Nel mondo della politica locale, le dinamiche e le scelte strategiche dei consiglieri comunali possono essere tanto intriganti quanto complesse.
il post sui social di Lucio Melita
Un’interessante provocazione arriva da Lucio Melita, che oggi possiamo definire una sorta di “vecchio saggio” della politica pattese, che ha fatto le sue esperienze e conosciuto, anche sulla sua pelle, i giochi e le promesse elettorali e che da buon navigante diffida di tornare, parole sue, a quel mondo. Lui osserva, sorride e “provoca” ed ora mette in luce una questione cruciale: perché un consigliere comunale, dopo aver ricevuto e accettato una delega assessoriale, non si dimette dalla carica consiliare?
Una provazione perchè la normativa lo consente.
Lui spiega, in una sorta di quesito a risposte multiple la possibili motivazioni
Infatti Melita solleva quattro ipotesi che esplorano le possibili ragioni di questa situazione:
A) Timore di Perdere la Poltrona: La prima ipotesi suggerisce che il consigliere potrebbe temere di perdere la carica se il sindaco decidesse di ritirargli la delega. In questo scenario, il consigliere potrebbe preferire mantenere entrambe le cariche per evitare il rischio di essere defenestrato e ritrovarsi senza alcun ruolo politico. La paura di una “perdita di poltrona” potrebbe spingere il consigliere a mantenere entrambe le posizioni, cercando così di assicurarsi una certa stabilità e influenza.
B) Mancanza di Fiducia nel Successore: Un’altra possibilità è che il consigliere non abbia fiducia nel primo dei non eletti che subentrerebbe in caso di dimissioni dalla carica consiliare. Potrebbe considerare il successore come incapace o politicamente inaffidabile, specialmente se non appartiene al suo gruppo di sostenitori. In tal modo, il consigliere potrebbe preferire mantenere la propria carica consiliare per evitare che un “adepto” del gruppo possa prendere il suo posto.
C) Strategia per la Sindacatura: La terza ipotesi presenta una strategia più elaborata: il consigliere potrebbe preparare una “staffetta” per la sindacatura. Questo piano si articola in tre passi: primo, dimissioni dalla carica assessoriale per presunti “disaccordi” con il sindaco; secondo, continuare a svolgere la carica consiliare passando all’opposizione; terzo, lanciare la propria candidatura a sindaco dalla posizione di opposizione, in contrapposizione al primo cittadino uscente. Questa strategia mira a creare le condizioni per una campagna elettorale efficace e a rafforzare la propria posizione politica.
D) Altre Possibilità: Qui Melita lascia spazio a varie, segrete ed eventuali motivazioni che potrebbero non essere immediatamente evidenti. Queste ragioni potrebbero includere dinamiche interne al gruppo politico, accordi personali o altre considerazioni non esplicitamente dichiarate.
Nota sull’etica e la legge
Lo stesso Melita osserva, in un post sui social che ha sollevato polemiche, risposte, osservazioni, che, sebbene la legge consenta di mantenere entrambe le cariche, ciò non sempre corrisponde a quanto è eticamente corretto. La coesistenza dei ruoli di controllore e controllato nella stessa persona potrebbe compromettere l’efficacia del controllo amministrativo. Inoltre, permettere l’ingresso di un nuovo componente dalla lista dei non eletti potrebbe arricchire la compagine amministrativa e dimostrare rispetto per l’elettorato. Un altro aspetto da considerare è che la rinuncia a una carica consiliare potrebbe alleggerire il carico di lavoro e consentire una gestione più efficace delle funzioni rimaste, piuttosto che tentare di svolgere due ruoli con possibile inefficienza.
La questione sollevata da Lucio Melita, oltre a richiamare la “settimana Enigmistica”a Patti si tinge di attualità politica, sconfina nel chiacchiericcio delle stanze della politica e del municipio, evidenzia qualche posizione di “splendida solitudine” vista anche durante l’estate e stimola una riflessione profonda sulle dinamiche politiche e le scelte strategiche all’interno delle amministrazioni locali. In un contesto dove la trasparenza e l’efficacia sono cruciali, è importante che i ruoli e le responsabilità siano chiaramente definiti e gestiti con etica e responsabilità.
Sarà interessante osservare come si evolverà questa situazione e se ci saranno risposte dei diretti interessati. Per ora, il “premio” per chi risolverà il rebus rimane una sfera di cristallo, simbolo di un’attesa e di una riflessione ancora in corso, mentre settembre potrebbe far riaccendere i motivi del dibattito politico locale anche in funzione dei prossimi appuntamenti elettorali che non sono assolutamente distanti.