La Lira è qualcosa di familiare che fa parte di noi e che non si può dimenticare.
Anzi, più il tempo passa, più il ricordo si fa nitido: è con questo spirito – come commenta il Coordinatore delle iniziative Sandro Sassoli – che viene dedicato a Roma un omaggio alla vecchia moneta a dieci anni dal suo addio. «Dieci anni fa – aggiunge – mi accorsi che la nostra valuta nazionale cedeva il passo all’Euro senza un’attenzione particolare che le rendesse veramente onore. Diedi così vita alle “Celebrazioni della Lira Italiana”, salutate con simpatia dall’allora presidente Carlo Azeglio Ciampi e praticamente da tutto il mondo numismatico, dalla stampa e soprattutto dalla gente.
L’incontro sarà condotto dal giornalista Michele Cucuzza; l’introduzione sarà affidata al coordinatore Sandro Sassoli. Sono previsti interventi di esperti di costume, di numismatica e della Zecca, presenti la banda musicale della Polizia di Stato e il Centro Attività Musicali “Aureliano” con i Piccoli Cantori dell’Eur. Sarà presentato anche il sito www.indimenticabilelira.it
I riconoscimenti
I premi che saranno assegnati riguardano naturalmente la Lira in varie riproduzione e, in particolare, la prima, del 1951. Alcune sono in metallo dorato, altre in ceramica di Faenza. L’Ente Ceramica Faenza è un’Associazione Culturale nata con lo scopo di tutelare il marchio della ceramica di Faenza. Fondata nel 1977 da Alteo Dolcini, si è costituita a Faenza con il Patrocinio dell’allora Sindaco Veniero Lombardi. Le sue attività sono finalizzate alla promozione e valorizzazione, sia in Italia che all’estero, della produzione della ceramica di Faenza in tutte le sue forme: tradizionale, contemporanea, d’arte e di design. Oggi Faenza, con oltre 30 realtà attive nel settore della produzione della ceramica artistica ed il suo vasto panorama produttivo, costituisce una delle eccellenze del nostro Paese: basta ricordare che è tuttora famosa nel mondo attraverso il termine “faience” con il quale si identifica ovunque la maiolica.
La finalità dell’iniziativa è quella di trasformare uno spazio di corto tragitto, come piazza Guglielmo Marconi nel quartiere Eur a Roma, in un museo a cielo aperto, di sicuro richiamo per gli abitanti e turisti di ogni età. La strada sarà arricchita dalla riproduzione in bronzo, diametro 30 centimetri, di 12 significative monete che hanno fatto la storia della Lira, disposte su due file per tutta la sua lunghezza.
All’inizio e alla fine del percorso saranno presenti due eleganti totem con la storia della lira in italiano e in inglese, e indicanti gli sponsor che hanno contribuito alla realizzazione dell’opera.
Una più grande riproduzione della Lira del 1951, di 60 centimetri, spiccherà tra tutte, mentre un’altra, della stessa dimensione della moneta da un euro starà a significare la continuità e il futuro.
Nella nuova “Via della Lira” sarà presente anche il passato lontano, con un’altra moneta particolare, il Denarius romano, che per tanto tempo, dalla sua coniazione nel 211 avanti Cristo, può considerarsi uno dei precursori di valuta internazionale.
La “Via della Lira” può essere replicata anche in altre località della Penisola, costituendo così un ideale percorso nazionale, ognuno contraddistinto dalla variante di una significativa antica moneta locale.
All’inaugurazione della “Via della Lira” sarà abbinata la Mostra “Indimenticabile Lira”.
Testimonianze di oggi.
Roberto Napoletano, direttore del ‘Sole 24 ore’
Indimenticabile Lira … ma il futuro è con l’Euro. La Lira è stata molto più di una valuta. E’ stata un simbolo di unità nazionale che ha accompagnato, nel bene e nel male, la storia d’Italia.
Al confronto l’euro non desta emozioni, nostalgie, ricordi. Forse perché è la moneta di un’area monetaria, non la moneta di una nazione.
Ma allo stesso l’euro, con le sue crisi, sta spingendo l’Europa, come già preconizzò Jean Monnet, a darsi sempre più i connotati di una nazione. E se la Lira è indimenticabile, come recita il nome del Premio, è proprio perché ci ricorda questo stretto connubio tra un Paese e la sua moneta.
Un connubio che vorremmo sempre più forte. La linea editoriale del Sole – 24 ore ha sempre sostenuto – e continuerà a sostenere –che il futuro dell’economia italiana sta in un sempre più saldo radicamento in quella faticosa costruzione europea che ha nell’euro, figlio di una nobile rinuncia alla nostra sovranità monetaria, la sua pietra angolare.
L’emozione legata alle prime compere fatte da bambino con le monetine strette in mano, oppure quella del primo stipendio, sono memorie che restano indelebili nel cuore di ognuno di noi.
Oggi la Lira è parte della storia del nostro Paese: infatti ogni collezionista o appassionato può collegare le vicende storiche dell’Italia alle diverse emissioni, dai primi esemplari della Repubblica Cisalpina alle emissioni del Regno d’Italia, dalle “Am-lire” del secondo dopoguerra al sorgere e all’evolversi della nostra Repubblica, fino alle ultime emissioni che già preannunciavano l’unità tra le nazioni europee e l’inizio di una nuova era di “globalizzazione”.
Mons. Liberio Andreatta- Vice Presidente dell’Opera Romana Pellegrinaggi.
Ricordo gli anni cui, giovane sacerdote, fui parroco in realtà di periferia e quartieri operai, dove certo il denaro era fatica e sudore vero, ma non posso dimenticare il tintinnio di quelle povere monete nella cassetta delle elemosine: ecco, quelle famiglie non ricche, non agiate, non dimenticano mai di donare anche solo una moneta per chi era ancor meno fortunato, tributo piccolo nella forma ma enorme nella sostanza e nel significato, che mi ha sempre commosso.
Voglio ricordare con un sorriso una vecchia barzelletta in cui le monete, alla fine dei tempi, si presentano davanti al Signore per essere giudicate. “Entrate pure, care cinque lire, 50 e 100 lire …”, dice. Si presentano poi le 1000 e le 5000 lire, ma ad esse il Signore sbarra il passo con espressione corrucciata, dicendo: “Mi spiace molto, care banconote, ma voi in Paradiso non avrete asilo: io, in chiesa, non vi ho mai visto!”.
Testimonianze di dieci anni fa
Lina Wertmuller, regista.
Addio a quella bella signora con le torri in testa, con i pepli e la faccia tanto per bene, che ci proteggeva simpaticamente simboleggiando l’Italia sulla vecchia Lirozza. Dove andrà a finire? Somigliava anche a Mina…
Giorgio Armani, Stilista.
La vita ai tempi dell’euro sarà diversa. Non più le lire, i cambi, il mito del Marco moneta stabile, le abitudini di sempre: ma una moneta nuova che dovremo imparare a conoscere.
Penso al sacrificio della Germania, che intorno al Marco ricostruì un paese terribilmente distrutto dalla guerra e che, sempre intorno al Marco, ha realizzato la sua riunificazione. Eppure si è convertita all’Euro superando ogni panico. E oggi siamo tutti più vicini.
Carla Fendi, stilista.
L’idea di entrare nella stanza dei comandi di una nuova Europa, la soddisfazione di essere fra i protagonisti, la consapevolezza di aver dato un contributo per questi traguardi: tutto questo, e tanto di più, significa l’ingresso in Italia dell’euro.
Franco Zeffirelli, regista.
Sono decisamente contrario a questa sospetta imbarcata nella quale siamo costretti per calcoli politici ed economici ad adottare una moneta comune per i Paesi della Comunità Europea.
L’idea originale di questa Comunità, quella di Adenauer, De Gasperi e Shumann, avrebbe realizzato un sogno che la Storia ha cercato di perseguire attraverso i secoli, quello dell’unificazione europea.
E su questa linea mi sono trovato sempre entusiasticamente partecipe.
Ma la moneta di un Paese è l’espressione della sua economia, la misurazione quotidiana della sua operosità e creatività. E’ una follia rinunciarvi. Viva la vecchia Lira, dunque, e facciamo ogni sforzo per far sì che si rinnovi, che si sviluppi nelle differenze e diventi sempre più una nuova Lira.
Sofia Loren, attrice.
Alla cara, vecchia Lira che va in pensione vanno i miei ricordi più belli e qualche nostalgia.La mia prima Lira, quando avevo 5/6 anni, è stato il risultato dei tanti soldini di rame che mi erano regalati di tanto in tanto dai miei parenti e per meritarli dovevo essere “buona” a tutti i costi, senza potermi abbandonare a capricci infantili.
Ricordo che il mio primo giocattolo, comperato coi miei soldini, fu una piccola cucina, sulla quale potevo pasticciare i pranzetti per la bambola.
Rita Levi Montalcini, Premio Nobel per la Medicina nel 1986.
Ritengo che il denaro sia alla base dei mali che affliggono l’intero genere umano. Tragicamente noto è il vantaggio finanziario nella produzione di armi che genera conflitti.
Come espresso dal poeta Lawrence Ferlinghetti: “Sono in attesa che l’Esercito della Salvezza vada al potere… che gli umili siano beati ed ereditino la Terra senza tasse”.
Giulio Andreotti, ex presidente del Consiglio
Quando cominciai a comprare il giornale, Il Messaggero e l’Osservatore Romano costavano 20 centesimi di lira. Il mio primo stipendio da avventizio all’ufficio Imposta nel 1937 fu di 480 lire. La “difesa della Lira” figurò in tutti i programmi di governo. E, poi, le “mille lire al mese” che, nel titolo di un film con Elsa Merlini, rappresentavano un obiettivo, se non di ricchezza almeno di benessere. Anche la parafrasi di una canzoncina del periodo della guerra d’Africa si riferiva alla lira: “Faccetta nera, bella abissina, a quattro lire hai fatto crescer la benzina”.
Del periodo fascista, memorabile e rara era la monetina d’argento da 20 lire con la scritta mussoliniana: “E’ meglio vivere un giorno da leone che cento anni da pecora”.
Ormai la Lira sta andando in antiquariato.
L’Euro la seppellirà insieme a molte altre consorelle.
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