RIFUGIO DEL PARCO – Nel silenzio delle Istituzioni, mentre la querelle si sposta in tribunale e la struttura viene chiusa, Magda Scalisi è un fiume in piena…
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RIFUGIO DEL PARCO – Nel silenzio delle Istituzioni, mentre la querelle si sposta in tribunale e la struttura viene chiusa, Magda Scalisi è un fiume in piena…

“I progetti di Belle continuano – scrive in un post Magda Scalisi –  Forse non saranno più i Nebrodi … ma la Fattoria di didattica di Everest e Luna si realizzerà! Il nostro progetto di legalità, di sviluppo sociale e di turismo innovativo rivolto al sociale e all’incoming dei turisti stranieri è solo in standby”.

Quindi non molla e non cede di un passo mentre con suo padre, Salvatore, legale rappresentante della società cooperativa Karasicilia, che gestiscono dal 2016 la struttura ricettiva nel bosco della Miraglia, tra San Fratello e Cesarò, alla presenza dei loro avvocati, hanno consegnato le chiavi del rifugio, al commissario del Parco dei Nebrodi, Luca Ferlito, che accompagnato da alcuni dipendenti preferisce al momento, non rilasciare alcun commento, attendendo la celebrazione della prima udienza, che dovrebbe svolgersi, il prossimo mese di settembre.

Una storia che potrebbe sembrare complessa, ma che di fatto non lo è… e che alla fine, superati gli aspetti burocratici-amministrativi, si riduce solo ad una questione di volontà politica.

Riepilogando… dietro la chiusura del Rifugio del Parco di San Fratello  (50 posti letto, ristorante da 150 coperti e sala convegni, ristrutturato e riaperto nel 2008, grazie ad un finanziamento dell’assessorato regionale Territorio ed Ambiente) c’è , per il Parco, la procedura giudiziaria di sfratto per morosità avviata, perchè dicono che il canone di locazione non è stato pagato da due anni.

Il Parco vanterebbe pigioni per 72 mila euro, nei confronti della cooperativa Karasicilia, e per questo ha conferito l’incarico legale all’avvocato catanese Giovanni Arcifa per il recupero. Il contratto, stipulato nel 2016, prevede infatti la corresponsione della somma di 36 mila euro annui, in rate semestrali anticipate.

Ma di questo non è convinta prima fra tutti la stessa Scalisi: «La decisione di questa cooperativa di rilasciare il Rifugio del Parco all’Ente Parco dei Nebrodi, non fa seguito alle procedure di sfratto avviate dall’Ente, ma al rilascio di una diffida da parte del comando dei Vigili del fuoco di Messina, ignorata dallo stesso Ente Parco. Così come lo stesso ente ad oggi non ha rilasciato le altre certificazioni, obbligatorie per legge, nonostante lettere e diffide di avvocati».

«Non siamo – prosegue Magda- nelle condizioni di legge per operare, pertanto rimettiamo alle autorità competenti ogni utile decisione sulla situazione determinatasi» e a tal punto si chiede anche a che titolo, visto che il rifugio non aveva i necessari requisiti, è stato incassato il canone.

Ma la diatriba è solo la punta dell’iceberg di disagi, intimidazioni, pesanti situazioni ambientali che i titolari della cooperativa che ha gestito il rifugio hanno dovuto affrontare in questi anni.

Problematiche esposte anche in diretta tv.

Lei, Magda Scalisi, ora solleva il velo anche su altre  situazioni partendo dai “suoi” cani avvelenati. Ed in un un post evidenzia: “Chi ha mancato di rispetto a me e alla mia famiglia, dovrebbe chiedere scusa ma non solo alla mia famiglia, soprattutto a quelle povere creature che mi sono state brutalmente ammazzate e a Belle [un altro cane – ndr] che è viva grazie al mio compagno Domingo e al Comandante di stazione il Maresciallo Giuseppe Trusso“.

Poi alza il tiro: “Tiziano Granata e Rino Todaro della squadra dei Vegetariani, non hanno mai messo in dubbio gli atti intimidatori che io e la mia famiglia abbiamo subito.  Chieste scusa per avermi definito “mafiosa” o “finta paladina dell’antimafia” perché mi spiace per voi, io della mia vita documento tutto e ahimè mi spiace per voi ma Everest e Luna [anche questi sono dei cuccioli presenti al rifugio – ndr] sono stati avvelenati con Metaldeide [ idem… – ndr].”

E conclude il post: Pregate per le vostre anime, perché io non vi perdonerò mai per la cattiveria gratuita che mi avete fatto”.

Poi parla del sistematico uso dei maiali per distruggere quanto si coltiva sui quei terreni e sulle macellazioni clandestine, pubblica il post del suo compagno i vita, testimone di come “il problema dei maiali come dicono “allo stato brado” è preoccupante… Ci sono normative e leggi ove quasi nessuno rispetta… Ci sono stati “UOMINI DELLO STATO” che hanno dedicato oltre il tempo dovuto a far rispettare tali leggi…anche uomini che non ci sono più”.

E infine puntualizza, per chiudere il quadro di quelle che sono “pressioni e intimidazioni ambientali” sul perchè “mi ammazzano i cani, perché allontanano i maiali. È davvero triste che da marzo 2017 a novembre 2017, abbia avuto al rifugio oltre decine e decine di maiali e io non sono mai stata un’allevatrice di maiali!”.

Quindi la problematica del Rifugio per lei va ben oltre il canone non pagato.

E la stessa attività del Rifugio che va colpita.

A settembre intanto con la prima udienza in tribunale ne sapremo altro.

E pensando anche ai 10 trovatelli che accuditi nel rifugio, sopravvissuti ai bocconi avvelenati, e che ora si è portata dietro, Magda dice di non voler demordere dal sogno di realizzare quei progetti – una fattoria didattica per i bambini autistici, e altre attività pensate per l’inserimento di donne di vittime di abusi e violenze e per l’inserimento di ragazzi down – ma commenta tristemente “chi avrebbe dovuto vigilare  non ha appoggiato il progetto di legalità”.

 

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16 Agosto 2018

Autore:

redazione


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