Reggio Calabria ha dalla sua parte uno Stato forte. Nella città capoluogo di provincia, così come nella Locride dove l’attenzione è molto alta, l’attività di contrasto e soprattutto di prevenzione dei fenomeni criminali è cresciuta nell’ultimo trimestre. Non ha dubbi il prefetto di Reggio Claudio Sammartino, che in conferenza insieme al questore Raffaele Grassi e ai comandanti provinciali dei carabinieri e della guardia di finanza, Lorenzo Falferi e Alessandro Barbera, ha snocciolato i numeri di focus ‘ndrangheta e quelli relativi all’azione repressiva nei confronti del caporalato.
Focus ‘ndrangheta e caporalato. Finora, sono 13 le operazioni interforze di contrasto al caporalato e al lavoro nero e illegale messe a segno nella provincia.
In 18 Comuni della Piana e della Locride, al 22 marzo, sono 80 le aziende controllate, di cui una legata alle cosche di ‘ndrangheta, 558 le persone controllate e sanzioni amministrative elevate per un valore di 360mila euro.
Lo spiegamento di uomini e mezzi nel territorio reggino, da gennaio a marzo, coincide con i fatti di sangue e l’escalation di atti intimidatori ai danni di imprenditori, amministratori e cittadini che hanno caratterizzato gli ultimi mesi nel Reggino. A partire dalla Locride, che per lo Stato ha detto Sammartino non è considerata ‘decentrata’, ma una zona importante della provincia.
Qui si sono manifestati eventi che hanno destato preoccupazione ed è qui che le forze dell’ordine hanno messo in campo un’azione per la ‘riconquista’ del territorio che il prefetto ha definito “tempestiva e massiccia”. Per il prefetto a parlare sono i numeri registrati con Focus ‘ndrangheta: oltre 5300 e più di 2800 sono rispettivamente le persone e i veicoli controllati, 400 i controlli domiciliari. Tra gennaio e marzo, nella Locride il personale impiegato corrisponde a 3800 uomini, mentre sono 1300 i mezzi impiegati.
Nel capoluogo di provincia, nell’ambito del programma ministeriale, oltre 6800 e più di 3800 sono rispettivamente le persone e i veicoli controllati, 210 le perquisizioni sul posto, 160 i controlli domiciliari, 18 i deferimenti e 8 gli arresti in flagranza. Nel mese di gennaio, gli uomini impiegati sono stati 1318, mentre sono stati 470 i mezzi utilizzati, a febbraio 1318 e 600 nella prima metà di marzo.
Non passa un giorno senza che ci sia un’azione di penetrazione del territorio, non c’è quartiere della città che non venga messo sotto torchio. A Reggio Calabria c’è una squadra operativa forte, ha affermato il questore Grassi. Per il comandante provinciale della guardia di finanza Barbera, vi è stata una vera e propria aggressione dei previlegi che per anni sono stati appannaggio della ‘ndrangheta. Risultati che sono frutto di una visione chiara delle linee d’azione: l’attività informativa e investigativa ha specificato il colonnello dei carabinieri Falferi va accompagnata alla conoscenza del territorio.
Nel 2015 sono state 18 le certificazioni interdittive antimafia, mentre 6 quelle registrate nell’anno in corso, molte altre sono in attesa di istruttoria.
Le aziende colpite dal provvedimento riguardano tutti i settori che costituiscono le attività economiche di questo territorio, dallo sport all’edilizia. In merito al tessuto produttivo ed economico reggino, particolare attenzione continuerà ad essere rivolta al porto di Gioia Tauro, dove lo scorso dicembre è stato disposto l’accesso antimafia: Altri ce ne saranno. Vogliamo lanciare un messaggio all’economia sana di questo territorio, ha detto il prefetto di Reggio.
Minaccia terrorismo: Nessun segnale. Sul fronte terrorismo, alla luce anche dei recenti fatti di Bruxelles, il questore Grassi ha spiegato che il rischio zero non esiste ed ogni segnale va valutato, attualmente non si registrano fatti concreti di pericolo nel Reggino.
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