Fotonotizie

RICORDI – Enrico Caruso, sempre presente!

Ci sono date che riportano indietro, riaprono lo scrigno dei ricordi, belli o brutti, tristi o allegri, che ci fanno sorridere o riscoprono ferite mai rimarginate dentro la nostra anima. Oggi non è possibile non ricordare Enrico… una persona a cui abbiamo voluto bene, presente con il suo modo di fare, di agire, di sorridere alla vita. Quando, improvvisamente ci si trova a fare i conti con il dolore della scomparsa, a cercare un senso a quello che è accaduto, le emozioni diventano contrastanti: si può provare tristezza, solitudine e disperazione, apatia e assenza di emozioni o, al contrario, agitazione, rabbia e inquietudine, senso di smarrimento. Si sente la mancanza fisica e di tutto ciò che la persona rappresentava per noi: il legame, l’affetto, i progetti, le amicizie,  le discussioni fatti insieme, i film condivisi, le storie passate, … poi si torna a vivere in una normalità, deprivata di un pezzo di noi…

 

Ricordando un amico. Lo facciamo ripubblicando alcuni articoli di scomunicando.it

LUTTI – CAPO D’ORLANDO HA SALUTATO ENRICO CARUSO

Si potrebbe andare tutti quanti al tuo funerale” cantava nella sua canzone più famosa Enzo Jannacci, e tanti orlandini, insieme ai “ragazzi di un tempo” di tutti i Nebrodi, agli amici di Catania, ai compagni di scuola di Marco – il figlio -, ai colleghi di Maria, la moglie, ieri era proprio là, al funerale di Enrico, nella Chiesa di Cristo Re, dove un prete-amico, padre Nello, a stento, teneva a bada la sua commozione, come in tanti, in chiesa, dove le lacrime per altri erano incontenibili.

Una partecipazione popolare, commossa, anche di tanta gente, quella comune, quella che Enrico amava incontrare, in piazza, al bar e che anche in questi anni, in giro nel variegato mondo dello spettacolo, dell’effimero, del far cultura attraverso le pellicole cinematografiche, sulle note del blues e delle discoteche aveva sempre rispettato e da cui si era fatto volere bene.

C’erano i dj’s, quelli che da ragazzi avevano iniziato a lavorare nei suoi locali; i componenti delle band di blues che si erano esibiti al Doc; c’era Ursus il più mitico dei suoi buttafuori; c’erano gli amici di sempre – Antonio, Tanino, Nino, Franco, Massimo, Donatella, Roberto…. – quelli che gli erano stati vicini in ogni momento, anche nel freddo di unamorgue.

Generazioni: dai compagni di gioco, quando era ragazzo,  lungo la trazzera marina, a quelli che hanno corso con lui in bicicletta ai tempi dell’Uisp, o giocato a tennis contro i suoi possenti lungolinea, o fatto politica. C’erano anche i “nuovi” amici come Gabriele e Luca, giovanissimi, che avevavo  da subito imparato a volergli bene.

C’era chi ha condiviso l’amore per la buona tavola – anche quella delle bettole davvero messe male -, amato i Blues Brothers, la motocicletta, il cinema.

Arriva trafelato “Titta” – da Patti – l’aveva saputo tramite il tam tam di facebook, poi attimi prima, a sorpresa da Catania appare anche Manlio, mentre da Torino Roberta e Maurizio, virtualmente, sono insieme agli altri a piangere un amico.

La chiesa è piena, Francesco, “il Giaguaro”, Saro, Silvio, Claudia, Piera, Nino, Maria, Betty, Maurizio, Franca, Dominga e Salvo, Donatella, Nuccio – tanto per citarne alcuni e non se la prendono a male chi non è elencato – c’è anche un disorientato “Massimeddu”, qualcuno dice anche che c’è tanta gente, forse è anche una scusa per evitare l’emozione, sfuggire a quell’appuntamento che nessuno aveva messo in conto.

Dentro la chiesa, intorno alla bara è un via vai di strette di mano, di abbracci, di pianto, anche gli amici incassano le condoglianze,  come i parenti più stretti, tanto per loro è morto un fratello.

In prima fila la famiglia – ci sono anche i nipoti che adoravano questo zio burbero e buono, un vero punto fermo. Sono circondati, avvolti dall’affetto di chi ha voluto bene e stimato Enrico Caruso, 58 anni il prossimo 5 maggio.

Troppo giovane per andarsene con il suo ottimismo, la sua voglia di fare.

C’è Enzo Sindoni, il sindaco di Capo d’Orlando, Maria Ricciardello, presidente del consiglio di Brolo, c’è gente di Piraino e Caronia, di Milazzo e Sant’Agata, c’è anche Tano Grasso, l’amico di sempre.

“‘Si potrebbe andare tutti quanti al tuo funerale“ avrebbe cantato Enzo Jannaci

E siamo molti al  funerale di Enrico, e siamo in tanti, e siamo tutti e “la gente poi piange davvero”.

Parola di lupetto.

La gente voleva bene a questo imprenditore geniale, che non si tirava indietro neanche a guidare una betoniera, e gli vorrà bene sempre, mentre siamo diventati più umani, più autentici durante una cerimonia funebre semplice, sommessa, dove tutti eravamo già più soli.

Poi ancora le ultime parole, gli applausi, il ricordo diventa forte, ed infine gli amici che ti accompagno a spalla, fuori della chiesa, per un ultimo e mai troppo lungo abbraccio, mentre  per te scorrono i titoli di coda, ritorni a casa… lasciandoci un sorriso che ci riporta, in silenzio, all’essenziale, all’interiorità, al mistero della vita.

 

La nota del Cross Road

L’ultimo blues per il mio amico Enrico.

Solo ora trovo la forza per scrivere (di parlare ancora non se c’è verso) del mio amico Enrico Caruso.

Lo farò tenendo solo per me e pochi altri amici i ricordi più personali che ho di Lui, voglio piuttosto soffermandomi sull’aspetto “pubblico” di Enrico.

Penso che se Enrico fosse una canzone la si potrebbe registrare alla SIAE come di “pubblico dominio”, una composizione che tutti conoscono ma di cui non è possibile risalire al compositore.

Parlo di Enrico imprenditore culturale, figlio di operaio comunale e con licenza di terza media (eravamo compagni di classe), perché intendo riconoscergli il giusto merito: quello di avere aggiornato l’agenda culturale della città di Capo d’Orlando, che si trovava ancora ferma ai tempi della mostra di pittura “Vita e paesaggio di Capo d’Orlando” e della celeberrima “sapore di sale, sapore di mare”, siamo agli anni ‘60/’70.

L’attività imprenditoriale e culturale di Enrico parte con la gestione del vecchio cinema Odeon, nell’ultimo periodo di esistenza di quella struttura, egli seppe subito dare nuovo impulso ospitando in prima nazionale alcuni film di Vittorio Sindoni, programmando le pellicole dei migliori film in uscita in contemporanea con le proiezioni nelle città capoluogo siciliane.

Alla chiusura e demolizione dell’Odeon egli, col geniale intuito dell’imprenditore di razza, diede vita a quella formidabile esperienza dell’Alter Doc, nei primi anni ’90, un locale poliedrico che di volta in volta si trasformava in cinema, in discoteca, in pub con musica dal vivo; e che musica!

Ricordo solo alcuni dei nomi che transitarono sul palco dell’Alter Doc: Banco del Mutuo Soccorso, Rossana Casale, Lino Patruno, Franco Cerri, James Senese, Sergio Caputo, Romano Mussolini grande jazzista e figlio di Benito Mussolini, e che Enrico ospitò senza alcun indugio nel suo locale definito da qualcuno “un ritrovo di comunisti…” E poi tanti musicisti gospel e blues americani, che portarono quel locale a diventare punto di riferimento in Sicilia per la musica di qualità.

Mi piace ricordare il ruolo decisivo che Enrico, con cui condividevamo assieme ad altri amici la passione per la musica blues, ebbe nella costituzione dell’associazione Cross Road Club (1994) in qualità di socio fondatore, e nella nascita del Festival Capo d’Orlando Blues. Ricordo le tante puntate fatte al Pistoia Blues Festival per ascoltare i nostri beniamini: B.B.King, Jerry Lee Lewis, Buddy Guy, Taj Mahal, Richie Havens, Albert Collins, James Cotton, Bo Didley…e le grandi abbuffate di fiorentine (intendo le bistecche) che gli piacevano al pari del blues. Fu Enrico durante uno di quei viaggi a pronunciare la fatidica frase: ma perché non organizziamo un festival blues a Capo d’Orlando? E da li partimmo per i successivi 19 anni consecutivi, senza più fermarci.

Organizzò sui Nebrodi la prima eroica tournèe di un gruppo blues (Model T. Boogie) primi anni ’90, con la conseguente produzione di relativa maglietta con la foto dei Blues Brothers e scritta “lunga vita al rhythm & blues” ( quella della foto).

Tanti gli altri viaggi, come quello a Lipari per incontrare il suo idolo Fats Domino celeberrimo pianista americano di colore, al quale consegnò un ciondolo a forma di pianoforte che fece appositamente confezionare da un orafo, con l’oro proveniente dalla fusione di una sua collanina.

Nel frattempo continuava la sua attività con le sale cinematografiche, con l’invenzione sui nebrodi delle arene estive “cinema sotto le stelle” portando anche nei piccoli paesini, dove non c’era e non c’è il cinema, le grandi pellicole cinematografiche, al pari della trama di “nuovo cinema paradiso”.

Poi l’apertura dell’Alter Cinema a Gliaca di Piraino dove insediò una multisala e dove proprio in questi giorni si stava attrezzando per portare la tecnologia 3D; ed infine, l’apertura del cinema di Brolo.

Ricordo l’attività di intrattenimento che Enrico seppe intraprendere al Lido S.Gregorio, con la gestione contemporanea di tre locali: la Tartaruga discoteca, il Pub Movida, il ritrovo Mama Papi, attività che movimentò enormemente il movimento estivo in quel Borgo. Aprì la prima balera dei nebrodi qui in via Bruca, con tanto di orchestra dal vivo e centinaia di coppie giovani e meno giovani che volteggiavano a ritmo di valzer o tango.

Con la sua incessante attività di imprenditore culturale, nelle diverse forme, diede lavoro a centinaia di giovani, diede opportunità di sano divertimento e svago a tutti. Non un imprenditore con in testa unicamente lo scopo di lucro, ma un imprenditore illuminato con grandi intuizioni e con una propria etica sia nel rapporto con il personale che con i fornitori, e con il pubblico.

Il lavoro lo portò a distaccarsi dall’intervento diretto nell’associazione Cross Road Club, ma la sua presenza ed il suo sostegno non mancarono mai in nessuna edizione del Capo d’Orlando Blues, al quale piaceva assistere indossando la maglietta dedicata, ascoltando la sua musica preferita seduto al tavolino e nel contempo sorseggiando una birra fresca.

Se mai assieme ai miei amici del Cross troveremo la forza di far partire questa 20° edizione del Capo d’Orlando Blues, lo faremo nella consapevolezza che non sarà mai più lo stesso festival, quella sedia resterà metaforicamente sempre vuota e noi tutti saremo un poco più soli.

Enrico “the bear” Caruso, questo era per tutti noi, l’orso, la roccia, era immortale, e sempre questo per me resterà.

Permettetemi quindi di dedicargli l’ultimo blues, sperando che ovunque egli sia, si troverò seduto ad un tavolino, con la maglietta del Capo d’Orlando Blues, ad ascoltare la sua musica preferita sorseggiando una birra fresca…

Cross Road Club
Nino Letizia

ASSENZE – UN ANNO FA MORIVA ENRICO CARUSO, GLI AMICI NON DIMENTICANO

Amico di tutti, simpatia contagiosa: un vuoto incolmabile per tanti.

Un’assenza che anche da “imprenditore dllo spettacolo” si fa sentire e pesa su tutti i nebrodi.

E così gli Amici di Enrico si sono ritrovati, mesti, in chiesa, stamani a Capo d’Orlando, vicini alla famiglia, addolorati, più soli, affranti, come lo scorso aprile.

Ancora increduti di quello che è accaduto, ma percependone – come non mai – l’”essenza” e lo “spirito” di questo grande uomo.

Ciao Enrico!

 

 

 

 

Oggi è morto un nostro caro amico.

E per questo noi piangiamo.

Addio Enrico …hasta la vista…grande!

 

Questa notte è morto un nostro caro amico.

Un amico della redazione, di Massimo, Claudia, MariaGrazia, un amico di tutti.

Un amico che è sempre stato vicino a tanti, accogliendoci quando ne avevamo bisogno, “riscaldando” il nostro cuore con una birra fresca, un sorriso, una manata che scuoteva e rinfrancava.

Un amico che ci ha sempre incoraggiato a pensare, a criticare, a leggere, a non abbassare mai la testa, a lottare per un diritto negato, per i diritti di tutti, a guardare e rivedere i bei film, a tifare per la sua Juve, ascoltare il buon Blues, guardare una moto con occhi sognanti, tutti seduti su una poltroncina di velluto rosso del “suo cinema”o su quelle pieghevoli delle arene o nei tanti locali che si inventava, creava e dove ci faceva sentire “padroni” e sempre benvenuti.

Oggi è morto un amico che ha creduto nelle sue idee, non ha rinnegato mai un ideale, un’amicizia, che ha costruito tante storie, belle, umane, vere, fatti di uomini, di rispetto, di impegno.

Enrico, un buono che sembrava burbero.

Sotto la barba un sorriso, una battuta, un grande ottimismo, che fino a ieri, nonostante la consapevolezza del suo stato di salute, lo portava a guardare verso il futuro. Sognava, a settembre, di avere tre sale con il 3D, ci credeva, amava sognare, e noi con lui.

Credeva nelle potenzalità del borgo di San Gregorio, ha costruito per anni quello che è stato “l’effimero” orlandino – in tempi non sospetti – ci sapeva fare, muovendosi spesso “con la grazia di un elefante in una cristalleria” – a modo suo – ma mai inopportuno, sapeva vivere e far vivere.

Compagno ed amico.

In politica e nella famiglia. Due ideali, due punti fermi in cui credeva.

A volte soffriva per la sua sensibilità, per i graffi che riceveva la sua anima da chi non si aspettava, e che la vita a tratti sembrava riservargli.

Poi andava avanti, sapeva dimenticare, non portava rancore, con un nuovo progetto, come in un film.

Il cinema -infatti – il suo grande amore.

Le prime arene – nelle spiagge, dentro i cortili delle scuole –  poi le sale con l’aria condizionata.

Un mondo fatto di celluloide, di bobine, di pellicole, vissuto anche a Catania e Palermo tra “quelli” della distribuzione che gli volevano bene e gli davano sempre le novità, le anteprime, le prime visioni. Le sue piccole grandi soddisfazioni.

Ma vogliamo ricordare anche “la Balera”, l’epopea del Mamy Papy, la discoteca della Tartaruga, il Movida, i primi festival del blues, ed ancora l’Alter Doc… e prima ancora il Gallo d’Oro e le crepes per la strada. Lui sorrideva, andava avanti, faceva impresa: vero geniale imprenditore, con una corte di miracoli intorno.

Un amico che credeva nell’Uomo, con gli Amici che credevano in lui e negli altri che lo vedevano cone un grande professionista, capace e affidabile.

Un Uomo – Enrico – che voleva vivere e che ha lottato fino alla fine, come un grande leone, con forza, senza cedere mai, pensando a Marco e Maria.

La morte di un amico caro è la morte di un pezzetto di noi, ci fa male e proviamo un dolore diverso.

La morte di un amico è la fine di qualcosa che ci appartiene, la fine di un’epoca, di un’epopea, che ci fa sentire più soli, ci fa crescere all’improvviso, ci rende adulti nel dolore, ci fa rivivere quello che abbiamo vissuto insieme, le parole che ci siamo dette e quelle che non potremo più dirci.

La morte di un amico ci da un senso di mancamento: manca qualcuno con cui confidarsi, qualcuno a cui raccontare una nostra pena o una nostra gioia, qualcuno con cui strillare la nostra felicità per un successo ottenuto o la nostra rabbia per un fallimento o un’ingiustizia subita.

La morte di un amico è la fine di una parte della nostra vita, che non tornerà più. Il ricordo, invece, risalterà fuori, quando meno te lo aspetti e ti farà sorridere.

Ed allora brinderemo ancora con te e a te, caro Enrico, perchè un bel ricordo non è la fine, ma l’inizio di qualcosa.

Sentiremo la sua mancanza, come la sentiranno quelli che l’hanno conosciuto e come mancherà alla sua Famiglia

 

10 AGOSTO A CAPO D’ORLANDO – “UNA STELLA TRA LE STELLE”… RICORDANDO ENRICO CARUSO

Enrico…la sua musica, i suoi film, i suoi amici…tutti insieme per ricordarlo, il prossimo 10 agosto al Capoblanco, sul lungomare di Capo d’Orlando, in una “lunga festa” che dalle 16,00, in spiaggia con i Dj che hanno condotto le colonne sonore della Tartaruga, Movida, Balera, Doc – tutti i locali di Enrico – che sino a notte tarda con i concerti live di blues  attrarà gli amici di sempre, chi l’ha conoscito, chi lo apprezzava e stimava. Grande partecipazione e voglia da fare a partire da Dino De Angelis,il promotore dell’evento, ai “ragazzi” del Cross Road, a quelli di Radio Doc, alla redazione di Scomunicando, ai gruppi musicali fin ai dj che parteciperanno – tutti – gratuitamente dando così un contributo alla Festa che ha anche scopi di solidarietà e beneficenza… come amava fare Enrico, un indimenticabile amico per tutti. Il programma

Ancora tutto in work progress il programma…ma ci sarà davvero tanto.

Ci saremo tutti.

Start ore 16 esibizione DJ

Marco Magistro Pippo Squadrito Kriss Hammer dj Fule’ Joe Maker e tanti altri in spiaggia al Summer Season,

ore 19 happy hours al Capoblanco

ore 21 30 Max Garrubba … donazioni, chiacchere, lanterne cinesi e poi i Black Soul

Tutto in un contorno di guzzi e harley davidson e buona birra.

Info e contatti Dino de Angelis 392 883 1340

Passa parola.

“ENRICO IN BLUES” – IL FESTIVAL ORLANDINO DEDICATO AD ENRICO CARUSO

 

Correva l’anno 1993 quando timidamente, ma con tanta determinazione, nasceva a Capo d’Orlando il “Capo d’Orlando Blues Festival”.

Sono passati 20 anni da allora e tante cose sono cambiate: il Festival Blues ed il Cross Road Club (l’associazione che da sempre ne cura il progetto e l’organizzazione) sono cresciuti e si sono fatti conoscere in tutta Italia e non solo; in 20 anni si sono messi in gioco e migliorati, spinti sempre dalla stessa voglia e dalla stessa passione: quella per il blues.

Venti anni dopo, però, c’è stato anche qualcuno che è volato via, un amico, Enrico Caruso, uno dei soci fondatori del Cross Road Club, scomparso poco più di un mese fa, al quale la ventesima edizione del “Capo d’Orlando Blues Festival” sarà dedicata.


Come da tradizione anche quest’anno, dal 26 al 28 luglio, la manifestazione si ripropone con rinnovata energia. Saranno presenti ospiti e musicisti d’eccellenza, ma anche tanti altri eventi e sorprese.

La ventesima edizione del “Capo d’Orlando Blues”, realizzata con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale, darà spazio oltre che alla musica anche all’arte, avvalendosi della collaborazione degli studenti dell’Istituto d’Arte di Capo d’Orlando che hanno avuto il compito di realizzare il logo ufficiale della manifestazione, sotto la guida del prof. Mauro Cappotto.

Logo ufficiale che è stato presentato ieri mattina in conferenza stampa presso l’Aula Magna dell’Istituto d’Arte, alla presenza del presidente dell’associazione Cross Road Club, Nino Letizia, del dirigente dell’Istituto, prof. Vincenzo Ettari, dell’assessore al Turismo e Spettacolo Rosario Milone, del delegato alla cultura del Comune di Capo d’Orlando, Giacomo Miracola e dei professori Mauro Cappotto, Carmelo Sicilia e Perna che hanno coordinato il progetto con i loro studenti.

“Ci siamo resi conto dopo 20 anni – ha affermato Nino Letizia -, che ci serviva un logo che rappresentasse al meglio lo spirito del Festival Blues ed il forte legame con il territorio.

E’ stato quasi automatico rivolgersi al professore Cappotto e all’Istituto d’Arte orlandino, chiedendo la loro collaborazione”.

Il progetto ha sin dall’inizio suscitato l’interesse della classe IV C, che vi ha lavorato con entusiasmo mettendo in gioco le proprie capacità e la propria fantasia.

Tante sono state le idee colorate, fantasiose, tradizionali, che i giovani artisti hanno messo su carta e proposto al Cross Road Club, ma a “vincere” è stata la semplicità e ancora una volta la passione per la musica con il bozzetto di Elisa Vasi.

Un altro passo avanti verso la ventesima edizione del “Capo d’Orlando Blues Festival” è stato fatto, a dimostrazione, ancora una volta, del fatto che la passione e la voglia di fare squadra e di lavorare tutti insieme al fine di raggiungere un obiettivo comune, fanno sì che si possa superare ogni ostacolo.

Chiara Lazzaro

SUONANDO PER ENRICO – OGGI LA “FESTA” AL CAPOBLANCO DI CAPO D’ORLANDO PER RICORDARE ENRICO CARUSO

LA “FESTA” ERA STATA RINVIATA, LO SCORSO 10 AGOSTO, PER LE PROIBITIVE CONDIZIONI METEO, QUESTA SERA L’APPUNTAMENTO E’ PER TUTTI AL CAPOBLANCO SUL LUNGOMARE NUOVO DI CAPO D’ORLANDO

In tanti avevano accolto con grande entusiasmo l’invito – un lungo tam tam su facebook – ad essere presenti e partecipare alla serata dedicata ad Enrico Caruso l’amico  di tutti, che manca a molti tantissimo.

Poi il tempo ci aveva messo lo zampino, facendo smontare in fretta e furia service e palchi, azzittire la musica, far tornare a casa i bikers che erano venuti a ricordarlo… nella miglior maniera possibile, dedicandogli una serata tra blues e birra.

C’erano tutti, venuti anche dai paesi vicini, da Catania, scesi dai Nebrodi, il minimo per ricordare un amico.

.

E i Gruppi, i Musicisti, Dino De Angelis – l’organizzatore del tutto – i ragazzi del Cross Road, gli amici del Movida, i nostalgici del Doc e della Tartaruga, non l’hanno data per vinta la tempo inclemente e questa sera ritorneranno sul lungomare orlandino, a far festa per un Amico …

Start ore 21,00

BLUES PER UN AMICO – BELLA SERATA AL CAPOBLANCO RICORDANDO ENRICO CARUSO

Lungomare di Capo d’Orlando. Ieri sera. Un pugno nello stomaco vedere la gigantografia di Enrico, sul palco che si andava via via riempendo di musicisti e strumenti. Poi sulle note del blues, che spesso malinconicamente sfociavo suI ritmi pìù suadenti del jazz .. si sciolgono le emozioni, la serata si riscalda, e il lancio delle “mongolfiere” a fine serata … un saluto speciale per lui, conclude una sera pensata, realizzata e dedicata a un grande amico.

Come poter dimenticare?

Enrico era non solo un manager dello spettacolo, un lavoratore, un compagno del buon vivere, dalla risata sincera ma anche un amico.

Uno di quei giovani che cresciuti velocemente, senza telefonini o tecnologia digitale, già agli inizi degli anni settanta, hanno condiviso con tanti passioni, valori, impegno politico, le partite di pallone, le biciclettate, le vacanze, la passione per le moto e sopratutto la musica.

Ad Enrico è stata dedicata la serata di ieri, quella voluta da Dino De Angelis e tenuta al Capoblanco, sul lungomare orlandino.

Sul palco Max Garrubba e la sua band e poi – sin dopo la mezzanotte – i Black Soul.

Buona musica, che ha, a volte in maniera discreta ha accompagnato discorsi, ricordi, sorrisi di chi ha colto l’occasione per ritrovarsi magari bevendo una buona birra.

Dino, mitico barman dei tanti locali che Enrico ha pensato e realizzato questa “festa ed è stato perfetto  a far gli onori di casa.

Tra palco e tavoli tanti volti noti, c’era Massimo, Nino, Maria, Betty, Tanino, Enzo, Marilena, Eleonora, e poi ancora Marco – suoi figlio – e i suoiamici, Francesco e Antonella, insieme a Melania, Giuseppe, Pino, i “ragazzini” che lavorano al Movida, e poi al Doc, i “fratelli” del Cross Road,  alcuni dj di quegli’anni, gli spiker di Radio Doc, e “Massimeddu”.

Si è stati bene insieme, ma non c’era allegria, ma condivisione.

Forse tra i tanti è mancato qualcuno, giustificatissimo, impegni di lavoro, altro da fare, le ferie finite – la serata slittata per il maltempo  quella del 10 agosto ha fatto saltare qualche progetto –  peccato per gli assenti.

Una lodevole iniziativa – riuscita – dedicata a uno dei tanti giovani che non arrendendosi all’età  credeva fosse possibile cambiare in meglio il mondo, il modo di fare politica, anche certe mentalità. Che era dalla parte di chi forse ancora oggi pensa ci sia molto da fare per costruire un mondo più giusto.

Lui con quel suo sguardo intenso, quel sorriso che ti catturava da subito e quel particolare modo di camminare si sarebbe divertito ad ascoltare i gruppi di ieri sera, che dedicavano la loro musica  a questo “blues brother” ideale, che voleva spazi da vivere, tutti insieme, accompagnati da proprio da questa musica – il blues –  universale e che voleva zeppa di tolleranza…

Per chi non c’era… Dino già pensa alla prossima edizione, nell’estate del 2016. State in campana.

 

ENRICO CARUSO – I FIORI DI ZUCCA, IL CICLISMO E VINCENZO NIBALI

 

Primi fiori di zucca della stagione quest’anno dedicati a Enrico Caruso che senza tanti complimenti ci ha abbandonati in questo mondo sempre più incomprensibile.

A Enrico i fiori di zucca piacevano: a volte li ho preparati per lui pastellati o impanati e ripieni di prosciutto e mozzarella.

Innaffiati da una buona birra facevano da contorno a interminabili discussioni dove spesso il ciclismo era padrone.

Entrambi appassionati dello sport delle due ruote e ottimi non pedalatori sfogavamo la nostra passione dando vita ad accesissime discussioni:

Baronchelliano io moseriano con derive saronniane lui; lui per Bugno io naturalmente per il Diablo: mi diceva affettuosamente che avevo un debole per le cause perse.

In compenso anima e corpo per la memoria e le imprese di Coppi perchè comunista e per il pirata Pantani: per entusiasmo sportivo lui per le leggende metropolitane che lo davano proveniente o simpatizzante di Autonomia Operaia io.

Ora, cosa non darei per poter discutere con Enrico di Vincenzo Nibali (agli albori della sua carriera professionistica nella sua pedalata avevamo visto un Tour e un Giro) in rosa in questo Giro e per giunta siciliano di Messina detto fuori da ogni campanilismo, ma insomma…

Certo sarebbe bello una maglia rosa dedicata ad Enrico, ma temo che ragioni varie, non ultima che Nibali sconosce le nostre vite di non pedalatori appassionati di ciclismo, lo impediscano.

Ma a me nessuno impedisce di dedicargli insieme ai primi fiori di zucca una rosa di Vincenzo Nibali.

Ciao Vecchio Orso, che la terra ti sia lieve

Altri articoli e foto nell’archivio del giornale.
Redazione Scomunicando.it

Recent Posts

Wazamba è una piattaforma moderna con gamification e bonus vantaggiosi

Wazamba è una piattaforma moderna con gamification e bonus vantaggiosi

4 ore ago

TESI SPERIMENTALI – Un’indagine semplice che coinvolge tutti con un semplice questionario..Vivere il dolore, affrontarlo insieme

il progetto universitario che ascolta chi soffre e chi cura di Claudia Toscano (altro…)

6 ore ago

DASPO WILLY & FOGLI DI VIA – Emessi per fatti accaduti tra Milazzo, Tortorici, Piraino, Brolo e Messina

Sicurezza e prevenzione: 5 “Daspo Willy” e 3 fogli di via  (altro…)

11 ore ago

NUOVI SERVIZI – Cassiopea Rent: soluzioni in movimento per un mondo che cambia

In un’epoca in cui la mobilità è sinonimo di libertà e funzionalità, Cassiopea Rent vuole…

11 ore ago

PATTI – L’addio a Alfio Noto

Addio al Dott. Alfio Noto, orgoglio della Città di Patti e figura di spicco della…

13 ore ago

FEDERBIOLOGI SICILIA – il Tar ha accolto il ricorso, vietato alle farmacie di erogare prestazioni sanitarie a carico del s.s.r. in locali esterni

Il TAR Sicilia ha accolto il ricorso presentato da Federbiologi Sicilia contro il decreto dell’Assessorato…

14 ore ago