Caciaroso, capofila del popolo delle vacanze orlandine sin da giovanissimo, Rosario Milone, oggi nuovamente in lista per contarsi e confrontarsi nell’agone delle amministrative 2016, al di là dei risultati, delle conferme, più o meno annunciate, ha rappresentato in questi anni un punto di arrivo e di partenza per l’immagine turistica di Capo d’Orlando. Tra foto e articoli attraverso la “sua” storia da assessore si ripercorre quello che ha fatto di Capo d’Orlando un grande centro d’attrazione.
Andando oltre l’analisi dell’attuale specialissimo successo di questo showman della’industria dell’attrazione turistica di Capo d’Orlando, che sin da giovane ha avuto modo di sperimentarsi, tra locali, discoteche e buone amicizie, e ripercorrendo attraverso le immagini, gli articoli, i tanti testimonial delle manifestazioni, possiamo rivedere la storia dell’effimero, non solo estivo, che ha caratterizzato l’immagine di Capo d’Orlando.
Una storia che affonda le radici proprio in quel passato dove Capo d’Orlando ha costruito la sua immagine, dai tempi di un Paoli che cantava alla Tartaruga, e le Kessler sarebbero state perfette da immortalare tra i faraglioni di San Gregorio, quando la strada ancora non era neanche asfaltata, all’impegno di Tano Cuva, e poi a quello di Salvatore Monastra fino a Antonio Librizzi.
Ma possiamo dire che come ogni cosa ha il suo tempo, il suo linguaggio, le due dinamiche e Rosario avvezzo, in maniera naturale e spontanea, alla comunicazione diretta, ha saputo ben fare.
Oggi è stato l’assessore ideale di una Capo d’Orlando che vuole esserci.
Bravo Enzo Sindoni che ha scommesso su di lui, e da un’analisi, sia pur sommaria, può essere interessante riflettere sulla connessione imprescindibile che dovrebbe esserci, e che per fortuna, se si analizzano i dati, c’è tra chi sperimenta e innova la progettualità turistica delle manifestazioni e la crescita del territorio sotto il profilo dell’accoglienza.
Due cose ben diverse, a volte distanti da non confondersi mai.
Una cosa è l’effimero altro è il marketing turistico, che a tratti coincidono per la promozione dell’immagine ma poi sconfinano in altro, autonomanente.
Rosario ha fatto lo showman dell’intrattenimento, come i bravi conduttori televisivi utilizzando in fondo la metodologia dell’animazione, cioè del coinvolgimento al gioco del pubblico stesso, direttamente in piazza, sul palco, o sui media, negli eventi, puntando su facebook e sulla rete in generale, attraverso tutte le interazioni possibili.
Sopperendo così a lacune strutturali – forse anche d’approccio culturale latente e latitante, ma chissenefrega.
Lui facendo della “partecipazione”, la formula più adatta e più linguisticamente propria ha saputo fare del pubblico il vero protagonista, come la legge dell’audience ormai categoricamente impone, delle “sue” manifestazioni.
E così le manifestazioni della Capod’OrlandoDuePuntoZero dell’intrattenimento vedono attraverso il gioco, l’esibizione, il pubblico, gli eventi, i suoi rappresentanti in quel attimo che fanno diventare il paese protagonista.
Tanto più che alcuni di queste manifestazioni diventano punto fermo per altri.
Un format esportabile e spendibile frutto di un paese che ha vocazione, la voglia ed è sorprendentemente disponibile diventare villaggio turistico globale.
Con Rosario Milone Capo d’Orlando ha spostato il suo baricentro estivo, da San Gregorio al Centro.
Non è questa una colpa.
Forse una mancanza del Borgo, ma per questo c’è sempre tempo di recupero.
E per chiudere il discorso. Lui ha fatto un pezzo di storia, checchè ne dicano bistrattati e criticoni della domenica, del “fare turismo” di richiamare gente nella Città del Paladino.
C’è stato.
Un punto di partenza.
Si potrà far meglio ma certo non tornare indietro.
Non è un caso.
Si ringrazia per la disponibilità delle foto Natale Arasi.
Per chi vuol leggere altro, l’invito è quello di dare uno sguardo a quest’altro articolo:
http://scomunicando.hopto.org/notizie/capo-dorlando/
fotogallery con i protagonisti
altro… le locandine degli eventi
la folla protagonista
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