I tre capi d’imputazione sui quali si fonda il provvedimento restrittivo indicano D’AMICO Carmelo e CALABRESE Tindaro quali esponenti verticistici delle organizzazioni criminali di tipo mafioso riconducibili a “Cosa Nostra” siciliana e operante sulla fascia tirrenica della provincia di Messina, nella fascia compresa tra Milazzo e S. Agata Militello, e CASTRO Alfio Giuseppe quale referente della mafia catanese riconducibile a Santapaola Benedetto.
In particolare, D’AMICO Carmelo e CALABRESE Tindaro sono ritenuti responsabili in concorso del reato di estorsione, aggravata dal metodo mafioso, commessa in Barcellona P.G. (Me), nel periodo di Pasqua, Ferragosto e Natale del 2008, poiché costringevano un imprenditore, titolare di un’impresa di costruzioni, ad effettuare forniture di materiale bituminoso per la realizzazione di un parcheggio di un Centro Commerciale ed a corrispondere a titolo di “pizzo” la complessiva somma di € 30.000,00 in tre tranches di 10.000,00 cadauna.
D’AMICO Carmelo è, inoltre ritenuto responsabile di altra estorsione, commessa avvalendosi delle condizioni descritte all’art. 416 bis cp. consistente nella corresponsione della somma di 20.000 Euro, in Barcellona P.G. nel 2008, in pregiudizio di altro imprenditore, che stava svolgendo lavori pubblici connessi alla metanizzazione di un’area ricadente nel comprensorio del Comune di San Filippo del Mela (Me).
Infine, CALABRESE Tindaro e CASTRO Alfio Giuseppe, in concorso tra loro, sono ritenuti responsabili del reato di estorsione, aggravata dal metodo mafioso, commessa in Barcellona P.G. (Me) nel 2007, poiché costringevano l’imprenditore già citato, sottoposto ad estorsione nel periodo di Pasqua, Ferragosto e Natale 2008, ad effettuare una fornitura di massi per i lavori di rifacimento del lungomare del Comune di Villafranca Tirrena (Me) al prezzo complessivo di € 35.000,00 anziché 70.000,00 procurandosi, in tal modo, un ingiusto profitto corrispondente alla minor somma di € 35.000,00.
L’operazione di polizia odierna rafforza il già allarmante quadro ricostruito attraverso la prima Operazione Sistema e conferma la condizione di assoggettamento in cui versano gli imprenditori dell’area del Longano, che operano nel settore delle forniture edili e delle costruzioni, rispetto all’imposizione, da parte della criminalità organizzata, non solo del pagamento di somme di denaro a titolo estorsivo, ma soprattutto di regole dettate per l’attribuzione e distribuzione dei lavori nell’intero c.d. “ciclo del cemento”, dimostrando di essere in grado di controllare il settore produttivo delle forniture del calcestruzzo e dei conglomerati bituminosi, che confermano un rigido sistema di controllo del territorio.
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