“All’autocombustione credono solo i bambini. E’ una favoletta. Soprattutto se si considera che ci sono state decine di incendi contemporaneamente. Non è possibile che tutta l’Isola prenda fuoco per caso nello stesso momento”. Questa è la dichiarazione di Giuseppe Antoci, presidente dell’ente Parco dei Nebrodi che, continua a non avere peli sulla lingua anche dopo essere scampato all’attento di quasi un mese fa.
E continua – “Noi, qui al parco faremo la guerra ai piromani, metteremo telecamere, controlleremo ogni centimetro e se se ne prenderà qualcuno, ci costituiremo parte civile. Non daremo tregua a chi incendia le nostre terre, sarà guerra spietata fin quando non verranno assicurati alla giustizia”.
Alcune zone dei Nebrodi tra cui Militello Rosmarino, Naso, Tusa, Mistretta, S.Stefano di Camastra, Motta d’Affermo, S.Agata Militello – solo per citare alcuni dei Comuni interessati – hanno vissuto ore di forte apprensione.
Sul posto, per tutta la giornata di ieri, le Forze dell’Ordine ed il Corpo di Vigilanza del Parco dei Nebrodi con il difficile compito di monitorare la zone
“Il territorio – accusa Antoci – è stato massacrato. Io sono certo che ci sia dolo e so anche che sarà difficilissimo provarlo, perché usano mille tecniche diverse, alcune impossibili da smascherare come dare fuoco agli animali che, scappando, poi diffondono le fiamme”.
“Adesso la priorità sarà assicurare alla giustizia coloro che regolarmente ogni anno appiccano il fuoco, distruggendo i terreni e mettendo a repentaglio la vita delle popolazioni locali: non daremo tregua ai piromani, sarà guerra spietata fin quando non verranno assicurati alla giustizia” – dichiara Giuseppe Antoci, che convocherà per i prossimi giorni una conferenza di servizi con la Protezione Civile. “Dobbiamo dare un segnale inequivocabile”, dice.
Le agromafie ormai da tempo imperversano nell’area dei Nebrodi, allettate dal business dei contributi Ue e dagli affari di vario genere legati al controllo dei terreni, che vengono affidati secondo criteri non sempre trasparenti. I protocolli predisposti dal parco per ricondurre questa situazione in un quadro di piena legalità hanno dato fastidio e le indagini aperte sui roghi di oggi diranno se anche l’azione dei piromani cui fa riferimento Antoci sia riconducibile ad una azione dei clan per il controllo del territorio.
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