RODIA – Ornella Fanzone e Antonio Presti chiudono “in bellezza” “Sulla Scia di Alamak”
Cronaca Regionale

RODIA – Ornella Fanzone e Antonio Presti chiudono “in bellezza” “Sulla Scia di Alamak”

di Corrado Speziale

DSCF4174-2L’Associazione Alamak – Sebastiano Mafodda, donando una serata indimenticabile a tutti coloro che hanno apprezzato e condiviso l’incontro, condotto da Ornella Fanzone ed Antonio Presti, ha inteso sottolineare uno dei valori umani, la bellezza, come fonte di recupero della più elevata natura dell’Uomo.

 Non poteva esserci miglior chiusura per la seconda edizione della rassegna “Sulla scia di Alamak”, conferma che sia questa la giusta rotta da seguire.

 

 

DSCF4131-1“Le parole di Ornella Fanzone sulla bellezza mi hanno emozionato, perché ha tradotto in parole quei pensieri “elevati” che definiscono il valore della bellezza di cui, purtroppo, oggi, nella nostra società contemporanea, notiamo la mancanza. Perché quella bellezza adesso non c’è, l’abbiamo negata.”
ornella_fanzoneHa iniziato con questa nota di rammarico, ma non per questo indicatrice di arrendevolezza, il proprio intervento Antonio Presti, appena ricevuto il testimone da Ornella Fanzone, nella serata conclusiva della seconda edizione della rassegna “Sulla scia di Alamak”, organizzata dall’Associazione Alamak – Sebastiano Mafodda, dedicata quest’anno al mare, all’arte ed alla poesia.

 

Gli eventi, svoltisi a Rodia dal 7 al 10 luglio, erano finalizzati a mantenere vivo il ricordo di Sebastiano Mafodda, comandante del Segesta Jet, scomparso tragicamente nelle acque dello Stretto il 15 gennaio 2007, che viveva nel piccolo villaggio messinese, il cui mare era custode di affetti, passioni e sentimenti che gli appartenevano. DSCF4176-1
Ornella Fanzone, giornalista e curatrice di eventi culturali tra le più apprezzate nel campo di dibattiti e reading di poesia, nella sua esposizione, dal titolo “Bellezza e Poesia”, ha interessato ed emozionato i presenti attraverso commenti, letture e citazioni, spaziando tra gli autori che, attraverso le loro liriche, nel ritrovare l’essenza propria della vita, hanno individuato nella contemplazione della bellezza e nell’arte il riscatto dell’uomo dal decadimento.

Era attesa la sua esposizione su Alda Merini, riguardo la quale ha esordito citando un  suo celebre aforisma sulla bellezza: “La bellezza non è che il disvelamento di una tenebra caduta e della luce che ne è venuta fuori”. DSCF4089-1

A seguire, della stessa autrice, scomparsa lo scorso anno, ha letto, in maniera magistrale, tre componimenti:  “A tutte le donne”, “Pianto dei poeti” e “Poesia”. Suggestivo è il sillogismo che la Fanzone elabora tra bellezza e poesia, toccando il cuore dell’argomento: “Della bellezza è sempre difficile parlare, di fronte ad essa si rimane statici, colpiti, e ci si sente trasformati. Si resta zitti e nasce il silenzio. E la poesia nasce proprio dal silenzio. Essa è il tentativo di dire qualcosa che in realtà non si può dire”.

Proseguendo, dopo aver citato Dante, afferma quanto sia importante, di fronte alla bellezza, “creare un silenzio interiore e porsi in ascolto per rendere possibile la percezione dell’invisibile. Senza questo ascolto non c’è attenzione e ci si preclude un’ampia porzione di conoscenza”.

Ed a questo punto, nella ricerca di una comparazione tra passato e presente, Ornella Fanzone, afferma che l’uomo a contatto con la natura, pur senza averne la totale cognizione, aveva la capacità di trasmettere bellezza, mentre oggi “una dilagante anestesia stereotipa i comportamenti, massificandoli e rendendoli spesso privi di senso critico autonomo”, ciò prodotto da una pericolosa “disattenzione” verso se stessi e verso il mondoDSCF4110-1

Cita Sant’Agostino e Gramsci, affermando che “la poesia, la musica e l’arte hanno la capacità di fare uscire ciò che è nascosto a noi stessi. (…). L’arte  – dice – ci fa partorire le verità.” E prosegue: “E’ un buon antidoto alla perdita di senso, al cedere alla tentazione del nulla”.

Ricchissima la schiera degli autori che cita, e di ognuno un concetto pertinente con l’argomento trattato, tra cui Dostoevskij, García Lorca, Saviano, Benedetto XVI, Baudelaire, Giovanni Paolo II, Platone: “La bellezza è l’unica essenza ad essere visibile”.

Legge “La scalata” di Nino Ferraù, dove la poesia è considerata uno dei gradini che conduce alla bellezza; “Date bellezza” di Ugo Fasolo, in cui il poeta avverte sulla conseguenza tragica della mancanza di bellezza, che conduce l’uomo alla morte. Da esperta nel campo dell’educazione, la Fanzone asserisce che “l’educazione estetica deve essere la fonte primaria per il recupero dell’essere”, e che solo con l’impegno di tutti si può riscoprire “la forma bella per farla ritornare agli antichi splendori”. “La bellezza – sostiene –  è per tutti, in particolare per gli educatori, la cui parola d’ordine deve essere bellezza”.

Conclude il proprio intervento con l’incomparabile “Inno alla bellezza” di Baudelaire e dopo aver affascinato il pubblico per mezz’ora passa il microfono al secondo ospite della serata Antonio Presti, mecenate ed artista, fondatore e presidente di “Fiumara d’Arte”, il quale, dall’alto della sua pluridecennale 
DSCF4134-1DSCF4095esperienza nel campo dell’arte, ha portato la propria testimonianza sull’importanza della “Politica della bellezza” come rinascita sociale, soffermandosi anche sull’alto tributo che egli ha dovuto pagare in difesa di valori e principi da cui tali attività traggono ispirazione.

DSCF4152-1Oggetto della discussione sono state le sue coraggiose scelte di vita, unite ai motivi che l’hanno ispirato nel cammino volto a risvegliare le coscienze nella ricerca dei valori universali dell’arte e della bellezza.

Presti ha descritto le opere da egli fatte realizzare nella valle dei Nebrodi e nel quartiere catanese di Librino, come La Porta della Bellezza, della quale ha illustrato genesi e finalità sociali. Narrando la sua storia, Presti, descrive le sue scelte personali e civili: “Quando ho ereditato l’azienda da mio padre, dovevo scegliere, come valore di continuità, tra l’essere imprenditore e la devozione alla bellezza”. “Per me – prosegue – ciò significava rinunciare a certe logiche, e questo, in terra di Sicilia, non ti viene perdonato. Per cui, da questa decisione è nata Fiumara d’Arte, sia come scelta di vita che impegno civile”.

Donare e manifestare bellezza, per il mecenate, ha significato opporsi a quelle logiche vivendo trent’anni di resistenza, urtando contro il muro di gomma del mondo politico, ma prima di tutto contro l’indifferenza della cosiddetta società civile. Antonio_Presti-1Accennando all’arte come dono, Presti è del parere che “scegliere la via del dono nel senso civile è una scelta un po’ rivoluzionaria, perché in una società contemporanea dove tutti siamo stati educati a prendere, come se tutto fosse in saldo, situazione che si manifesta nei confronti dello Stato, vuol dire che qualcosa non va per il verso giusto”.

Ma con uno slancio d’orgoglio, afferma con fierezza: “Dopo trent’anni li ho fatti arrendere”, e criticando coloro da cui si aspettava sicuramente maggior impegno e partecipazione, dice con rammarico: “In questi anni è mancata l’onestà intellettuale. La cultura, nel suo essere autoreferenziale, non ha manifestato bellezza”. A questo punto manda in video le sue esperienze più significative, iniziando dalle prime realizzazioni scultoree nella Fiumara, per finire a Librino, al museo “Terzocchio – Meridiani di Luce”, passando dalla sua più originale provocazione di qualche anno addietro, che ha segnato una svolta: la cerimonia di chiusura della “Finestra sul Mare” in segno di protesta e denuncia nei confronti delle amministrazioni pubbliche che, per incuria dettata dalla mediocrità, l’avevano resa quasi pericolante.

Quindi descrive tutto ciò che ha segnato la storia di tanta bellezza negata, ma anche di altrettanta desiderata ed ottenuta, come La Porta della Bellezza di Librino e La Piramide – 38° Parallelo di Motta D’Affermo: simboli di luce, pace, speranza ma soprattutto di riscatto da parte di chi osserva il mondo dalla prospettiva che mira al bene universale.
DSCF4082-1Non poteva esserci miglior chiusura per la seconda edizione della rassegna “Sulla scia di Alamak”.DSCF4181-1

13 Luglio 2010

Autore:

admin


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