
L’istanza deve essere indirizzata al Dipartimento della Famiglia e delle Politiche sociali, “Ufficio vittime della criminalita’ organizzata”, di viale Trinacria n. 34/36, a Palermo. Nei prossimi giorni il decreto sara’ anche pubblicato sul sito internet dell’assessorato.
“La Regione – ha detto Leanza che ha incontrato le associazioni antiracket – in questo momento di grave crisi ha il dovere di aiutare chi e’ in difficolta’. In sei mesi abbiamo messo in circolo oltre 300 milioni di euro per sostenere le famiglie, i disoccupati, i portatori di handicap, i giovani e gli anziani.
Accanto a queste azioni era necessario avviare anche un percorso per risarcire chi e’ vittima delle organizzazioni criminali. Gli imprenditori che, a causa del pizzo, hanno dovuto chiudere la propria azienda o hanno subito un grave danno economico per gli attentati della criminalita’ potranno usufruire di questo ulteriore beneficio che ha lo scopo di ridare fiato a quella parte del mondo economico siciliano vessata dalla mafia”.
“Nei prossimi giorni – ha continuato Leanza – partira’ un avviso, con scadenza il 30 settembre, per chiedere alle imprese, che hanno denunciato atti intimidatori ai danni della loro attivita’, di inviarci le domande per l’acquisto e l’installazione degli impianti elettronici per il rilevamento di presenze estranee e di registrazione audiovisiva. Il contributo sara’ del 60% degli importi fatturati fino ad un massimo di 5164 euro”.
Sempre a settembre, Leanza ha annunciato che promuovera’ “una conferenza organizzativa per incontrare tutti i soggetti che lavorano per combattere il racket e l’usura. Al tavolo saranno invitati la commissione antimafia, le associazioni antiracket, le organizzazioni sindacali e degli imprenditori e i rappresentanti delle forze dell’ordine per trovare insieme risposte efficaci, efficienti e condivise. Vogliamo fare sentire la vicinanza delle istituzioni a chi lotta contro la mafia ma soprattutto c’e’ la necessita’di individuare una linea comune in maniera da evitare inutile duplicazioni che, spesso, finiscono con il vanificare gli sforzi per l’eccessiva frammentazione burocratica degli interventi”.