Attualita

QUATTRO CHIACCHIERE CON – Intervista a tutto tondo a Giulia Quaranta Provenzano, la nostra instancabile collaboratrice ligure

Tra meritocrazia e talento

Oggi vi proponiamo una chiacchierata con Giulia Quaranta Provenzano, giovane donna costantemente impegnata su più fronti artistici, culturali e sociali… sempre schietta e diretta, per tale sua audace intelligenza, si trova spesso nel mezzo della mareggiata a favore della  bistrattata meritocrazia e della tanto invisa verità!    

Buongiorno Giulia, come stai? “Buongiorno a voi e a tutti i lettori, si lotta! Essere sinceri sempre e comunque, sino a prova contraria, nel presente non ha pagato molto e richieste tuttavia una forza e una volontà non indifferenti. Credo eppure che chi – come me – ha sviluppato una tale personalità, ben definita, e non è comprabile ad alcun prezzo non baratterà mai la propria onestà intellettuale per favori e favoritismi né sfodererà cosiddette leccate usuranti il rispetto di sé e la propria dignità per un pugno di mosche… che tanto si sa le mosche appunto dove si posano [NdR sorride]”.  

…Ebbene, dove si posano le mosche? “Beh, non è una mia liceità affermare che le uova delle mosche e dei mosconi vengono deposte sempre vicino a sostanze organiche in decomposizione quali depositi di immondizia e letami, dove il microclima è caldo e umido… Io non ho antenne come invece posseggono questi sopracitati insetti e quelle mie metaforiche non sono attirate dalla prospettiva di proliferare né nel marciume né tantomeno dal marciume! I miei radar certo captano immediatamente il puzzo di mafia, che combatto non piegandomici anche se ciò comporta essere relegata ad outsider dell’attuale mondo spesso omertoso e corrotto dal perseguimento d’uno sporco vantaggio personale a discapito delle capacità e dell’impegno effettivo di coloro che non fanno servili baciamano”.                                          

Cosa intendi con mafia? Io non sono tipo da girare intorno ad alcunché e seppure sono dell’avviso che sia evidente cosa essa sia, espliciterò il concetto che ne ho e che – a mio avviso – dà idea di quello che vi è dietro a tale vocabolo. Ebbene la mafia è prima di tutto una mentalità criminale e che non risiede solo in coloro che esercitano il controllo di attività economiche illecite e del sottogoverno, bensì è anche la mancanza di reazioni dei singoli individui e del governo costituito ogni volta che si permette il proprio o altrui sfruttamento o la condanna a essere ignorati perché scomodi. È, per esempio, ammissibile che persone dotate di cultura e/o di competenze pratiche siano disoccupate o sottopagate a favore di inetti e raccomandati e di colossi che dettano il buono e cattivo tempo e che tentano di aggirare la fiscalità con escamotages legalizzati come improponibili stages, tirocini, apprendistato o contratti a tempo determinato di gente non qualificata da poter così pagare meno di chi ha un iter specifico alle spalle!?”.

Cosa pensi che sia la libertà e credi in essa? “Ogni scelta implica una rinuncia e ne derivano altresì delle conseguenze e, se non tutto dipende unicamente – come del resto poi non ogni cosa per l’appunto dipende da sé – dalla propria fame e sete di autodeterminazione concretizzata in azione, la (speranza di) libertà non è altro che quella benzina che mette in moto verso bisogni vari e ciò nel tentativo di sentirsi appagati. Beato chi riesce a credersi libero perché, per quello che mi riguarda, l’arsura è uno stato perpetuo. Chi è sensibile e combattivo è condannato a non avere e a non trovare requie. Credere più in generale, inoltre, richiede fede… e diciamo che io invece esploro ogni possibilità con un approccio investigativo-scientifico sebbene a propedeutici tratti fantasioso, stravagante e imprevedibile nelle ipotesi e circa la futuribilità”.   

Qual è il tuo punto di vista su OnlyFans, tanto in voga attualmente? “Immagino che qui la platea virtuale si dividerà senza tante mezze misure. Personalmente non sono iscritta a questa piattaforma e nemmeno ho intenzione di farlo, poiché un tale tipo di occupazione e intrattenimento non fa parte della mia forma mentis. In momenti di rabbia, proprio dacché non è nella mia indole e non fa leva su alcun mio elemento caratteriale che mi accattivi all’idea, è successo che sbottassi tra me e me <<Ma fanno bene a lavorare su OnlyFans, ché Euro 500 al mese per 144 ore di lavoro mensili (compreso il sabato e la domenica) è sfruttamento!!!>>. Pure inviperita so, però, che sono una persona che piuttosto si avvicina al perire di stenti – non senza aver fatto comunque il possibile e il comunemente dichiarato impossibile – ma non cede al bisogno materiale. Per quello che invece concerne la soddisfazione e/o la necessità di ragazze e ragazzi e di donne e uomini che guadagnano con tale mezzo, io non ho alcunché da obiettare dato che la medesima loro opportunità è accessibile a tutti noi e sta a ciascuno usufruirne o no. Dove non c’è disparità di possibilità d’entrata e d’uscita e neppure di retribuzione, per me, non ha senso sentenziare e accanirsi su chi non lede alcuno. Ognuno ha i propri valori, idee e ideali che se non minano il rispetto e il benessere altrui sono e considero leciti”.

Tu, oltre a essere una collaboratrice giornalista ad honorem, sei una fotografa d’arte… “Ho scattato la prima fotografia, con la mia macchinina fotografica analogica, a sei anni d’età e da allora non ho più smesso. La studiosa indipendente con la quale ho conseguito il diploma post-Laurea come Critica d’arte letteraria e di arti visive secondo Metodo Mascialino, nonché fondatrice del detto metodo spaziale, diceva che sono dotata di un notevole occhio metafisico e ciò sicuramente fa sì che le mie opere abbiano spontaneamente una impressionante prospettiva inusuale quanto originale. Sono laureata in Filosofia e in Metodologie Filosofiche, ma già da bambina tendevo alla riflessione e all’analisi quindi possiamo dire che il mio impegno militante – derivante da ciò – è e costituisce la mia quotidianità da che ne ho memoria. La bellezza, sovente ricercata e osannata dagli artisti, per me non può mai essere un involucro vuoto e a cui sono superficialmente appiccicati adesivi scintillanti sennò nemmeno la sento tale e questo è uno dei motivi che mi hanno portata a trasporre su tela soltanto soggetti e situazioni incarnanti argomenti socialmente e psicologicamente impegnati e pur crudi nel loro mostrarsi senza tanti orpelli svianti dalla sporcizia sottostante. Il solo ammaliante a livello di estetica è un falso d’autore sia che si tratti di fotografia che di pittura/scultura, che di musica e danza”.     

Parlando di musica, tu sei anche una songwriter: cosa puoi raccontarci a tale proposito? “Mio nonno materno aveva una bellissima voce e il ritmo nel sangue (nei piedi persino!), ma per alcune inaggirabili ragioni non potette intraprendere la carriera operistica… non di meno, nonostante ciò, è sempre stato un appassionato amante dell’Opera e dei Balletti e ne ha una cultura immensa. Probabilmente, l’essere portata per i balli da sala, è qualcosa che ho preso da lui e la stessa cosa dicasi soprattutto per la mia propensione alla musica, alla scrittura, benché io non canti. La mia esperienza con producer, cantanti e cantautori però non è delle più idilliache. Bisogna essere abbastanza fortunati e con quel giusto pizzico di amor proprio misto a egoistica vanità da non farsi sfruttare assecondando la tossicità, le invidie e le paranoie altrui. Ho scritto una cinquantina di testi e di questi, ad oggi, non ne è stato pubblicato alcuno… tranne tre singoli e una cover natalizia per un “tizio” che ne ha omesso la mia compartecipazione a 360° gradi (organizzazione e storytelling dei videoclip compresi!). Non pochi “personaggi” si sono poi fatti consigliare sulle più differenti questioni quali tematiche da affrontare nei brani e modo di approcciarle ma anche analisi semantiche di alcune bozze, da revisionare, dopodiché si sono volatilizzati per prendersi tutti i meriti e intessere altre collaborazioni di facciata o comunque interessanti a livello extraprofessionali e di agganci. Ho la nausea e codesto è tra i motivi per cui, a dispetto delle intenzioni e progetti passati, negli ultimi mesi mi sono presa una pausa così da meglio ossigenare. Quasi certamente è stato uno stop provvisorio, ho già molti appunti da riprendere in mano e chissà che non mi tuffi anche in una nuova avventura di genere impensabile prima di quest’anno… almeno per me”. 

Hai collaborato con Daniela Azzena alla riscrittura della canzone “As It Was” di Harry Styles, non è vero? “Sì, ho collaborato con Azzena alla cover “As It Was” [clicca qui https://youtu.be/8EjB0T6c6To]. Daniele ha rifatto la base e abbiamo riscritto da zero, in italiano, il pezzo di Harry Styles. Questo 14 aprile uscirà invece il nuovo singolo “Mayday”. Vi invito comunque a tenervi aggiornati, il mio profilo Instagram e Facebook https://www.facebook.com/giulia.quarantaprovenzano sono nati principalmente con finalità artistica e lì non mancano le news che direttamente o indirettamente mi riguardano a livello di creativa e nella veste di blogger”.

Hai, infine, qualche notizia in anteprima da voler condividere con noi? “Sono sempre stata una persona ambiziosa e che, abile nell’improvvisazione, non si è tuttavia mai mossa con superficialità e buttandosi allo sbaraglio. Sono difatti del parere che l’improvvisazione abbia risultati – se non eccellenti – ottimi almeno solamente se a monte c’è competenza e un certo grado di preparazione, diversamente si chiama c… anche quando l’approdo non è negativo. Come ripetuto a iosa, ahimè la preparazione e la pianificazione non immancabilmente bastano e dunque che cosa posso anticiparvi?! Posso dirvi che sono recentemente disponibili su https://www.rockrose-shop.com/ alcuni abiti alla cui realizzazione ho collaborato, suggerendo alla fondatrice del brand alcuni pattern che ha sviluppato quali quello del Phoenix – Rome Dress, del Bunny & Flowers e del Fireflies – Lille long sleeves dress, del Cheshire Cat e del Planet & Rokets (leggera rivisitazione dell’Outer Space Dress) – Paris Dress, e che la collezione estiva e quella autunno-inverno disegnata dalla straordinaria designer Francesca Pinardi dovrebbero avere anch’esse talune fantasie da me proposte ma probabilmente è più indicato e saggio essere scaramantici e non aggiungere altro. Odio le delusioni e fornire a gratis dell’eventuale grasso ai maligni e iettatori…”

Redazione Scomunicando.it

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