REGIONALI – Musumeci si tira indietro. Cosa succede sui Nebrodi?
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REGIONALI – Musumeci si tira indietro. Cosa succede sui Nebrodi?

Musumeci si tira indietro, cercatevi un candidato

“Sono presidente scomodo, ringrazio Meloni e La Russa”

La notizia è giunta subito dopo mezzogiorno e ha mandato in fibrillazione il mondo politico non solo regionale.

la dichiarazione

“Basta con questo interminabile mercato nero dei nomi. Cercatevi un candidato che risponda alle vostre esigenze. Mi rendo conto di essere un presidente scomodo. Ringrazio di vero cuore Giorgia Meloni e Ignazio La Russa per il convinto e tenace sostegno datomi. Torno a fare il militante”.

Così il governatore della Sicilia Nello Musumeci scrive sul proprio profilo Facebook, comunicando di fatto il ritiro della sua candidatura alle regionali del 25 settembre, sostenuta da FdI, ma osteggiata dal resto dei partiti di centrodestra.

Ma in politica mai dire mai

Si apre un nuovo fronte con i partiti in subbuglio e alleanze che traballano, in vista dell’election day del prossimo 25 settembre.

Quindi non ha trovato la quadra sul candidato a governatore della regione il centro destra, dopo gli incontri all’hotel delle Palme. La partita passa a Roma. Il leader siciliano di Forza Italia Gianfranco Miccichè, che fino al giorno prima aveva proclamato un no risoluto alla ricandidatura di Musumeci, aveva dichiarato, forse tardivamente, invece alla stampa che ”non esistono veti per nessuno, nemmeno per Musumeci, il partito a cui sarà assegnato il presidente della Regione sceglierà il candidato.”

FI rivendica però la presidenza della Regione, mentre la Lega ha fatto la sua proposta, puntando al segretario regionale Nino Minardo o in alternativa al vicecapogruppo alla Camera Alessandro Pagano.

Salvo Pogliese, per il partito della Meloni, era fermo su Nello Musumeci, forte anche dei risultati dei sondaggi che lo vedrebbero in testa, ma dopo la dichiarzione di oggi anche qui tutto si rimette in gioco

Sul fronte del centrosinistra, invece, traballa la candidatura di Caterina Chinnici, che aveva vinto le primarie dell’asse PD-M5S-Cento Passi. Sulla candidatura dell’ex europarlamentare pesa l’insanabile frattura a livello nazionale tra M5S e Pd.

Chi corre dritto, invece, senza arrestare la sua campagna elettorale, è il leader di Sicilia Vera Cateno De Luca, che ha già iniziato a presentare le liste. L’ex sindaco messinese aveva pronostica la definitiva spaccatura del centrosinistra siciliano e il ritiro della Chinnici nelle prossime ore, mentre per lui il candidato del centro destra sarà Minardo. “L’asse che è prevalso è stato quello di Raffele Lombardo. La partita la vinco io.” Ha detto De Luca.

Intanto stringono i tempi per la definizione delle lista e questo clima di incertezza rende tutto più problematico, le alleanze fanno i numeri e determinano i seggi da coprire.

Questa la ripartizione su base regionale

Sono 70 i deputati che verranno eletti, dopo l’ultima modifica della legge avvenuta nel 2014: prima erano 90 coloro che potevano sedere sugli scranni di Palazzo dei Normanni. La legge elettorale è in gran parte proporzionale, che prevede il voto di preferenza e un premio di maggioranza di sette deputati, tra cui anche il Presidente eletto, alla lista del candidato più votato. Un seggio viene poi assegnato al secondo candidato presidente più votato. I restanti 62 deputati vengono eletti tramite le liste provinciali dove è ammesso il voto disgiunto. Non essendo previsto un ballottaggio, verrà eletto Presidente il candidato capace di prendere anche un solo voto in più dei suoi avversari. C’è la possibilità del voto disgiunto, ovvero esprimere la preferenza per il candidato presidente di uno schieramento e per un deputato di una compagine opposta.

Regionali, il quorum del 5%

Al partito che avrà preso il 5% in almeno 5 province scatterà il seggio. Quindi, un deputato per essere eletto dovrà far parte di uno schieramento che superi il 5% in almeno 5 province e poi aver ottenuto più voti nella lista provinciale che ha appunto superato tale sbarramento. I seggi scattano in base alla percentuale di preferenza ottenuta, più è alta più deputati vengono eletti nella stessa lista.

quanti deputati eletti per provincia

I deputati vengono eletti su base provinciale.

Ecco quanti seggi scattano: ad Agrigento 6; a Caltanissetta 3; a Catania 13; a Enna 2; a Messina 8; a Palermo 18; a Ragusa 4; a Siracusa 5 e a Trapani 5

Cosa succede sui Nebrodi?

Ancora poche le certezze sulle ricandidature e le news entry tra i deputati nebroidei. Tutti ancora a tavolino a vedere le varie combinazioni, guardando anche i passi che faranno gli ipotetici competitors.

Non si esclude qualche doppia candidatura, alle Nazionali ed alla Regionali, ma anche qualche cambio di casacca clamoroso, in zona Cesarini.

Intanto De Luca pressa anche su qualche nuovo sindaco chiedendone la candidatura, mentre quelle date per certe, e annunciate da mesi, oggi si defilano. Interessanti e tutte da definire i passi che sta facendo la nuova DC. Potrebbe cercar di trovare spazi per nuove visibilità, anche con poche speranza di giungere al risultato finale. Sugli altri fronti tutti abbottonati.

I primi manifesti

Pino Galluzzo stamani ha mostrato le carte, con un wzpp inviato alla sua lista dove scrive “Io sono candidato per il parlamento regionale. Ti chiedo di sostenermi e sostenere fratelli d’Italia.” Tra i volti già noti anche quello di Bernardette Grasso e di Elvira Amata.

 

 

10 Agosto 2022

Autore:

redazione


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