RIFONDAZIONE COMUNISTA – Stretto di Messina: disservizi, investimenti e diritto alla mobilità
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RIFONDAZIONE COMUNISTA – Stretto di Messina: disservizi, investimenti e diritto alla mobilità

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Disservizi, investimenti e diritto alla mobilità. Nota del Direttivo Circolo Impastato PRC Messina

Giorno 3 luglio doveva terminare, ma operativa sino a ieri, la disposizione ministeriale la quale prevede che ai clienti dei treni Intercity Giorno e Intercity Notte da/per la Sicilia, durante la navigazione nello stretto di Messina, non è consentito rimanere a bordo delle carrozze. I viaggiatori devono pertanto trasferirsi nel ponte salone della nave prima del traghettamento. La stessa e identica procedura, utilizzata anche lo scorso luglio e lo scorso ottobre, fu adottata a seguito dell’’ispezione della Capitaneria del 30 giugno 2016 n°14760 ed RfI obbligò perciò i passeggeri degli Intercity  a scendere dai convogli durante la traversata sullo stretto e salire sul ponte della nave. Oggi come l’anno scorso l’azienda ha esteso lo stesso provvedimento a tutte le navi; al momento solo la nave Messina, dotata di ponte binari aperto, è autorizzata ad effettuare il traghettamento con i passeggeri a bordo treno. La replicazione della “disposizione” non è un caso: I tempi per i lavori di manutenzione della Messina ferma sino a ieri per manutenzione corrispondono non a caso alla durata di siffatta disposizione che, ricordiamolo, è stata attaccata nel merito dai sindacati, da questa organizzazione e dal Tribunale per i diritti del Malato.
Il problema che assilla apparentemente la N/T Messina è il cosiddetto “fouling”, letteralmente “sporcamento”, “insudiciamento”, “incrostazione” della carena. Il “fouling” può creare uno strato a rugosità irregolare e grossolana e produrre effetti negativi sulla velocità di avanzamento della nave. Per tali motivi secondo RfI la nave deve sottoporsi ad operazioni di c.d. “carenaggio”,  pulizia delle carene. Ci chiediamo se vengano spesi bene i soldi pubblici e se la inadeguata velocità di attraversamento dello Stretto non dipenda invece dalla potenza dei motori in dotazione alla Messina. Ricordiamo che le NN/T Villa e Scilla entrate in esercizio nel 1985 dispongono entrambe di 4 motori che sviluppano complessivamente quasi 17.000 cv, mentre la N/T Messina, la nuova ammiraglia RfI targata 2012, dispone di 3 motori, montati dopo anni di giacenza, dalla potenza complessiva di quasi 7000 cv.
E’ del tutto evidente che il problema non è pulire, ma svecchiare!

Se la Capitaneria accerta la non conformità delle NN/T in eventuali incendi a causa del “ponte chiuso” (in 116 anni nessun incendio ha costretto l’equipaggio ad evacuare le carrozze del treno) allora si provveda alla prescrizione di impianti estinguenti all’avanguardia, come ad esempio il sistema HPN-nebula o HI-FOG, per tutte le navi.
Inoltre nel caso specifico è indispensabile intervenire a monte con una normativa ad hoc sulla sicurezza  per il traghettamento ferroviario che fughi ogni tipo di dubbio e non lasci spazio a sommarie interpretazioni delle ordinanze ministeriali che mal si attagliano alle peculiarità dei trasporti sullo stretto di Messina.
Evidentemente tale situazione ha creato e crea tutt’ora forti disagi ai viaggiatori con disservizi e ritardi. Ad essere colpiti sono soprattutto i soggetti più vulnerabili: anziani e persone a ridotta mobilità, la cui condizione prevedrebbe un unico viaggio senza interruzioni e “fughe” di sorta. I comandanti delle navi hanno provato a richiedere personale di accoglienza in ausilio al personale di bordo per consentire l’esecuzione della strampalata disposizione Capitaneria/RFI  e non scomodare i viaggiatori, ma sono soluzioni abborracciate.
Orbene, quanto sopra descritto è solo un pezzo del disservizio e delle difficoltà che subisce il viaggiatore: un elemento correlato è il ritardo dei treni. Abbiamo monitorato in questi giorni i tempi di percorrenza di alcuni treni IC annotando alcuni ritardi – nel periodo più caldo dell’estate la situazione è destinata ad aggravarsi.
Giorno 24 giugno L’ICN in partenza da Messina alle 22:10 é partito con circa 1 ora di ritardo per il guasto elettrico di un’intera vettura. Giorno 26 giugno l’ICN 1963 è arrivato a Messina con un’ora di ritardo. Giorno 29 giugno l’ICN 1957 con arrivo a Messina alle 07:10 é arrivato con quasi 3 ore di ritardo a causa di un’avaria del sistema “blocco porte” in partenza da Roma ed il ritardo è aumentato a causa dell’assenza della N/T per caricare le vetture. Giorno 5 luglio, per un problema ad  una vettura in partenza da Milano, l’ICN 35963 è arrivato a Messina con 2h e 10 min (ritardo aggravato anche dall’assenza della N/T).      Infine il 6  luglio ed il 7 luglio gli ICN,  35963  in partenza da Milano, hanno accumulato in arrivo a Messina, rispettivamente 5 ore e 5 min  e 3h e 15 min per problemi  alle vetture e guasti all’aria condizionata. Ovviamente non siamo talmente sprovveduti per non pensare che  i ritardi si producano anche per cause esterne come eventi atmosferici( nevicate, incendi), furti di rame, guasti alle infrastrutture, ecc..
Ma stiamo parlando comunque di una sola nave traghetto operativa al momento sullo stretto ( ieri 2) e di un parco treni IC vetusto che presenta ciclicamente guasti agli impianti di climatizzazione e dell’acqua,  finestrini, prese corrente e porte scompartimento danneggiati, tappezzeria logorata, alcuni bagni fuori uso ecc
Nel settore ferroviario, si ricorre ad operazioni di “restyling” o di “revamping” (molto più costoso) che ristrutturano, migliorano e aggiornano i criteri sicurezza nelle carrozze passeggeri per rendere attrattivo e vagamente confortevole un servizio che progressivamente i cittadini italiani stanno abbandonando. Non si può cavare il sangue dalle rape(!), i servizi vanno assolutamente ammodernati, rinnovando saggiamente flotta e parco treni. Non si può pensare di affidarsi esclusivamente all’attività manutentiva rimaneggiando l’esistente. Non basta, si devono uscire i soldi!

Il nuovo contratto di servizio MIT/ Trenitalia prevede delle novità per il “rilancio” degli IC/ICN con investimenti di  347 mln di € per il 2017 e 357 milioni (+112 rispetto al vecchio contratto) per ciascun anno successivo dei restanti 9. Complessivamente parliamo di 25,1 milioni di chilometri-treno con un incremento del 7% rispetto al precedente contratto.
Per la Sicilia niente!
Tutto questo è inaccettabile, per tali motivi faremo informazione e avanzeremo metodi di lotta e di denuncia per ottenere quello che spetta al popolo siciliano: condizioni dignitose e pieno diritto alla continuità territoriale. Teniamo alta la guardia  prima che ci rifilino altre sole: ultima, l’emendamento 11 bis al D.L 50/2017 dell’On Garofalo, presentato come risultato storico, sposta invece risorse da un servizio ad un altro. Sembra riproporre larvatamente la rottura di carico.
Ci sembra prioritario svincolarci dall’accettazione passiva di questa situazione. Facciamo appello a tutti i cittadini stanchi del trattamento riservato loro, e a tutte le organizzazioni politiche e sindacali per ripartire conflittualmente dalla manifestazione del 2015 #ILFERRIBOTTENONSITOCCA# con cui migliaia di cittadini in piazza hanno stoppato l’ennesimo attacco a danno dei lavoratori, della qualità dei servizi e del diritto alla mobilità sancito dalla Costituzione.

8 Luglio 2017

Autore:

redazione


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