. Complimenti! Se un direttore artistico non sa chi suonerà nella sua orchestra da qui a una settimana, qualunque sia il motivo, o risolve il problema prima o si deve dimet tere. Se non si fossero cambiati gli orari per una incomprensibile e immotivata decisione da parte del C . d . A . che, pur esprimendo solidarietà alla sua figura, in realtà ne scavalca le competenze, non ci sarebbe stato alcun problema.

In realtà a Lorenzo Genitori, che nella sua difesa afferma tutto e il contrario di tutto, dico che dovrebbe preoccuparsi lui di una mia a zione legale anche nei suoi confronti. N e l suo scritto afferma ripetutamente che qualunque cos a io abbia detto e scritto non risponde a verità, salvo poi confermare , per esempio , che le parti dell’orchestra non sarebbero arrivate per problemi al di sopra della sua volontà (io ci sono riuscito, però!) o che non ho a cuore la regia dell’opera perché arrivo in ritardo, salvo p oi affermare che lui stesso mi ha dato il permesso (d’altronde sono st ato chiamato solo tre mesi fa ed era immaginabile che avessi impegni precedenti: aggiungo che anche il soprano che interpreta Gilda e il baritono

che interpreta Rigoletto hanno ottenuto permessi per assentarsi dalla produzione nei primi giorni di prova ).
Dallo scritto d el direttore artistico dovrei dedurre di essere un bugiardo.
Ma Genitori non ci dice la sua verità e principalmente non ci dice per quale motivo io abbia dovuto rinunciare ad un lavoro retribuito e presti gioso come la direzione nell’ amato Teatro della mia Messina : autolesionismo?
Infatti, oltre a confermare tutto ciò che lui dice con i suoi infantili “Non è vero che…” posso dire di averne le p rove, compreso le ultime mail (sette dice Genitori, no n le ho contate ma le conservo) di cui la maggior part e scritte da me.
Le altre non hanno avuto alcuna risposta. Sono state ignorate. Da qui la mia decisione a rinunciare a lavorare con Genitori e questo C . d . A . .
La nota diramata alla stampa dal C . d . A . afferma una cosa artisticamente grav e; secondo loro l’orchestra è come la cucina del Mac Donald’s: se mancano due addetti alla frittura delle patatine ne prendiamo altri due (meglio se senza lavoro: la loro coscienza padronale sarà più tranquilla). Non sa nno cosa voglia dire “essere orchestra ”.
Non sanno che la magia del suonare insieme si costruisce col tempo e che se cambia il primo oboe cambia il suono dell’orchestra. E poi i componenti storici dell’orchestra hanno vinto una selezione, gl i aggiunti che troverà per comporre l’orchestra, con molta probabilità , no. Il C . d . A . , con queste affermazioni, non sembra avere competenze artistiche.
Ma Genitori è un musicista e il suo silenzio è preoccupante per chi della Musica ne ha fatto una ragione di vita.
Certi personaggi, a volte, non credono che qualcuno possa anche passare sopra il vil danaro quando c’è in gioco la dignità.
In questo caso c’è in gioco anche quella dei miei colleghi orchestrali e dei lavoratori del Teatro. Sono felice che le mie parole a bbiano fatto uscire allo scoperto il pensiero di Lorenzo Genitori, fino ad oggi in silenzio per quello che riguarda le sorti della sua orchestra e del teat ro. Certamente la sua posizione, lo rende organico a questa amministrazione.
Ho riconosciuto in lui doti di notevole inventiva nel programmare le stagioni di qualche anno fa. Se solo avesse alzato la voce adesso, forse anche entrando in conflitto con la dirigenza del teatro , io sarei stato suo alleato e sostenitore.
Noi siamo colleghi: condividiamo l’amo re per la Musica.
Perché siamo così lontani adesso?
Volevo dal direttore artistico solo il supporto e la garanzia di lavorare bene. Rigoletto è un titolo che ho portato al successo in teatri come il San Carlo di Napoli, Liegi, Mosca…
Avrei assicurato il mio duro lavoro per portare a l successo la produzione anche a Messina. Avevo anche incontrato il regista a Trieste per sancire una collaborazione fruttuosa.
Non sono folle a tal punto da mandare tutto alle ortiche solo per autolesionismo.
Il mio comunica to stampa non intendeva offendere alcuno.
La mia è un a critica legittima all’ operato della dirigenza del Teatro, che è un operare pubblico, pagato con i soldi pubblici e quindi soggetto ad un pubblico rendiconto. Sono finiti i tempi delle personalità intoccabili.
Reputo questa u n’occasione perduta dove ancora una volta la Cultura è stata piegata a logiche e giochi di politica.
Ad maiora !
Antonino Fogliani
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