L’Associazione Antimafie Rita Atria è da sempre impegnata sul fronte della difesa dei territori e dell’ambiente, considerandoli importantissimi per la democrazia ed espressione di preziosa cittadinanza attiva. Siamo attivi sin dall’inizio in una lotta importantissima quale quella contro il Muos e nelle denunce di scempi, devastazioni e malaffari ai danni dell’ambiente. Ci siamo schierati da anni siamo al fianco di comitati, movimenti e cittadini impegnati – in Abruzzo ma non solo –contro quella che è stata definita la “deriva petrolifera”. Il Governo Renzi vuole imporre una svolta decisa verso il petrolio, andando in tutt’altra direzione rispetto ad altri Paesi (europei e non solo) che hanno preso e sottoscritto impegni contro i cambiamenti climatici nella recente Cop21 di Parigi (impegni tra l’altro sottoscritti anche dall’Italia), con lo “Sblocca Italia”. Contro questa imposizione fortissima è l’opposizione popolare e democratica in tutto il Paese. Il referendum del 17 aprile sulla durata delle concessioni sarà parte di questa mobilitazione. La nostra Associazione sostiene e partecipa ai comitati locali impegnati per il Si e invita tutti a questo impegno democratico e in difesa dei nostri territori. Il silenzio e la disinformazione che i “grandi media”, espressione delle più potenti lobby industriali, politiche, economiche e finanziarie, stanno portando avanti dimostra quanto temono questo referendum. Vogliono portare avanti un modello oligarchico e autoritario dove pochi decidano e siano favoriti. E’ una direzione antidemocratica e contraria agli interessi della collettività. Per questo votare, far votare, sostenere il Si al referendum del prossimo 17 aprile è preziosissimo per difendere la democrazia e la possibilità di decidere del futuro nostro, dei territori in cui viviamo e delle future generazioni. E difenderlo.
Non è assolutamente vero che il Si al referendum farà perdere migliaia di posti di lavoro e costringerà alla chiusura di un enorme numero di impianti ancora utili. Prima di tutto il Si al referendum permetterà ad una compagnia di sfruttare per almeno 30 anni un giacimento. Qualsiasi attività, anche le maggiori industrie, hanno l’obbligo di rinnovo periodico delle autorizzazioni. Perché i petrolieri non dovrebbero? In più, come già ha sottolineato il prof. Enzo Di Salvatore del Coordinamento Nazionale No Triv, “soltanto cinque concessioni scadranno tra cinque anni. Tutte le altre scadranno tra 10-20 anni”. La realtà è che il settore è già in crisi, una crisi alla quale chi ci governa finora ha risposto continuando a favorire pochi industriali e le lobby del settore. Invece proprio questa crisi, che sta già mettendo a rischio i posti di lavoro, deve trovare una soluzione che può essere soltanto in una riconversione e riqualificazione. Infine le riserve estraibili potrebbero, anche se venissero interamente sfruttate, soddisfare il fabbisogno energetico per meno di una stagione. E neanche tutto tale fabbisogno perché, come autorevoli scienziati e i comitati locali hanno dimostrato, il petrolio estratto in Adriatico non può (per esempio) essere utilizzato per la benzina utilizzata nelle auto. Ci dicono invece tutt’altro, disinformando e costruendo un’informazione allarmistica e favorevole solo a pochi interessi. Impegniamoci, invece, per il bene comune, la democrazia, gli interessi di tutti.
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