RENZI A MESSINA – Firma del “Patto” e campagna per il “Sì”. Le proteste del fronte del “No” e degli studenti
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RENZI A MESSINA – Firma del “Patto” e campagna per il “Sì”. Le proteste del fronte del “No” e degli studenti

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Prima l’incontro con i rappresentanti delle istituzioni al Rettorato con il suggello sul Patto per lo sviluppo di Messina: pronti 332 milioni di euro da impiegare a tutto il 2019, di cui 100 stanziati solo per il capoluogo. Ma le somme, in totale, considerate varie forme di finanziamento, raggiungono quasi 778 milioni di euro…. articolo e foto di Corrado Speziale.

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Prima l’incontro con i rappresentanti delle istituzioni al Rettorato con il suggello sul Patto per lo sviluppo di Messina: pronti 332 milioni di euro da impiegare a tutto il 2019, di cui 100 stanziati solo per il capoluogo.

Ma le somme, in totale, considerate varie forme di finanziamento, raggiungono quasi 778 milioni di euro

Poi la convention Pd al Palacultura per lanciare il Sì al referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre. In entrambe le circostanze si è registrata la protesta dei manifestanti, attraverso l’azione del Coordinamento per la democrazia costituzionale, dei partiti e movimenti aderenti alla campagna per il No referendario, ai quali si sono uniti gli studenti.

L’imponente servizio di sicurezza messo a punto in città ha tenuto a distanza i manifestanti dal premier, fatto accedere in entrambi i palazzi da ingressi secondari. Qualche momento di tensione si è registrato davanti al Palacultura dove è stato impedito l’ingresso a molte persone per “raggiunta capienza”. Il premier Renzi al primo intervento:

“Negli anni passati l’Italia ha gettato via risorse anche perché sono stati spesi male i fondi europei”.

Al Palacultura, per il Sì: “Penso che l’Italia ce la possa fare. Non smetterò un solo istante di combattere affinché con questa riforma il Paese diventi più snello”.

Dal fronte del No: “Difendiamo la nostra Costituzione contro una riforma pasticciata e autoritaria”.       

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Un presidente del Consiglio non metteva piede a Messina dal 10 ottobre 2009. Allora furono i funerali delle vittime di Giampilieri a far approdare in città Silvio Berlusconi. Stavolta si è trattata invece di un’occasione politica e istituzionale in cui c’entrano strategie di sviluppo, risorse, progettualità, con il “Patto per Messina”, da un lato. Dall’altro, la campagna referendaria “Basta un Sì”, per il prossimo referendum costituzionale del 4 dicembre. “Un viaggio”, come si suole dire, “e due servizi”. Il tutto, con due incontri nel tardo pomeriggio di ieri in forma strettamente selettiva dentro contorni blindati: il primo al Rettorato, secondo un protocollo rigido, dinnanzi ad una platea traboccante di autorità, politici, deputati, amministratori locali, dirigenti di uffici pubblici, imprenditori. Presente, tra gli altri, il presidente della Regione Rosario Crocetta. Il secondo al Palacultura Antonello, in ambito partitico, ossia, in “salsa” Pd.

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L’imponente servizio di sicurezza messo a punto in città ha tenuto a distanza i manifestanti dal premier, fatto accedere in entrambi i palazzi da ingressi secondari. Tutto è andato secondo previsione, tranne non risparmiare critiche per le scelte ed i comportamenti degli organizzatori al Palacultura, dove un partito “democratico”, su un argomento di valenza costituzionale, pur riunendosi pubblicamente in un luogo di proprietà comunale, ha lasciato fuori tantissima gente e preteso l’accredito stampa per i giornalisti.

La prima circostanza ha causato il mancato ingresso di un gruppo dell’Unione inquilini, per “raggiunta capienza” dell’auditorium, quando gli stessi chiedevano invece di poter restare in piedi ai margini del foyer. Inquilini “scomodi”, evidentemente.

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La seconda ha ritardato, oltremodo, l’ingresso di chi scrive, con conseguente parzializzazione della cronaca: di questi tempi succede anche nelle migliori “democrazie”.

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L’incontro al Rettorato. Il premier Renzi ha così suggellato formalmente, nero su bianco, il Patto per lo sviluppo di Messina, come Città metropolitana, dentro l’ormai noto Patto per il Sud, il cosiddetto Masterplan, strumento innovativo che assegna risorse a progetti, cantierabili e in divenire, all’interno di obiettivi, strategie e tempi d’operatività stabiliti. 332 milioni di euro sono pronti, sul piatto, da impiegare a tutto il 2019. Di questi, sin da subito, quasi 61 milioni sono da spendere entro il 2017. Del totale, solo alla città capoluogo, vanno oltre 100 milioni di euro. Questi i settori: infrastrutture, ambiente, sviluppo economico e produttivo, turismo e cultura, sicurezza e cultura della legalità, edilizia scolastica, sportiva per l’inclusione sociale. Nell’aula magna, gli interventi del rettore Pietro Navarra e del sindaco metropolitano Renato Accorinti. A seguire, Matteo Renzi: “Negli anni passati l’Italia ha gettato via risorse anche perché sono stati spesi male i fondi europei”, ha detto il capo del Governo. Ed ha spiegato i meccanismi di controllo affinchè le risorse del Patto vadano a buon fine. La somma che egli espone in aula e “consegna” ai presenti, è quella comprensiva di tutti gli strumenti di finanziamento in atto: “Questo Patto – ha specificato Renzi – assegna al territorio messinese circa 778 milioni di euro”.

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Mentre il premier dentro l’Ateneo dà numeri e spiega il da farsi, fuori, da qualche ora, cresce la protesta dei manifestanti, attraverso l’azione del Coordinamento per la democrazia costituzionale, organizzata da Maurizio Rella e Alessandra Minniti, dei partiti e movimenti aderenti alla campagna per il No referendario, ai quali si sono uniti gli studenti. In evidenza striscioni con su scritto: “Io voto No – Partigiani per la Costituzione, Ora e sempre resistenza”, quello del movimento 5 stelle, dell’Unione inquilini – “Casa e lavoro per tutti”, del comitato “Mamme per il No”, nato dal comitato “Mamme per la vita” di Saponara, guidato da Rossana Giacobbe. Realizzate, per l’occasione, magliette con su scritto “Renzi a casa”. I manifestanti, schierati dietro le transenne davanti al Rettorato, hanno lanciato slogan e letto al megafono vari passaggi della Costituzione. “Difendiamo la nostra Costituzione contro una riforma pasticciata e autoritaria”, avevano scritto prima della manifestazione. Ed in piazza: “Abbasso la riforma Renzi – Boschi. Ci vogliono rubare la democrazia”, urlavano, tra un’intonazione e l’altra di “Bella ciao”.

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La convention del Pd per il Sì al referendum al Palacultura. Qui Renzi, in veste meno formale, ha esercitato al meglio il suo ruolo di leader. La sua recente visita da Obama, l’attacco a Marco Travaglio, il rendiconto e le sue visioni sul futuro della Nazione con il Sì al referendum, lo hanno condotto a questa affermazione: “Penso che l’Italia ce la possa fare. Non smetterò un solo istante di combattere affinché con questa riforma il Paese diventi più snello”.

Dopodiché, l’atteso argomento Ponte sullo Stretto, reclamato da quella parte di platea Pd che vorrebbe vedere realizzare l’opera. Finanche Renzi si sorprende: “Non l’avrei mai immaginato…”. Poi prosegue: “Sapete qual è la mia opinione. Le priorità riguardano innanzitutto le piccole infrastrutture”. Fa intendere che il Ponte lo vedrebbe nell’ambito dell’alta velocità ferroviaria: “Ciò che vale per le ferrovie vale per il Ponte”, ha detto, con una condizione: “Sono pronto a discuterne”. Poi chiude l’argomento: “Sulla scheda del referendum non c’è un quesito sul sì o no al Ponte…”. Una signora lo esorta: “Non mollare!”. Lui: “Dipende da voi. Costituite i comitati e fate vincere il Sì contro quelli che sanno solo dire No per il gusto dell’odio personale”. Parole che nella mente di qualcuno risuonano come un “mantra” berlusconiano.

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Fuori, tra viale Boccetta e via XXIV maggio, la protesta di gruppi di studenti sulla condizione scolastica e contro la “Buona scuola” di Renzi. Slogan e striscioni: “Scuole che crollano, studenti che non mollano”. E ancora: “La scuola è degli studenti, non dei dirigenti”.

 

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Corrado Speziale

 

 

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23 Ottobre 2016

Autore:

redazione


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