RITO DELLA LUCE 2019 DI FIUMARA D’ARTE – L’Eresia e la Rigenerazione volute da Antonio Presti
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RITO DELLA LUCE 2019 DI FIUMARA D’ARTE – L’Eresia e la Rigenerazione volute da Antonio Presti

– di Corrado Speziale –         

 Nona edizione del Rito, ispirata quest’anno all’“Eresia invisibile della Bellezza”, dopo l’assenza del 2017. Dal 21 al 23 giugno migliaia di persone si sono recate alla Piramide 38° Parallelo di Motta D’Affermo per “vivere” le opere e le performance di oltre 300 artisti, nel segno della condivisione. Domenica la giornata finale, quella più importante, è stata preceduta da una notte di intemperie con conseguenti danni alle installazioni. L’intera “opera” è stata così trasformata e rigenerata mantenendo intatto il senso e il risultato dell’evento: l’arte e le persone hanno restituito anima e intensità al luogo. “Stamattina abbiamo rigenerato la morte in bellezza”, ha detto Antonio Presti, presentatosi a sorpresa al Rito in un inusuale completo arancione in mezzo ad una distesa di abiti bianchi. Il mecenate fondatore di Fiumara d’Arte, sul tema che l’ha ispirato: “Eretico è chi pratica il coraggio di una scelta di differenza come libertà di pensiero, conoscenza, sapere. Chi si oppone alla logica delle apparenze, chi mette la propria libertà al servizio degli altri”. Il senso dell’arte abbinata al Rito: “Un messaggio di ammonimento critico alla nostra contemporaneità”. Eventi collaterali all’Atelier sul Mare di Castel di Tusa, la mostra fotografica “Noi siamo Bellezza”, con i ragazzi down di Catania e “Riflessi di Luce”, mostra sculture design di Umberto Leone e Ute Pyka. Con un’appendice in divenire…                 

Così, alla nona edizione in dieci anni, la più attesa, in mezzo a trecento artisti e migliaia di persone vestite di bianco, Antonio Presti si è presentato in arancione. Eretico fino in fondo!

E mai Rito era stato più “rigeneratore” di quello appena svoltosi alla Piramide 38° Parallelo di Motta d’Affermo dal 21 al 23 giugno. Perché laddove qualcuno si fosse scoraggiato se dopo settimane di lavoro una nottata di scirocco ha divelto chilometri di tulle, azzerato percorsi tematici, compreso lo splendido labirinto, e danneggiato le installazioni, ci hanno pensato la volontà e il pensiero positivo di artisti e visitatori a far mantenere intatta l’energia dell’evento, la sua forza ammonitrice, il suo innato valore artistico. Così, in tre giorni, la trasformazione e la rigenerazione hanno fatto breccia dentro le menti e le coscienze di tutti. Ha vinto L’Eresia invisibile della Bellezza, ha vinto il pensiero libero, ha vinto Antonio Presti: “Stamattina abbiamo rigenerato la morte in bellezza”, ha detto il fondatore di Fiumara d’Arte domenica pomeriggio, cui ha fatto eco, sottovoce, l’artista, fedelissimo e onnipresente, Renato Miritello: “Oggi sento un’energia particolare, sarà un grande Rito”. Così è stato. I presupposti c’erano tutti. Occorreva interiorizzare e declinare fino in fondo l’accezione di “eretico”. Lo aveva fatto Antonio Presti nel corso delle settimane, significati “incisi” sulle spirali tubolari che accoglievano e accompagnavano lungo il percorso iniziale: “Eretico è chi non cede alla tentazione del cinismo e dell’indifferenza; chi non pensa come il sistema impone; chi si oppone alle logiche dell’apparenza e lotta per la verità dell’essere; chi non si accontenta dei saperi di seconda mano, chi studia, chi approfondisce, chi si mette in gioco in quello che fa. Eretico è chi impegna la propria libertà per chi ancora libertà non è; chi va nelle periferie e promuove il senso dell’identità come valore dell’essere. Eretico è chi si ribella al sonno delle coscienze, chi non si rassegna alle ingiustizie, chi non pensa che la povertà sia una fatalità; chi sta con le minoranze, chi difende la diversità. Eretico è chi protegge la cultura, chi va nelle scuole e dona conoscenza e chi non si stanca mai di imparare e di mettersi alla prova”.

Questo e tanto altro. Chi ha orecchie e mente per intendere, intenda. E’ questo il più potente messaggio politico che Presti possa dare col suo impegno, senza retorica: parlano i fatti. E’ la Politica della Bellezza. Significati tangibili e tradotti in arte intorno alla Piramide grazie all’impegno di poeti, musicisti, artisti a tutto campo, performer d’eccellenza, coordinati dal direttore artistico del Rito, la regista palermitana Linda Ferrante: “Abbiamo avuto riscontro di un’utenza attiva, un pubblico che ringraziava per ciò che riceveva, un riconoscimento di gratitudine che riempie i cuori. Un grazie particolare va a tutti gli artisti che hanno accettato il nostro invito a scegliere e praticare l’etica della bellezza tra natura, cultura e soprattutto rispetto di pensiero”. Determinanti, poi, l’impegno a tutto campo dell’artista Milo Floramo, di Paolo Romania, la regia sempre accorta di Gianfranco Molino. Importante la condivisione e lo spirito di sacrificio di tutti gli altri addetti ai lavori.

Giusto qualche esempio, tra arte e cuore. Il percussionista Michele La Paglia, ha “suonato i corpi” e fatto vibrare più volte la Piramide e le coscienze, anche in diretta Rai; ad un tratto ha finanche “incantato” la piccola Sveva, che ha suonato con lui. Domenica pomeriggio hanno entusiasmato i canti e i cori, le performance, curatissime, delle Serio Sisters; le percussioni etniche di Alfio Antico, la potenza e il ritmo della Taranta Power con Zena Chabane e tanti altri. Alcune installazioni: Giuseppe Raffaele ha animato di contenuti il “suo” Rito, con la leggerezza di corpi in ferro che si perdevano nello spazio sullo sfondo della Piramide: “Una catalogazione numerica legata al nostro presente. L’uomo è una semplice linea…”, racconta il ventiduenne artista messinese. A seguire, Stello Quartarone, col suo “Infinito Eretico”, dentro il simbolo per eccellenza, su dei leggii, ha raccolto pensieri e sensazioni dei visitatori che attraversavano la purezza del sale, mentre a fianco “SoleLuna”, emanava suoni facendosi accarezzare dal vento e dalle delicate dita degli appassionati. A sua volta, “Eresioni: Saccheggi di Bellezza” di D’Urso, Cassarà, Nicolosi, Ferrigno, Caponetto, Sulfaro, Arrabito, Puglisi, quest’ultima dell’Unione Italiana Ciechi, ha regalato un percorso emotivo e sensoriale. Di grande effetto, poi, le cinque gigantesche uova del collettivo TDM: Collodoro, Fuschi, Taccogna, Mangione. “La Porta degli Uomini”, di Santo Arizzi, eccellente elogio all’Eresia, nonostante il danno subito nella notte, non ha impedito d’emozionare in maniera straordinaria. E sull’argomento, non poteva mancare Pasolini, Eretico & Corsaro: “Bozzolo di Luce” è un passaggio di “Via degli Amori”, tradotto in installazione da Linda Schipani.

Poesie. Da un’idea on line di Sebastiano Adernò, è nato il percorso “Per una botanica della Poesia”. All’inizio del pomeriggio domenicale ha emozionato Teodoro Cafarelli con una lettura suggestiva di Franco Arminio da “Lettera ai ragazzi del Sud”, una metafora che ha dato stimoli ed energia: “Tutto è spaccato, squarciato, separato. Sentiamo l’indifferenza degli altri e l’inimicizia di noi stessi. Uscite, contestate con durezza i ladri del vostro futuro…!”

La lettura era inserita nel contesto di una bella composizione di mandala di Silvia Broccolo e Manuela Ceraolo, con accompagnamento di chitarra di Matteo Cappadona. Eloquente il titolo: “La mia scelta”, nella ricerca del valore del proprio essere.

Come ogni anno, non sono mancati i listelli con i nastri su cui scrivere pensieri ed emozioni da consegnare al vento, così come il banco-laboratorio su cui realizzare le formelle di terracotta da lasciare ai posteri, per l’occasione realizzato dai ragazzi down: straordinaria espressione di purezza.

A proposito di ciò, all’Atelier sul mare di Castel di Tusa, come evento abbinato al Rito, sabato era stata inaugurata la mostra fotografica “Noi siamo Bellezza”, curata da Antonella Cunsolo per l’Associazione Famiglie Persone Down di Catania.

Sempre all’Atelier, spazio ai “Riflessi di Luce e al design con le splendide sedie firmate Umberto Leone e Ute Pyka, artisti che nel 2007 realizzarono “Lunaria – Contrada senza nome”, camera d’arte ispirata alla favola teatrale di Vincenzo Consolo.

E non finisce qui: in appendice al Rito della Luce 2019, nello spazio antistante l’Atelier sul Mare, verrà installata una mega opera dell’artista messinese Antonello Bonanno Conti, appena completata. Incredibili le misure: 4 mesi d’altezza per 4 di lunghezza e 1 di spessore. Non anticipiamo altro. La stessa, per tutta l’estate, farà compagnia a “Peace”, inno alla pace nel mondo di Stello Quartarone.

E’ stato l’ultimo Rito della Luce come evento esclusivo alla Piramide 38° Parallelo. I prossimi saranno ancora più accoglienti e inclusivi di nuova gente e nuovi pensieri, tra la Valle dell’Alcantara e l’Etna, la “Piramide” più naturale e potente che si possa immaginare.

Rito_23.6.2019_Art.Scomunicando

27 Giugno 2019

Autore:

redazione


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