Il direttivo del circolo “P. Impastato” Rifondazione Comunista di Messina Messina interviene su: visita di Salvini, l’hotspot e la legge Minniti – Orlando
Il 20 aprile l’on. Salvini della Lega Nord sarà a Messina per dire NO all’hotspot, che nascerà nell’ex caserma Gasparro di Bisconte.
Il Circolo P. Impastato del Partito della Rifondazione Comunista di Messina ritiene provocatoria la visita di un parlamentare come Salvini, che ha deciso perentoriamente di far visita a Messina per dire no all’hotspot, struttura che risponde alle logiche della legge sulla sicurezza del 2009 fortemente voluta dall’ex ministro e suo collega Maroni.
Nei fatti è chiaro che il governo attuale con la legge Minniti-Orlando insegue la destra becera e razzista su un terreno che viola apertamente i diritti umani. Infatti, mentre Salvini promuove il suo tour a Messina per dire il suo No continuano le stragi nel mar Mediterraneo. A Messina, per l’ennesima volta, assistiamo proprio in questi giorni ad uno sbarco, che ha visto approdare in due giorni e due notti 1267 uomini e donne. La legge Minniti sull’immigrazione continua ad esprimere una stretta correlazione tra immigrazione e sicurezza, prestando in tal modo il fianco a una strumentalizzazione razzista e xenofoba dell’immigrazione.
La sicurezza dei migranti e del paese che li deve accogliere, non si fonda sull’emanare leggi e decreti che li ricacciano verso una morte certa o li rinchiudono in strutture in cui rimarranno in attesa di essere identificati sulla base di elementi sconosciuti alle organizzazioni ed agli enti di tutela che dovrebbero vigilare sul rispetto dei diritti umani e ai quali viene impedito qualsiasi tipo di accesso che non venga concordato con prefetture e ministero dell’Interno. Si tratta di irrigidire ulteriormente misure già restrittive che in questi anni hanno creato un numero elevato di persone che rischiano di rimanere invisibili e senza diritti. Alla luce della legge Minniti e di fronte alla volontà governativa di utilizzare l’hotspot per riformare il sistema di asilo e renderlo uno strumento che si basa su concetti come “paesi terzi sicuri” di origine o di transito verso i quali i migranti rischiano di essere respinti, riteniamo che vada costruito un fronte per respingere questi atti governativi. Ci sembra assurdo che Salvini manifesti, in maniera del tutto strumentale, contro un sistema securitario che il suo partito acclama quotidianamente con dichiarazioni che puntano a distinguere la condizione di migranti “economici” e migranti “politici”, dei quali i primi non avrebbero diritto ad essere accolti. Il “sistema hotspot” accarezza questa idea, tramite il concetto dei “paesi terzi sicuri”.
Le ragioni della nostra ferma opposizione verso gli hotspot, i decreti Minniti e le leggi sulla sicurezza del 2009 dell’ex ministro Maroni, non sono le stesse di chi, in questi giorni, dirotta l’attenzione sulle presunte ricadute negative che un hotspot può avere sul tessuto socio- economico della città. Con una presa di distanza notevole da queste coordinate politiche, diciamo che i migranti sono principalmente una risorsa umana per poter costruire un’altra Europa e che non sarebbero la causa di crisi economiche già in atto in questa parte di Occidente.
Ci opponiamo con forza al razzismo istituzionale sempre più crescente in Italia e in molta parte d’Europa e chiediamo al governo Gentiloni di fermare questa politica che se portata avanti in questi termini provocherà una massa di persone rinchiuse e giudicate in fretta per essere deportate dentro un circuito di detenzione che non gli riconoscerà mai lo status di persona. Accoglieremmo solo dei meteci. Questo va subito fermato e saremo sempre pronti ad urlare che i migranti vanno accolti con i corridoi umanitari e con l’investimento in progetti che possano integrare i migranti.
La propaganda di Salvini, in fin dei conti, costruisce le condizioni per una guerra tra poveri al ribasso. Anteponendo gli italiani ai migranti, non solo mente sapendo di mentire in quanto un italiano non vorrebbe di certo vivere col “pocket money” o finire sottopagato nei campi agricoli calabresi, ma lancia un’idea pericolosa e feudale. Un’idea che vede equiparati al ribasso i diritti di entrambe le categorie, auspica per gli italiani le stesse forme di sfruttamento e di disumanità alle quali sono sottoposti i migranti, giocando sulla disinformazione alla quale siamo sottoposti. Noi diciamo no a questo modello di spartizione della miseria, e invitiamo i nostri concittadini ad avanzare uno sforzo di riflessione che vada nella direzione di comprendere i meccanismi e le cause vere della crisi economica e ad individuare chi sono i veri nemici. Questi ultimi (imprese, speculatori, poteri forti, politici asserviti al sistema, ecc.) sono molto bravi a sviare la rabbia popolare legittima verso i più deboli, che non è solo il migrante, ma è anche chi ci sta accanto nei luoghi di lavoro, il vicino, il ladro che non arriva alla fine del mese, in generale sempre quello che sta un po’ peggio di noi. Odiare è giusto, ma bisogna farlo verso chi, tramite le contro-riforme sul lavoro, sulla scuola, sulla sanità, ha privato i nostri diritti e ci ha reso sempre più poveri. E Salvini è soltanto il “guardiano” di questo sistema di ingiustizie.
Salvini il tuo NO all’hotspot è razzista e xenofobo. La nostra città non ti vuole e il PRC cittadino si opporrà come ha finora fatto contro ogni logica securitaria e repressiva nei confronti dei più deboli.
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