RITI – All’ombra dei draghi ecco i portafortuna che ci salveranno
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RITI – All’ombra dei draghi ecco i portafortuna che ci salveranno

Domani è il venerdì 17 febbraio di un anno bisestile che non è cominciato bene.

Perciò è comprensibile veder apparire nella moda e oltre, talismani e amuleti all’insegna del «non è vero, ma ci credo».

Cruciani, che ha realizzato un braccialetto in pizzo macramé da 5 euro, con sette quadrifogli in 30 colori, ne ha venduti 2.670.000 in pochi mesi e ora lancia i lucchetti e il dragone rosso.

Sì, nel linguaggio dei portafortuna, anche i lucchetti «mocciosi» di Ponte Milvio hanno un significato beneaugurante.

Longevità, salute, fertilità. Un po’ come il drago per i cinesi: il 2012 è il suo anno, tanto vale tenerselo buono.

Ma Victor Belfiore (la sua azienda produce argenti e gioielli) è per una risposta made in Italy: «il cornetto, la coccinella e il quadrifoglio, che al polso, come gemelli, raddoppiano l’effetto!».

La designer Antonella Puttini ha una collezione di ciondoli anticrisi: il «gobbetto» contro la malasorte, il corno con il serpente attorcigliato, allegoria della rinascita e del ciclo della vita, corpo in oro e testa in smeraldo.

Ma, piatto ricco… Così la parola «fortuna» rimbalza ovunque, da Rovian (serie «I luck it») a LiuJo, con «My Lucky Charms» ovvero dadi, corni, il numero 13, coccinelle e monete, di tutto, di più, passando per Oliver Weber.

A sentire gli esperti bisognerebbe procurarsi anche un pezzo di fluorite, pietra bellissima dai colori vivi con una flessibilità che la fa somigliare a un’ametista o a uno smeraldo.

In cristalloterapia migliora l’attenzione e favorisce l’apertura mentale.

Attenti, alla fine del 2012 andrà buttata via per far posto al cristallo di rocca.

Superstizione? Forse.

Ma il bisogno di un portafortuna è trasversale («è una delle poche cose che si vendono» confessano i negozianti di corso Buenos Aires a Milano) e c’è ampia scelta, dal saggio gufo, che è stato riabilitato alla grande, alla rana, affascinante con le sue metamorfosi, dagli scarabei sacri di Bottega Veneta, alle api di Delfina Delettrez, sinonimo di abbondanza.

Potremmo aggiungere l’aquila di Obama, che gli ha portato fortuna, ma riuscirà a farlo rieleggere? Non c’è un amuleto buono per tutti. Naomi Campbell ha sempre amato i quadrifogli, come Sarkozy, mentre Jade Jagger, figlia di Mick, ha creato gli anelli-serpente dagli occhi di rubino. L’avvocato Annamaria Bernardini De Pace ha una gran simpatia per le rane e Milly Moratti per le matite scaramantiche di Giolina e Angelo Mereu.

Poi c’è quel pizzico di esotismo che ti fa partire a caccia di un Gao, considerato il più spettacolare degli amuleti: una scatola in argento un tempo riservata soltanto ai rappresentanti delle famiglie nobili tibetane e ai dignitari.

C’è lo slancio modaiolo che ha moltiplicato le fan dell’«occhio greco», un occhio azzurro contro le influenze negative, spesso dipinto sulle perline di un braccialetto. Kim Kardashian ne porta due al polso sinistro, Lindsey Lohan ha un vistoso pendente e Shakira un ciondolo che le monopolizza il collo. Se ci accontentiamo di una runa, possiamo comporre da soli il nostro amuleto su www. cerchioceltico.com.

Ma bisogna inciderlo, copiarlo o ricamarlo facendo attenzione a non capovolgere i segni, altrimenti…. In caso di grave sconforto, resta l’anello o il ciondolo «chiama-angeli» che con il suo tintinnio argentato dovrebbe attirare l’attenzione del nostro distratto, o troppo occupato, angelo custode.

Sperando di averne uno

fonte: http://www3.lastampa.it/costume/sezioni/articolo/lstp/442863/

16 Agosto 2012

Autore:

admin


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