RETE OSPEDALIERA SICILIANA – Prime reazioni ai tagli, sindacati, medici, politici e sindaci sul sentiero di guerra
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RETE OSPEDALIERA SICILIANA – Prime reazioni ai tagli, sindacati, medici, politici e sindaci sul sentiero di guerra

Sembra giunto al termine il lungo percorso di allineamento della Rete ospedaliera siciliana ai contenuti della normativa nazionale. 

Il “filo rosso” che in qualche modo lega i decreti regionali degli ultimi 18 mesi, sembra adesso individuare nella “rete per l’emergenza”, la base per la classificazione delle aziende ospedaliere e degli ospedali delle aziende sanitarie. Due, i punti sui quali l’assessore Gucciardi ha dato riscontro – su nostra espressa richiesta – e che sono autentici “nodi Politici”:

 1) Non ci sarà finalmente una nuova interlocuzione con Roma che evidentemente è soddisfatta di quanto è stato assicurato da Palermo circa l’assetto definitivo della Rete nell’ultimo incontro del 3 agosto scorso;

 2) Si potrà dare il via alle procedure di stabilizzazione dei precari e all’attività concorsuale, precedute dal riassorbimento del personale dichiarato in esubero. L’ANAAO-ASSOMED non può consentire ulteriori dilazioni, per una Sanità regionale ingessata da almeno 4 anni, prima con l’incredibile periodo di commissariamento delle Aziende per la procedura di nomina dei Direttori generali (durata 22 mesi!) e poi con i Decreti assessoriali di rimodulazione della rete ospedaliera con i loro contorti iter amministrativi tra Palermo e Roma. BASTA! I cittadini, gli operatori sanitari e i dirigenti medici, vogliono certezze e pretendono una sanità gestita in modo trasparente ed efficace per esplicare al meglio la loro professionalità. In breve, la rimodulazione della rete ospedaliera prevede: 3 mega ospedali (Hub), 15 ospedali più piccoli (Spoke), 23 presidi ospedalieri di base, 7 ospedali in zone disagiate e 3 ospedali di comunità. E nel fare questo, “salteranno” una decina di Pronto Soccorso, quelli che non prevedono più di 20 mila accessi l’anno, come se si trattasse di una “navigazione sui social network” con i suoi accessi, i suoi follower, e i suoi like. Ci ha sorpreso la suddivisione in 4 aree territoriali. Cosa che comporta ancora una volta, la preservazione di un numero più elevato di strutture in alcune aree, rispetto ad altre: vedi l’area territoriale Catania, Ragusa, Siracusa che conta 1.900.000 abitanti circa, e quella di Palermo, Trapani con 1.712.000 abitanti. La più penalizzata sarà Messina con 645.000 abitanti, dove si può prevedere che vaste aree di territorio saranno prive di strutture per le patologie tempo dipendenti (l’area dei Nebrodi ad es.). A Catania per all’AOUP V. Emanuele, ci chiediamo quale sarà la collocazione dell’ospedale San Marco? Tenuto conto che a febbraio 2017 dovrebbe essere consegnato ma non figura in questa nuova rete? Ed ancora come mai al Policlinico Rodolico non è previsto nessun Pronto soccorso, quando sembrava imminente il trasferimento del P.S. del V. Emanuele nei modernissimi locali appena completati? Non ci spieghiamo nemmeno come l’ospedale Giglio (a Cefalù) sia stato classificato “di base” con P.S. Ciò comporterà il sacrificio di unità non previste in questa tipologia di strutture (Urologia, Oncologia, Cardiologia, ecc.) con ricadute pesanti sul procedimento di assestamento economico che l’amministrazione stava portando avanti e quindi sui livelli occupazionali. Sembrerebbe che anche il neo costituito Polo IRCCS Neurolesi-Piemonte, a Messina, possa avere ricadute negative dalla classificazione come ospedale di base, in quanto a questo punto la Cardiologia con UTIC, potrebbe essere eliminata al 31/12/2017. I direttori generali hanno avuto delle indicazioni “personalizzate” sulle strutture da eliminare da ora e fino al 31 dicembre 2017, per adeguare al DM 70/2015 “standard ospedalieri” il numero di unità complesse in ragione della popolazione per ciascun bacino. Gli ospedali, nella nuova rete, sono inseriti in un network a complessità decrescente dai Dipartimenti di Emergenza e Accettazione (DEA) di II° livello a scendere sino agli ospedali di comunità, si terrà conto anche delle zone insulari e montane (con 7 Presidi sanitari di zona disagiata). Il territorio sarà salvaguardato da Presidi Territoriali di Emergenza e Postazioni Territoriali Medicalizzate, piuttosto che da Presidi Territoriali di Assistenza (PTA) provenienti da rifunzionalizzazione di strutture ospedaliere. Organizzazione questa che dovrà interfacciarsi con la Rete delle patologie tempo-dipendenti (IMA, Stroke, Trauma Center) e con i Punti nascita. Per l’ANAAO ASSOMED comunque restano ancora molte e forti le perplessità in merito all’attuazione di questo Piano per la Rimodulazione della Rete Ospedaliera.

Il sindaco di Barcellona Pozzo di Gotto Roberto Materia

Da notizie pubblicate nella giornata odierna si apprende- non avendo ricevuto nulla di ufficiale, che è stata varata dall’Assessore Ubaldo Gucciardi una nuova rete ospedaliera siciliana:i Os.

Iniziamo con il sottolineare che le prestazioni effettuate presso il pronto soccorso di Barcellona Pozzo di Gotto sono più di 23000 ,e che insieme a quelle effettuate presso il nosocomio di Milazzo, raggiungono il numero di 50 mila prestazioni; impossibile quindi dare un’assistenza immediata e di qualità, in termini di pronto soccorso, presso il nosocomio di Milazzo dove già si registrano almeno tre ore di attesa. Non conosciamo ancora l’ampiezza dei tagli che interessano le nostre realtà territoriali – scrive Materia- ma possiamo immediatamente affermare che se la politica, nella fattispecie “l’Assessore alla salute Gucciardi valido esponente di questo Governo Regionale “, opera in questo modo ,non solo mortifica il nostro territorio provinciale e tutta la Sicilia ma si assume una grossissima responsabilità politica e istituzionale non garantendo i livelli minimi di assistenza sanitaria. Pertanto si invita con immediatezza l’Assessore Gucciardi qualora queste notizie avessero fondamento a rivedere immediatamente il piano della rete ospedaliera appena partorito . Si invitano altresì- conclude la nota –  tutti i Sindaci della Provincia insieme a tutte le forze politiche e sociali al fine, con determinazione ,di mettere in campo nel rispetto della legalità e del fare civile tutte le azioni possibili rivolte alla difesa della sanità pubblica .

I sindacati:

“Siamo esterrefatti rispetto all’atteggiamento dell’assessore alla salute Baldo Gucciardi,  il quale meno di un mese addietro pubblicava i decreti attuativi della legge 24 che di fatto salvava l’ospedale Piemonte- dicono Pippo Calapai e Mario Macrì, Uil-Fpl.

Oggi apprendiamo che la  nuova Rete ospedaliera decapita il Pronto soccorso  perché taglia in maniera indiscriminata dei reparti. Di fronte al teatro dell’assurdo proposto da questo governo regionale intendiamo promuovere nuove iniziative. Ci auguriamo che vi sia una levata di scudi corale da parte di chi ha sostenuto la legge 24 ‘salva-Piemonte’. Non comprendiamo come l’assessore possa eliminare dei reparti con un colpo di spugna quando la fusione del Piemonte con il Nerurolesi è stata avallata da una legge regionale approvata dall’Ars”.

La Uil-Fpl chiede che in attesa di capire quale forma prenderà la rete ospedaliera e l’entità dei tagli, vengano congelati i contratti di chi, al Piemonte, ha optato per l’Ircss piuttosto che per il Papardo.

Duro il commento anche da parte del segretario generale Cisl Tonino Genovese e dei segretari delle federazioni del Pubblico Impiego e dei Medici Calogero Emanuele e Gianplacido De Luca: “Devastanti i tagli ai servizi essenziali ed ai presidi della provincia, da Barcellona a Mistretta. Forse l’assessore non conosce l’orografia del territorio di Mistretta che dista oltre 50 chilometri dall’ospedale di Sant’Agata Militello e oltre 70 da quello di Cefalù, con una rete stradale assai precaria. L’ospedale di Mistretta è destinato allo smantellamento che, dopo aver subito la chiusura del punto nascita, e ora verrebbe privato anche del pronto soccorso. La  chiusura del Pronto Soccorso del Cutroni Zodda di Barcellona collassa il Fogliani di Milazzo che, con i suoi oltre 50 mila accessi anni, dovrebbe farsi carico di ulteriori 25 mila accessi del barcellonese. Anche il lavoro di oltre due anni per mettere in sicurezza i servizi dell’Ospedale Piemonte, viene vanificato dalle scelte improprie ed inopportune operate dall’assessore Gucciardi. Oggi viene certificato il depotenziamento e ridimensionamento di quel famoso Polo d’eccellenza di riabilitazione e il mantenimento del Presidio d’emergenza che doveva dare certezza a continuità ai bisogni della collettività”.

La Cisl chiede alla deputazione di battersi non solo a Palermo ma anche a Roma.

Oggi ad Agrigento Beppe Picciolo consegnerà la lettera indirizzata al premier e che riguarda l’intera questione della rete ospedaliera e non solo il territorio messinese.

“Da medico impegnato in politica ed in commissione parlamentare regionale Sanità da quasi 9 anni conosco la storia recente del settore specifico in Sicilia. Conosco il disastro economico e gestionale da cui venivamo, gli oltre 300 milioni annui di mobilità passiva che pagavano alle regioni del Nord, i tripli primariati e doppioni di reparti pressoché inutili ed improduttivi. Da due anni i conti della sanità regionale, sono in attivo di oltre 200 milioni di euro. La mobilità passiva più che dimezzata, l’offerta sanitaria strategica razionalizzata al meglio. Interverrebbe adesso “ope legis” il DM 70 (Balduzzi/ oggi Lorenzin) che impone alla Sicilia un’ ulteriore e drastica riconversione della organizzazione sanitaria che costringerà l’Assessore in carica, che l’obbligo di applicare una legge dello Stato ad intervenire in danno di un territorio che iniziava a vedere i risultati di un “piano di rientro” ministeriale adottato in modo quasi esemplare. L’applicazione del DM 70 provocherà una ingiustificata mortificazione del territorio regionale, una nuova rivisitazione delle piante organiche aziendali, la chiusura di parecchi reparti. Il rischio è che ricomincino i cosiddetti “viaggi della speranza” verso il Nord, forse a favore dei soliti poteri forti che gestiscono la sanità nazionale. Per questi  chiediamo il diritto alla autodeterminazione di una Regione, peraltro ad oggi ancora a Statuto Speciale, che ad invarianza di spesa, senza un euro di costi aggiuntivi per il tuo Governo, vorrebbe completare una riforma sanitaria che ha dato ottimi ed indiscutibili risultati”. Picciolo dice anche che il Balduzzi può avere ragion d’essere in realtà come quella del Piemonte o dell’Emilia che hanno già un’organizzazione strutturata del territorio, infrastrutture viarie adeguate, e sono esempi pilota per il Paese. In Sicilia non è così. “Creiamo un sistema infrastrutturale efficiente, un sistema sanitario  capillare che giunga nelle periferie come nei grandi centri, dotiamo il Sistema del servizio di elisoccorso h24 a tutto il territorio o di una rete di PTE perfettamente funzionante h24 e poi potremo discutere di ulteriori ridimensionamenti. Spiega ai tuoi ministri della Salute e del MEF che le riforme  si costruiscono a misura di un paese e non penalizzando i più deboli a favore dei soliti noti!”

Sull’Ircss-Piemonte il deputato regionale Ncd Nino Germanà: “La proposta dell’assessore entra in pieno contrasto con la norma varata dal Parlamento Siciliano che ha legiferato con grande chiarezza e trasversale condivisione, nell’interesse del territorio e delle sue esigenze primarie.

Così facendo ridurremmo l’IRCCS ad un semplice presidio di base, smembrando di fatto l’Ospedale Piemonte che, rispetto al decreto presidenziale, ha visto chiusi i reparti di Anestesia, Cardiologia, Utic, neurologia e addirittura i 4 posti per gli Hanseniani riconosciuti da uno speciale decreto ministeriale, riducendo i posti letto per acuti da 51 a 23 +7 di astanteria. Porteremo avanti quanto sostenuto sino ad oggi: la creazione di un Polo del Mediterraneo così come immaginato dalla cittadinanza, da tutti i parlamentari e dal ministro della salute quando fu avviato il progetto IRCCS-Piemonte”. Germanà incontrerà nei prossimi giorni il Ministro Lorenzin per chiarire la situazione.

 

Intervento del deputato di Forza Italia, Bernadette Grasso:

“Apprendo con incredulità della drastica decurtazione di posti letto effettuata, tra le altre scorribande regionali, anche nei riguardi dell’IRCCS – Presidio Piemonte di Messina, cui sono particolarmente legata non solo per l’ambito di appartenenza e di conoscenza, ma per una battaglia politica sostenuta con i colleghi parlamentari dell’opposizione e della maggioranza.
La legge n. 24 del 2015 è stato il risultato finale di tale impegno comune, condiviso e sostenuto anche e soprattutto dai cittadini messinesi e siciliani.
Parrebbe da dati ancora non ufficialmente diffusi che dagli originari 84 posti letto si sia addirittura arrivati a 23 posti letto + 7 ipotetici di astanteria . Non si comprende dove siano finiti di colpo gli 8 posti letto di Anestesia e Rianimazione, gli 8 posti letto di Cardiologia e i 6 posti letto di Unità Coronarica senza emodinamica. Non si comprende dove sono finiti i 4 posti letto di Neurologia di Urgenza (fondamentali per un IRCCS di Neuroscienze), dove siano finiti i 4 posti letto per il Centro Nazionale per gli Hanseniani.
In compenso però vengono elargite 4 UOC a fronte dei 23 posti letto + 7 di astanteria (locali tecnici), a cui viene addirittura attribuita dignità di Unità Operativa Complessa .

A questo punto si intende chiedere al Presidente della Regione e all’Assessore alla Sanità che ne è stato del lungo iter parlamentare che ha condotto alla legge 24, che contempla espressamente le specifiche attribuzioni per singolo settore disciplinare, in sinergia con l’iniziale missione dell’IRCCS. Che ne sarà dell’impegno economico fino a oggi profuso e delle iniziative già avviate a seguito della norma approvata nel 2015, quale il destino dei lavoratori che hanno optato per aderire al Progetto IRCCS – Piemonte, adoperando lo strumento del Trasferimento dall’ex Papardo – Piemonte e soprattutto cosa ne sarà dei cittadini, dei malati e dei loro familiari riguardo alle aspettative di salute.

 

10 Settembre 2016

Autore:

redazione


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