Parte da facebook – quasi a voler essere un memo che noi con piacere rilanciamo – il rammentare che alla fine di quest’anno ricorrerà il decimo anniversario della scomparsa del prof. Michele Angelo Mancuso. Si legge ora sui social: “Lo scorso anno al Caffè Galante ne è stata ricordata la figura e durante l’incontro emerse la proposta di chiedere all’Amministrazione Comunale di dedicargli una delle vie della città che ha cosi tanto amato e raccontato.” Sarebbe una splendida occasione tramutare in fatti l’idea del “Caffè Galante” uno dei luoghi più cari, e che amava frequentare Mancuso.
Dal blog del Caffè Galante (11. gennaio 2017) ramentando un incontro a lui dedicato che “per i meriti e per l’affetto di cui godeva, durante la serata, è stato chiesto al Comitato Pro Caffè Galante di farsi portavoce presso l’Amministrazione Comunale dei sentimenti e del desiderio dei convenuti che presto possa essergli dedicata una delle vie della città che ha così tanto amato.”
Michele Angelo Mancuso, naque a Patti il 30 Settembre del 1925 da Iolanda Ocera e Michele Mancuso, illustre scrittore siciliano. Conseguì la maturità classica all’età di sedici anni, al termine della quale si laureò a Palermo in Lettere e Filosofia, discutendo una tesi sulla poetica di Paul Fort.
Vincitore di concorso a Cattedra e per Merito Distinto, giovanissimo intraprese la carriera di insegnante in diversi istituti medi superiori.
Nel frattempo collaborò come articolista a diversi periodici locali, interessandosi soprattutto di storia, arte ed etnologia.
Nel 1978 conseguì la laurea in Architettura presso la pubblica Università Ca’ Foscari di Venezia, abilitandosi alla professione di architetto che svolgerà in seguito con passione.
Inoltre, i suoi molteplici interessi lo porteranno a occuparsi di musica, teatro e folklore per tutta la vita, partecipando attivamente a diverse manifestazioni culturali, nonché organizzando incontri letterali e rappresentazioni teatrali tra Patti, i Nebrodi e Gioiosa Marea.
Nel 2000 sarà ospite del Casinò di San Remo dove presenterà la sua opera “Sonata per chitarra e lampione”.
Ha tenuto la presidenza della Pro loco di Gioiosa Marea, del Centro studi folk e del gruppo folk “I Nebrodi” di Ficarra, nonché della Società Pattese di Storia Patria.
Numerose e continue nel tempo le pubblicazioni; tra esse ricordiamo, i saggi: “Contenuto e forma”, del 1969; la raccolta di poesie “Siamo fatti di tempo”, del 1971, per Jester; le narrazioni biografiche: “Arenaria Creta e memoria”, del 1990, per Pungitopo; “Una lontananza di anni luce”, del 1995, per Associazione Beniamino Joppolo, e “Sonata per chitarra e lampione”, del 1995; la raccolta di racconti “Rapsodia paesana”, del 2006, per Yorick, e i romanzi “I fiori del Mandorlo”, del 2003, e “Sulla costa alta”, del 2008, apparso postumo, entrambi per Yorick.
Michele Angelo Mancuso è scomparso a Patti il 2 Dicembre del 2008, all’età di 83 anni, portando con sé uno smisurato serbatoio di memorie, di episodi e di vita culturale siciliana e lasciando un grande vuoto di umanità e di principi etici.
Ricordo di Michele Angelo Mancuso
Michele Angelo Mancuso
come venne ricordato dai suoi “ragazzi” del gruppo folk di Ficarra
La morte di un uomo genera sempre sconforto, amarezza,rimpianti,dolori emozioni intense e profonde in coloro che lo hanno conosciuto,amato,stimato. E tutto un universo che scompare, che precipita nel nulla del nulla, cancellato dalla tetra morte. Un universo di pensieri, di affetti, di sogni, di speranze. Ed è proprio quello che avvenuto con la scomparsa di Michele.
Certamente gli elogi e le lodi post mortem sono poca cosa di fronte al ricordo stesso che si fa memoria e che alimenta il cuore e la mente degli umani viventi: parenti, amici, conoscenti.
Sono cresciuto, siamo cresciuti con Michele. Ho avuto il piacere di ascoltare le sue “lezioni di vita” che diventavano lezioni sul Romanticismo o sull’Illuminismo sulla 850 Coupè bianca mentre da Gioiosa andavamo a Ficarra o in una camera di un lussuoso albergo di Bruxelles.
Io e tanti giovani di Ficarra abbiamo scoperto il “ Mondo “ con te nelle vesti di “ Cicerone “ . I freddi paesini d’Olanda, le città della Germania del Belgio ci sono apparsi quasi familiari ed accoglienti nel momento in cui, grazie a te, al gruppo, ci sentivamo “ baldi conquistatori “
Sotto la tua guida Ficarra, agli inizi degli anni 70, ha vissuto uno dei momenti più vivi, impegnati, gioiosi: ci hai insegnato non a cantare,danzare,recitare ma ad organizzare , a rischiare, a cominciare a vivere.
Figlio, anima e cuore pulsante della sua materna terra siciliana hai saputo descrivere, volti, personaggi,luoghi, atmosfere, poesia di questo amato paese da te adottato senza mai dimenticare la natìa Patti.
Ci hai insegnato a non rassegnarci, a sfatare miti e modi di essere con l’impegno, la costanza la poesia “ Si dice che in Sicilia la gente ami stendersi al sole noi al sole abbiamo voluto stendere l’anima “.