Una querelle che sa di stantio, che dice poco, che non risolve nulla se non accendere polemiche, chiacchiere senza distintivo, in uno sterile trita e ritrita.
Una querelle che sa di stantio, che dice poco, che non risolve nulla se non accendere polemiche, chiacchiere senza distintivo, in uno sterile trita e ritrita. Quella diatriba, partendo dalla cronaca, che a Sant’Agata Militello si è accesa sulla nomina come esperto della comunicazione, di un giornalista, senza preveder un compenso….
Cosa certamente inopportuna – il lavoro va sempre pagato – ma il “forum del dibattito” dovrebbe allargarsi anche ai compensi truffa, pochi euro ad articolo, che i vari giornali, parliamo sopratutto di quelli della carta stampata, da sempre erogano ai corrispondenti, dei blog che mascherano autentici giornali on line gestiti da “presunti, quanto falsi” giornalisti – se per questi si intende chi non è iscritto all’ordine”; da sindaci e assessori che firmano comunicati stampa; dalla mancanza di tutela della trasparenza nella comunicazione della pubblica amministrazione; finendo, e non in ultimo, anche agli stessi bandi di assessorati regionali vari che “offrono” la gestione ed il lavoro di ufficiostampa – in fiere e circhi equestri – a gratis, e certamente lì non è un rapporto di fiducia, come nel caso santagatese.
Un macrocosmo dove ci mettiamo anche i regimi di monopolio delle agenzie di raccolta pubblicitaria, le suddivisioni in feudi delle testate giornalistiche del territorio. Emblematico il caso del “La Sicilia”, che ha sempre lasciato la “tirrenica” in mano alla Gazzetta, o dell’accorpamento delle due testate isolane di riferimento.
Gestioni economiche che hanno mutilato, nei silenzi assordanti, l’informazione.
E tornando proprio al caso di Sant’Agata Militello.
Prima il sindaco, Bruno Mancuso, nomina esperto a titolo gratuito per la comunicazione, il giornalista Giuseppe Romeo, quindi, con un tam tam sulla rete, si scatena la protesta di colleghi, finti amici, gente che non c’entra nulla, anche il sindacato e l’ordine di Sicilia dei Giornalisti bollano la determina come inopportuna e ne chiedono la revoca.
Per l’Associazione Siciliana della Stampa “nessun giornalista può accettare incarichi a titolo gratuito come addetto stampa o portavoce e nessun sindaco o amministratore può conferire incarichi a titolo gratuito. A una prestazione va corrisposta una retribuzione”, rammentando che con l’entrata in vigore dell’equo compenso per tutte le professioni (legge 172/2017, Art. 19-quaterdecies) gli incarichi gratuiti per la pubblica amministrazione sono illegali”.
“E’ inaccettabile – aveva affermato il segretario regionale Roberto Ginex parlando del caso – che da parte di un amministratore pubblico si possa pensare di somministrare lavoro a titolo gratuito per un anno ad un giornalista che, tra l’altro, risulta essere direttore del giornale online “Santagata Informa” , organo di informazione che sarebbe molto vicino al sindaco Mancuso, in contrasto con la legge 150/2000 e con le regole deontologiche che regolano la professione giornalistica”.
E parla di un inoltro tramite il legale del sindacato di una diffida per il Sindaco di Sant’Agata.
Sulla stessa lunghezza d’onda si era posto lo stesso l’Ordine dei giornalisti di Sicilia parlando di “Una scelta discutibile e censurabile” scrivendo che “Dopo il caso eclatante di incarico di portavoce a titolo gratuito conferito dall’ex sindaco metropolitano di Catania Enzo Bianco – sottolinea il documento dell’Odg Sicilia – o quello dell’avviso della Regione Sicilia per un addetto stampa al Vinitaly, ma sempre gratis, provvedimenti prontamente ritirati dopo la ferme proteste dell’Ordine dei giornalisti e dell’Assostampa, pensavamo che gli enti locali avessero capito che quella del lavoro non retribuito è una strada che non si può percorrere, perché illegale, contro ogni logica e poco rispettosa della dignità dei giornalisti. Ma ci eravamo illusi, la tregua è durata poco”.
Un putiferio, sul quale lo stesso Romeo ora butta acque sul fuoco e non per metterci una pezza, con una nota, infatti, annuncia di voler fare un passo indietro su quella nomina, rivendicandone, comunque, la liceità.
Infatti Romeo, che con o senza nomina rimane Giuseppe Romeo, rimane un punto di riferimento nella comunicazione locale, è stato direttore del giornale online Santagata
Informa, addetto stampa del Parco dei Nebrodi, vice direttore di Antenna del Mediterraneo, scrive anche per Gazzetta del Sud, puntualizza:
“Egregio Signor Sindaco, nel ringraziarLa per la fiducia personale e l’apprezzamento professionale manifestati nei riguardi del sottoscritto con il conferimento dell’incarico di esperto a titolo gratuito per la “comunicazione e rapporti con i media”, con determina sindacale n° 39 del 30.08.2018, pur ritenendo indubbia la regolarità e la legittimità del Suo operato e dell’atto da Lei adottato in forza e nel rispetto delle facoltà concesse dall’art. 14 legge regionale 26/08/1992 e s.m.ì..
Tuttavia, anche alla luce delle polemiche scaturite a seguito di posizioni, ancorché legittime, assunte in via ufficiale da organismi di settore, divenute purtroppo oggetto di strumentalizzazione; nel rispetto dell’interesse collettivo a mantenere un clima sereno e per sgombrare il campo da ogni possibile speculazione di sorta che possa in qualunque modo disturbare l’attività dell’amministrazione, impegnata ad affrontare importanti questioni per il futuro della città, le comunico, a far data dalla presente, le mie dimissioni dall‘incarico di esperto a titolo gratuito del Sindaco in materia di comunicazione e rapporti con i media, conferitomi per la durata di un anno con la determina sindacali n° 39 del 30.08.2018″
E conclude con i ringraziamenti ed i saluti.
La storia di Sant’Agata è chiusa, ma restano in piedi tutte le problematiche del caso sul quale sarebbe opportuno evitare di far scendere pietosi silenzi e stendere lenzuola che sanno di sudari.
L’Ordine di Sicilia dovrebbe far pressione a partire dal Presidente della Regione, Nello Musumeci, come concordato a luglio, per darsi una mossa sull’avvio del tavolo tecnico per tentare di regolamentare gli uffici stampa in Sicilia, dando così impulso al settore ed evitando decisioni arbitrarie da parte dei diversi enti locali.
L’Associazione siciliana della stampa dovrebbe essere vigile e denunciare, anche penalmente, motu proprio, a tutrela degli iscritti, il diffondersi dell’esercizio abusivo della professione giornalistica, tanto negli enti pubblici quanto in ambito privato, attraverso il ricorso a soggetti impropriamente definiti addetti stampa poiché non iscritti all’Ordine professionale.
Un abuso spesso messo in atto, in primis, dagli stessi sindaci, assessori, esponenti politici e funzionari pubblici che diffondono comunicati stampa, in spregio a qualsiasi regola.
La professione giornalistica, per legge, è appannaggio esclusivo degli iscritti agli albi professionali e il suo esercizio abusivo è perseguito penalmente.
La redazione e la diffusione di comunicati stampa, così come previsto dalla legge 150 del 2000, è attività giornalistica a tutti gli effetti; e, sempre secondo la stessa legge, deve essere remunerata attraverso precise previsioni di bilancio e qui, senza far confusione sui ruoli, ma per le stesse ragioni, va anche segnalata l’applicazione distorta della legge 150, che non a caso ha separato i ruoli del portavoce, dell’ufficio stampa e dell’ufficio relazioni con il pubblico individuando mansioni e finalità di ciascuno.
Da vigilare anche sull’uso improprio dei blog, e proprio Sant’Agata Militello in questo caso potrebbe far scuola, gestiti come quotidiani on line, ma senza le necessarie corrispondenze. E su questo sarebbe anche opportuno far una riflessione sui social dove ogni singolo giorno, ogni singolo minuto qualcuno posta, pontifica, scrive qualsiasi cosa gli passi per la testa, sentendosi di fatto ‘giornalista’ di se stesso, ed in diritto di catechizzare su qualsiasi cosa o persona obiettivo delle proprie personali inventive.
Come se non bastasse, la piaga colpisce pesantemente anche il giornalismo televisivo, canali web e web tv, chiunque può accedere ad un canale youtube, un blog e sentirsi giornalista, basta un telefonino o una vecchia telecamera, spesso ingombrante e obsoleta, ed il gioco è fatto.
E’ importante sapere che chi agisce sui social e in rete come se fosse giornalista, può essere denunciato per esercizio abusivo della professione
Riteniamo che rimane uno strumento importante, a tutela delle professionalità..
Ma deve essere attento e presente… sempre.
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