RODIA – “Sarva la pezza”…Sulla scia di Alamak, tra mare, arte e poesia

di Corrado Speziale –

“Sarva la pezza…”, ovviamente “Pi quannu veni lu pittusu”, recita la loro sigla.
E’ stata la musica etno – folk del gruppo Sarva la pezza a caratterizzare la terza serata della rassegna “Sulla scia di Alamak” – tra mare, arte e poesia, svoltasi a Rodia nel ricordo di Sebastiano Mafodda. Il gruppo musicale, formato da sette elementi, ha pienamente soddisfatto il pubblico presente, andato via via crescendo con lo scorrere del concerto tenuto nell’area antistante la ex sede della XIII Municipalità. Musica popolare, attinta dalle tradizioni siciliane più autentiche, ma anche diverse altre forme di sonorità provenienti dal Sud Italia e dai paesi dell’area del Mediterraneo, hanno composto il ricco repertorio proposto dal gruppo di Saponara, facente parte dell’associazione culturale “Palizzi”, che da 32 anni promuove folk e tradizioni siciliane. Cultura volta alla ricerca delle proprie radici, unita alla passione per un sound vivace e ben strutturato, è ciò che esprime questa band costituita da Santino Patti ed i fratelli Ugo e Renato Venuti alle chitarre, Gianni Calabrò al basso, Ciccio Vinci alla fisarmonica, Gaspare Bertino alla voce e Davide “Dado” Campagna alle percussioni. Quest’ultimo ha destato grande curiosità e interesse, essendo una giovane promessa del panorama ritmico etno – folk siciliano, dedicandosi, tra l’altro, personalmente, alla realizzazione di qualche suo strumento. Infatti, la piccola cassapanca su cui sedeva, di sua personale produzione artigianale, altro non era che un cajón, strumento di origine peruviana, una sorta di cassarmonica, tirantata, al suo interno, da corde di chitarra, che emetteva suoni diversi a seconda del fronte in cui la percuoteva. Anche in qualità di interprete canoro, “Dado”, se l’è cavata benissimo: ottima la trasposizione in siciliano della “Canzone della fine del mondo” dei Modena City Ramblers, tradotta in “A fini du munnu”.
Una grande autrice della canzone popolare siciliana, dalla quale i Sarva la pezza hanno estratto veri e propri “tesori” dal suo repertorio è Rosa Balistreri: “La tarantula” e “Cu ti lu dissi” sono i brani che la band ha proposto davanti al pubblico di Rodia. Bellissima l’interpretazione di una ballata proveniente dalle tonnare di Favignana dalle struggente sonorità: una preghiera, un rito propiziatorio, cantato e arrangiato da Ugo Venuti, leader storico del gruppo. Simpatica, invece, nella sua interpretazione ed anch’essa evocatrice di tempi passati, “Cucuzza”, appellativo dato alla corriera che ogni mattina partiva da Saponara alla volta di Messina, causa di disavventure per studenti e lavoratori pendolari i quali dovevano affrontare delle peripezie dovute a guasti del vecchio torpedone, tra angosce ed aiuti improvvisati. Lo “strumento protagonista” del brano è una trombetta-giocattolo a mano, sulla cui tonalità i musicisti hanno dovuto costruire gli arrangiamenti e accordare i loro strumenti.
I Sarva la pezza, reduci da un discreto successo a Messina ottenuto nel “Festival della musica” qualche settimana fa, si apprestano adesso a spiccare, meritatamente, il salto di qualità. Saranno infatti ospiti, dal 28 al 31 luglio, del Festival Internazionale di musica etno – folk di Teramo, uno tra i più importanti a livello europeo, fondamentale ribalta per la band che si esprime attraverso la voce e la vitalità di Gaspare Bertino, colui che – dicono i suoi compagni – “Sarva la pezza lo porta scritto sulla pelle, oltre che sul gilet”.

{boncko}/cultura/fotogallery_terzo_alamark_speziale/{/boncko}