Questa è la lista:
Testa Rosa Maria Anna
Bruno Lucia
Crisafi Laura
Labianca Maria
Marsiglia Gabriella
Garbo Domenico
Guercio Paolo
Gugliotta Antonio
Palumbo Sergio
Perna Salvatore
Provenza Federico
Trapani Giuseppe
Zummo Ignazio
QUESTO E’ IL PROGRAMMA
Il motivo della mia decisione di presentare la candidatura alla carica di Sindaco di Cefalù risiede anzitutto nella mia passione civile e politica, nel desiderio di impegnarmi a fondo per il bene della collettività, nella volontà di presentare ai cittadini un volto nuovo e pulito, dietro il quale non ci sono gruppi di potere più o meno palesi, né interessi più o meno inconfessabili, ma c’è un progetto politico che vuole rilanciare la Città, venire incontro ai bisogni e alle esigenze di tutti i cittadini, donne e uomini, anziani e giovani, con particolare attenzione alle fasce deboli della popolazione.
Il programma è articolato in cinque punti, che rappresentano a nostro avviso priorità e/o necessità urgenti per Cefalù: il nostro impegno per realizzarli sarà massimo, anche se non vogliamo nascondere a nessuno che si tratta di impresa difficile e irta di ostacoli: ma la volontà non manca e non verrà meno di fronte agli ostacoli e alle difficoltà.
L’efficienza della macchina amministrativa
Siamo fortemente convinti che il primo passo da compiere per ridare slancio alla Città sia rendere quanto più efficiente possibile la macchina burocratica-amministrativa comunale. Senza questo strumento essenziale, che deve dare attuazione alle deliberazioni della Giunta e del Consiglio comunale, nessuna svolta sarà possibile imprimere alla vita collettiva di Cefalù.
Crediamo che sia a tutti chiaro come l’apparato amministrativo del Comune sia ben lontano dall’efficienza e dall’efficacia che sono indispensabili per governare oggi una città; beninteso, non addebitiamo al personale la responsabilità di questa situazione, ma a coloro che nel tempo hanno trascurato quegli adempimenti, anche minimi, che sarebbero stati necessari per ottenere lo scopo desiderato.
Per fare un solo esempio, da molti anni a questa parte, il Comune non ha destinato alcuna somma allo svolgimento di corsi di formazione per la riqualificazione del personale e per l’utilizzo delle più moderne tecnologie; gli impiegati sono rimasti abbandonati a se stessi. Non si è adottato un sistema premiante per gli elementi più capaci e meritevoli; è mancato un nuovo modello organizzativo che guidasse la riorganizzazione dei vari Uffici.
Non tutti hanno compreso che anche il risanamento del bilancio – uno dei primi problemi cui la nuova Amministrazione si troverà a far fronte – passa anche per una maggiore efficienza della macchina comunale, con riguardo soprattutto ad una maggiore capacità di comunicazione e interscambio delle informazioni tra i vari Uffici.
Cittadinanza attiva
Il principio-cardine al quale ci atterremo nella nostra azione decisionale e amministrativa sarà la condivisione con i cittadini delle scelte concrete e delle modalità della loro realizzazione. Ciò perché, in democrazia, i cittadini non sono soggetti passivi e oggetto di decisioni che passano sulla loro testa; ma sono – e devono essere considerati a tutti gli effetti – elementi attivi di scelta e autogoverno.
Questo significa che le decisioni di maggior rilievo, quelle che influenzano direttamente la vita e il benessere dei singoli e delle famiglie, saranno sottoposte al giudizio della popolazione, adeguatamente informata, attraverso l’istituto – democratico per eccellenza – del referendum popolare.
Non comprendiamo infatti come si possa discutere, e tanto meno assumere decisioni, su problemi che influenzano tanto da vicino la vita quotidiana e il futuro dei cefaludesi senza interpellare i diretti interessati e renderli partecipi delle scelte che si andranno a compiere. Rendere partecipi i cittadini significa anche stimolare la loro partecipazione, far comprendere che si tratta di una condivisione che va tutta a loro vantaggio, abituarli insomma a quella che oggi si definisce cittadinanza attiva.
Il recupero e la ricostruzione dell’identità
Cefalù si può definire un enorme giacimento di beni storico-artistici, di tradizioni e di cultura popolare. Sono queste la risorsa primaria della Città, che può e deve assicurarle un futuro materiale e ideale, perché un albero privo di radici, strappato dal proprio territorio non può crescere e produrre frutti. Solo attraverso un recupero delle tradizioni e dell’identità Cefalù può guardare al futuro, e sfuggire al rischio di veder snaturata la propria essenza, ad esempio da un turismo “di rapina” che distrugge il territorio e le sue peculiarità.
E’ vero anche che questa identità deve in alcuni casi essere ricostruita perché lo sviluppo che la Città ha conosciuto in passato e le migrazioni da altri comuni hanno spesso determinato nel tessuto sociale strappi e divisioni che occorre sanare e ricucire. I cefaludesi devono comprendere, e per questo ci adopereremo, che solo la concordia di intenti e la solidarietà sociale possono assicurare il bene di tutti.
Recupero dell’identità vuol dire anche valorizzare in chiave economica saperi, mestieri, tradizioni che possono produrre nuova ricchezza: la terra, attraverso il rilancio dell’agricoltura nelle sue varianti innovative e la collaborazione con i ristoratori locali; il mare, attraverso la valorizzazione delle antiche tradizioni marinare della nostra Città e la sperimentazione di nuove forme di cooperazione con il settore turistico; il popolo, che deve diventare artefice delle proprie fortune ritrovando quella solidarietà e quel senso di appartenenza ad una comunità che furono propri di un lontano passato.
Qualità della vita
Il primo compito di un’amministrazione comunale è a nostro avviso quello di assicurare la qualità della vita nella e per la città: la possibilità di muoversi agevolmente da un luogo all’altro, l’ordinato svolgimento delle attività, la pulizia e la cura delle strade e dei luoghi pubblici.
Il centro storico, cuore pulsante della vita sociale ed economica e luogo favorito del turismo, merita certamente grande attenzione, ma altrettanta attenzione si deve prestare ai quartieri periferici e alle contrade, in atto spesso del tutto abbandonati a se stessi. Spinito, Pacenzia, Villaggio pescatori sono luoghi che hanno ciascuno una propria identità, problematiche ed esigenze specifiche; così come le contrade che attorniano la città; così come la frazione di Sant’Ambrogio, che la relativa distanza dal comune principale espone al rischio di essere dimenticata.
E’ difficile al momento dettagliare gli interventi che adotteremo, ma intendiamo attenerci strettamente al principio già enunciato della cittadinanza attiva, accogliendo le istanze che vengono dalla base e rendendo partecipi gli abitanti delle scelte e degli interventi che si andranno ad effettuare.
Capitolo fondamentale di una politica per la qualità della vita – che in questo caso riguarda non solo Cefalù, ma tutto il comprensorio madonita – è la difesa ad oltranza del nostro Ospedale.
Concordiamo con chi sostiene che esso debba essere, e sempre più divenire, centro di eccellenza nel campo della ricerca e delle terapie avanzate, ma è ancor più indispensabile mantenerne e potenziarne la funzione di presidio sanitario al servizio dei cittadini, e alludiamo in particolare al servizio di Pronto Soccorso e al Punto Nascite.
Il lavoro
Il conseguimento della massima occupazione, per i giovani e i meno giovani, è l’obiettivo fondamentale e il cardine intorno al quale s’impernia tutto il nostro programma.
Noi non vi promettiamo il “posto” – e nessuno, oggi come oggi, può promettervelo con onestà intellettuale. L’epoca del clientelismo è nel nostro passato, ma non nel nostro futuro. Vi promettiamo però che metteremo in campo azioni ed interventi che il lavoro possono crearlo a beneficio di tutti.
Creare lavoro si può – come detto prima – attraverso l’agricoltura moderna, la pesca, gli interventi per la qualità della vita; ma sappiamo tutti che la via maestra per il rilancio e l’ulteriore sviluppo dell’occupazione passa inevitabilmente a Cefalù per il settore turistico. Il turismo non crea solo un’occupazione diretta, ma esercita un impulso fondamentale su un ampio indotto costituito dall’edilizia, dai trasporti, dalle attività commerciali sino a microsettori di terziario avanzato (agenzie di viaggio, di pubblicità, attività culturali e così via). Ve n’è abbastanza per imprimere un forte slancio alla crescita occupazionale.
Parlare oggi di turismo significa però ben altro rispetto a ciò che significava negli anni Sessanta e Settanta: il turismo balneare è in grave difficoltà a causa dell’agguerrita concorrenza e della persistente crisi economica. Parlare di turismo oggi significa riferirsi a forme nuove, nelle quali il nostro Paese (e Cefalù) gode di un forte vantaggio competitivo, che è quello della storia, della cultura, delle risorse artistiche e monumentali.
Privilegeremo tra queste forme nuove il turismo culturale, quello congressuale e quello della terza età, per far nascere e crescere un turismo che non si concentri esclusivamente nei tre/quattro mesi estivi, ma possa svolgersi lungo tutto l’arco dell’anno: quella che si chiama destagionalizzazione del turismo e che è anche rimedio alla congestione e all’invivibilità, da un lato, alla precarietà e stagionalità del lavoro nel settore turistico dall’altro.
In questo programma non abbiamo voluto fare un elenco particolareggiato di interventi, elenco del resto che in tanti hanno stilato in passato senza poi realizzarlo. Abbiamo voluto invece rendervi partecipi delle nostre idee, di quelle che saranno le linee guida della nostra attività. Sarà poi nel concreto operare quotidiano che si metteranno in pratica i singoli interventi, non fine a se stessi, non scoordinati l’uno dall’altro, ma inseriti in un progetto forte che non perda mai di vista il suo senso generale.