– di Saverio Albanese –
(In questi giorni anche all’Altercinema di Gliaca di Piraino)
E’ uscito nelle sale italiane in più di seicento copie “Qualunquemente” con la certosina e meticolosa regia di Giulio Manfredonia e la brillante interpretazione di Antonio Albanese che otto anni fa diede alla luce una delle sue creature più riuscite, quel “Cetto La Qualunque”, imprenditore corrotto, tanto apprezzato dal pubblico televisivo. Fino ad oggi, tutto ciò che riguardava la sua vita privata, gli amici, la famiglia, era affidata ai racconti resi noti in occasione dei comizi elettorali ospitati per la prima volta nel programma “Non c’è problema” e divenuti un vero cult in “Mai dire domenica” e “Che tempo che fa”.
Saltano subito agli occhi i parallelismi con la situazione politica attuale, fra gli scandali del premier e una classe politica che non fa belle figure da un bel po’ di tempo. Il personaggio del comico di Lecco, è il simbolo di una classe dirigente che guida il Paese in collusione con la mafia e incarnando tutti quei difetti, dalla cafoneria al maschilismo, che hanno spesso contraddistinto il carattere di una certa Italia.
“Ho capito tutto, tu gli dici due cazzate e loro ti votano”. Nonostante i quattro anni di latitanza trascorsi in Sudamerica lo abbiano tenuto lontano dall’Italia, quando si viene a creare la possibilità di “salire in politica” e concorrere alla carica di sindaco, a Cetto La Qualunque non serve molto per capire la strada da percorrere per raggiungere il consenso popolare. Il momento del giudizio è giunto e adesso i cittadini della fantomatica Marina di Sopra, paesino calabrese gemellato con la Repubblica di Weimar e trionfo dell’abuso edilizio, potranno scegliere “liberamente” tra le sue promesse e i discorsi del triste De Santis, odiato avversario colpevole di essersi schierato a favore della legge.
La sfida più ardua per il comico Antonio Albanese e l’autore del personaggio Piero Guerrera (palmese d.o.c), co–sceneggiatori del film, è stata quella di dare, per la prima volta, un corpo e un volto alla moglie Carmen, al figlio Melo, ai fedelissimi del circolo della caccia e persino al “vastasu” De Santis, in una storia che riuscisse ad ospitare un personaggio che in questi anni è divenuto sempre più straripante, quasi incontrollabile. La missione può però dirsi compiuta solo in parte. Nonostante l’eccellente caratterizzazione dei comprimari, specchio sarcastico di politicanti traffichini, senza gusto ne modi di fare, che in un Paese normale sarebbero destinati ad essere dei cattivi esempi, ciò che non decolla completamente è la trama. Si ha come l’impressione che la pellicola sia stata costruita per sketch autonomi, e a differenza delle irriverenti apparizioni televisive, questa volta il registro pare tendere verso l’agrodolce, verso gesti e situazioni estreme sempre in bilico tra la realtà e il surreale.
C’è poi chi ha sempre visto il sostenitore “du pilu”, come una sorta di gemello povero del Premier, ma le disavventure di La Qualunque, politico né di destra, né di sinistra, piuttosto “orizzontale”, per quanto surreali provino a dimostrarsi rischiano di essere solo una versione “light” della realtà venuta fuori in questi giorni, ma del resto, come ammette lo stesso Antonio Albanese “non avrei mai pensato che in questi anni, al confronto Cetto sarebbe diventato un moderato”.
Il film “Qualunquemente” ha messo in grandissima evidenza, se ce ne fosse ancora bisogno, le enormi doti comiche del comico lombardo Antonio Albanese, in grado di passare attraverso personaggi completamente differenti tra loro, con una facilità che a tratti lascia a dir poco stupefatti. Nel caso di Cetto La Qualunque poi, l’attualità degli argomenti affrontati nel film non fa altro che ampliare la cassa di risonanza delle sue qualità di attore.
Foto 01: Carmen e Cetto La Qualunque a spasso per il paese durante la campagna elettorale
Foto 02: Carmen La Qualunque, con il suo look sempre sopra le righe, e il figlio Melo
Foto 03: Cetto discute di strategie con Jerry (Sergio Rubini)
Foto 04: Cetto fa uno spot elettorale a un talk show
Foto 05: Lorenza Indovina, 44 anni, super truccata nei panni di Carmen La Qualunque in Qualunquemente, il film di Giulio Manfredonia
Foto 06: Un manifesto elettorale del Partitu du Pilu
Foto 07: Antonio Albanese e Francesco Zinnato
Foto 08: Antonio Albanese e Gianluca Balzamá
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