Giornata speciale quella di ieri per il Centro recupero fauna selvatica “Stretto di Messina” diretto da Deborah Ricciardi.
I volontari del Centro infatti, con la collaborazione della Ripartizione faunistico venatoria della Regione siciliana, hanno restituito la libertà a ben 12 esemplari di avifauna protetta, ritrovati feriti in varie località della provincia dagli uomini del Corpo forestale e da privati cittadini e poi curati dagli esperti della struttura veterinaria di Colle Sanrizzo, un vero e proprio ospedale per animali dotato di attrezzare radiologiche e operatorie.
Ad essere reintrodotti in natura due Gheppi, una Poiana e due Taccole, lanciati in volo sul versante ionico dei Monti Peloritani, ai cui si sono aggiunti, al calar del buio, due rapaci notturni: in dettaglio, un Allocco e una Civetta, liberati nei boschi del versante tirrenico.
Cinque Gabbiani reali, infine, sono stati rilasciati sulle rive del Lago grande di Ganzirri. Decine gli appassionati e i curiosi, molti dei quali bambini e ragazzi, che hanno seguito la liberazione trasformatasi spontaneamente in una sorta di festoso rituale. Alla liberazione dell’avifauna presenti anche la notissima ambientalista Anna Giordano, direttore della riserva naturale della Saline di Trapani e il funzionario della Regione Siciliana, Franco Tumeo.
Dall’inizio dell’anno, sono ormai centinaia gli animali – tra avifauna, mammiferi e rettili – che sono transitati per il Centro recupero. Si tratta di esemplari per lo più ritrovati feriti per varie cause o semplicemente malati, debilitati o anche malnutriti.
Dopo le cure e la riabilitazione, gli animali vengono reinseriti, ove possibile, nello stesso ambiente in cui sono stati ritrovati. La fauna non più recuperabile invece viene destinata a scopi didattici, scientifici o di sensibilizzazione al rispetto della natura. Di recente, rapaci e altre specie di avifauna, appunto non più reinseribili in natura sono stati trasferiti nel parco di Villa d’Orleans, a Palermo, dove saranno seguiti amorevolmente e potranno essere ammirati dal pubblico che visita la Villa.
Nel Centro “Stretto di Messina” confluiscono per lo più rapaci tipici del nostro territorio, piccoli mammiferi, tartarughe, migratori e a volte anche fauna detenuta illegalmente o di cui le persone si disfano clandestinamente, senza alcuna consapevolezza del danno biologico che specie non del nostro territorio possono arrecare alle specie autoctone.
È il caso, per esempio, della Trachemys scripta elegans di provenienza americana, detta anche “Tartaruga dalle guance rosse”: le tartarughine verdastri, giusto per capire, negli passati erano facilmente acquistabili sulle bancarelle senza nessuna regolamentazione, ma una volta adulte, se rilasciate liberamente in natura, possono prendere il sopravvento su specie locali provocando enormi danni all’ecosistema. Numerosi i casi di ritrovamento di Trachemys abbandonate, peraltro di notevoli dimensioni, registrati dagli operatori. Il Centro Recupero Fauna Selvatica è ospitato in una struttura di proprietà della regione Siciliana, ubicata in località Puntal Ferraro, sui colli Sanrizzo.
A gestirlo, l’associazione Mediterraneo per la natura. Responsabile del Centro è Deborah Ricciardi, da moltissimi anni impegnata sul fronte della difesa degli animali e dell’avifauna in particolare. Il funzionamento si basa esclusivamente sul volontariato di tantissimi giovani, spesso neolaureati, che gratuitamente prestano la loro opera al servizio degli animali. A garantire le attività sanitarie, il veterinario Fabio Grosso.
Ad occuparsi del funzionamento del CRFS è anche Anna Giordano, storica ambientalista di fama internazionale protagonista di tante battaglie a difesa del territorio.
Vittorio Lorenzo Tumeo