“Il mio sarà un sì convinto, non ci ho dovuto riflettere perché quel che penso è noto da tempo e avevo avuto modo di esprimermi già due anni fa a riguardo. Rendere le concessioni entro le 12 miglia (molte delle quali in Sicilia) prorogabili fino ad esaurimento della risorsa é un semplice dono che si fa a dei privati che, sfruttando il bene naturale in loco, traggono molto profitto per sè e molto poco per il territorio .Insomma un’agevolazione pubblica ad un’iniziativa privata che poco o nulla rende, in concreto, ai cittadini dell’area in cui ricade l’interesse.
Bisogna operare una valutazione costi-benefici: e sotto questo profilo, il nostro territorio non ci guadagna, anzi. Lo stesso impatto ambientale si traduce inevitabilmente in ulteriore spesa.
D’altra parte bisogna salvaguardare il lavoro dei dipendenti delle aziende interessate alla manovra, e su questo aspetto esistono dati contrastanti. Anche per questo, da par mio, auspico un massiccio piano di razionalizzazione delle risorse destinate al mercato delle rinnovabili, nel quale il nostro Paese arranca rispetto ai competitor internazionali e che potrebbe costituire un’importante volano per l’industria del settore, con conseguenti ricadute occupazionali”, conclude.
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