L’amministrazione comunale, guidata dal Giuseppe Laccoto, replica al dire del consigliere Gaetano Scaffidi sulla richiesta del risarcimento danni per i “danni all’immagine”
Era attesa la replica del sindaco
“Ci sono tre cose che non si possono nascondere a lungo: il sole, la luna e la verità.
E così, nonostante il sig. Scaffidi Lallaro si finga vittima, è chiaro che la sua ostinazione a considerarsi sempre oppresso e perseguitato sconfini nel patologico.
Infatti, ha scritto un comunicato stampa intriso di ricostruzioni del tutto personali – formalmente spacciate per verità – sulla vicenda relativa al giudizio civile che lo vede contrapposto al Comune di Brolo.
E’ bene ricordare che nello scorso mese di giugno 2020 Scaffidi Lallaro ha diffuso, via social, l’ennesimo post contenente affermazioni non vere o artatamente mistificate, che avevano l’unico scopo di denigrare e danneggiare l’immagine del paese. Più esattamente, in modo del tutto arbitrario e immotivato, ha affermato che vi fosse una fuoriuscita di fognatura verso mare.
Dunque, da privato cittadino ha pubblicato su Facebook un video e diffuso informazioni oggettivamente sbagliate e fuorvianti, nella sostanza gravemente lesive per l’immagine del Paese, rivolte in modo da provocare un ingiustificato e grave allarme tra cittadini e turisti. Informazioni che, diffuse tramite un profilo social privato e destinate a raggiungere un imprecisato numero di potenziali utenti, nulla hanno a che fare con le legittime prerogative dei consiglieri comunali.
Eppure, il sig. Scaffidi Lallaro ha dimenticato (chissà) che proprio in quei giorni erano in corso i lavori della nuova condotta verso il depuratore, interventi finalizzati a risolvere un problema assai grave per il Paese. Problema irrisolto anche in quei cinque anni il cui lo stesso Lallaro ha amministrato ed ha assistito immobile all’aggravarsi delle situazione. Evidentemente pensa che in politica tutto sia ammesso pur di provare a mettere in cattiva luce l’operato del proprio avversario politico che sta cercando di mettere a posto questioni irrisolte.
Sarebbe bastato ammettere di aver preso un abbaglio, di aver alzato troppo il tiro diffondendo informazione sbagliate, nel momento in cui i pubblici ufficiali intervenuti sul posto per accertare i fatti hanno constatato l’inconsistenza delle accuse.
E invece no: Scaffidi Lallaro ha preferito apostrofare i pubblici ufficiali intervenuti come soggetti che si erano prestati a fare “certe porcate”, denigrando in questo modo non solo il Paese, ma anche le istituzioni e, più in generale, quei pubblici ufficiali che hanno doverosamente compiuto gli accertamenti di rito. Eppure Scaffidi Lallaro non è nuovo a queste uscite incaute e sconsiderate, come quando ha postato uno sversamento nel mare di Piraino affermando che si trattasse di Brolo, oppure quando si è fatto immortalare in un terreno incolto di proprietà privata sostenendo che fosse compito del Comune ripulire. La politica non è spettacolo, così come ci si ostina a mascherare di verità le menzogne.
Nessun “regime” instaurato dall’Amministrazione, nessun tentativo di condizionare l’attività politica di qualsivoglia consigliere comunale. Solo la forte e determinata volontà di difendere l’immagine di Brolo contro evidenti storture e falsità. La critica e il confronto in politica sono sacrosanti, ma non sono accettabili disinformazione e strumentalizzazioni che si ripercuotono negativamente sulla reputazione di Brolo. L’Amministrazione non personalizza lo scontro politico, ma mette la città davanti a tutto.
Piuttosto, Lallaro ripensi al suo atteggiamento che pretende di ridurre al silenzio chiunque consenta di replicare alle proprie affermazioni (in quel post Scaffidi Lallaro attacca pubblicamente anche i giornalisti che hanno evidentemente avuto l’ardire di pubblicare una smentita da parte di un assessore comunale) o accusa pubblicamente senza mezzi termini di complicità e porcate le forze dell’ordine o dipendenti comunali.
Inoltre, lo Scaffidi Lallaro in sede di mediazione, ha rifiutato l’invito del Giudice a comporre la controversia.
Evidentemente, si era già compenetrato nel ruolo di falsa vittima ed aveva già impacchettato l’ennesima pubblica sceneggiata con una missiva indirizzata a centinaia di politici.
Distorcere i fatti e vestire i panni della vittima è senz’altro facile e comodo così come sbraitare sui social, ma la verità è un’altra cosa e, soprattutto, si trova da un’altra parte. Si rassegni il Sig. Scaffidi Lallaro: la contrapposizione sociale a Brolo è finita due anni fa e vanno sistematicamente a vuoto i suoi tentativi di alimentarla: come Dante “Non ragioniam di lor, ma guarda e passa”.
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