La nota condivisibile
Mentre vengono sospesi i pochi collegamenti ferroviari diretti tra i Capoluoghi di Provincia in Sicilia e la rete stradale e autostradale interna all’Isola versa nelle condizioni che conosciamo, ripartono i fuochi di artificio sul Ponte sullo Stretto.
Si tratta di un’ossessione, di un accanimento terapeutico, di una Sindrome di Stoccolma che ha contagiato tutti, Governo e Opposizione.
Altro che transizione ecologica.
Chi è in buona fede e non conosce il nostro territorio, non sa che la ferrovia a Messina per essere collegata al Ponte dovrebbe attraversare la Città per venti chilometri e essere portata a novanta metri di altezza! Ugualmente sulla costa calabrese bisognerebbe partire da Gioia Tauro per rifare un tratto ferroviario nuovo, bucando montagne e colline della costa viola, tra Bagnara e Cannitello, passando da Scilla, un luogo incantevole ma già pieno di cemento.
In tutto questo c’è anche la responsabilità della grande stampa che da decenni mostra un fotomontaggio del Ponte come una protesi che unisce le due sponde, senza spiegare quante e quali folli opere a terra bisognerebbe concepire, progettare e, cosa più molto piu difficile, avere la capacità economica e tecnica di realizzare.
Fino ad oggi questa “brillante” Idea è costata 960 milioni di euro senza ovviamente l’ombra di un cantiere aperto e operante.
Una enorme e vergognosa lista di spese clientelari e di incarichi professionali per un’opera che è solo uno specchietto per le allodole.
O per gli allocchi.
Il Ponte sullo Stretto di Messina esiste solo sui rendering promozionali diffusi dalla società concessionaria e finora è costato quasi 1 MILIARDO DI EURO. Nel verdetto che chiede una rapida chiusura della procedura di liquidazione della società Stretto di Messina, la Corte dei Conti ha calcolato che questa società ha speso dal 1981, anno della sua costituzione, al 2013, anno della decisione di liquidarla, 958.292 milioni di euro, cui vanno aggiunti altri sei milioni dal 2013 al 2016. Fino a quella data, ma anche oltre, la società ha distribuito consulenze, incarichi, mazzette “promozionali”.
Nel 2013 è stata decisa la liquidazione della società, che e’ costata quasi due milioni l’anno nel 2014 e 2015 ed è prevista una spesa di 1,4 milioni annui.
Nel frattempo va avanti la vertenza giudiziaria avviata da Eurolink, la società che ha vinto l’appalto per la progettazione e la costruzione del ponte, per ottenere un indennizzo per la mancata realizzazione dell’opera: una vertenza che comporta enormi costi di avvocati e periti e che comporterà un esborso enorme se Eurolink vincerà la causa.
Cioè la società ha chiesto 700 milioni di euro di risarcimento sul’assoluto nulla.