Rossella Urru – Appello per la sua liberazione
Cronaca Regionale

Rossella Urru – Appello per la sua liberazione

 

Il 23 ottobre scorso Rossella Urru, 29 anni, è stata rapita e sequestrata da un gruppo di armati nei territori sub occidentali dell’Algeria, una zona di confine, infestata da bande di ogni tipi.

Rossella si trovava lì perché, da tempo ha deciso di dedicare la sua vita agli ultimi della terra, impegnandosi a tempo pieno nell’attività delle organizzazioni non governative.

Questa volta aveva lasciato Oristano, dove vivono i genitori ed il fratello per andare a lavorare con il Cisp e si occupava delle mensa per centinaia e centinaia di profughi.

Il 23 ottobre il sequestro, il grande clamore politico e mediatico, l’annuncio di una difficile trattativa, ed ora un preoccupante e prolungato buio.

Il presidente Napolitano nella sua ultima visita in Sardegna eha incontrato i familiari di Rossella Urru che stanno manifestando una dignità pari solo alla loro immensa disperazione.

Un incontro importante che è servito a far riaccendere i riflettori su una storia che sembrava ormai destinata ad una tiratissima archiviazione.

Per queste ragioni le Donne Viola hanno rivolto un appello affinché siano raddoppiati gli sforzi per liberare Rossella.

Ci sembra giusto non solo aderire ma anche ripubblicarlo qui e chiedere a tutte e a tutti di condividerlo e di farlo girare.

rosella_urruNella notte tra il 22 e il 23 ottobre Rossella Urru ed altri due cooperanti spagnoli (Ainhoa Fernandez de Rincon, dell’Associazione amici del popolo saharawi, e Enric Gonyalons, dell’organizzazione spagnola Mundobat) sono stati rapiti da uomini armati, arrivati a bordo di diversi pick-up. Originaria della provincia di Oristano, Rossella Urru, 29 anni, è rappresentante della ONG Comitato Italiano Sviluppo dei Popoli (Cisp) e lavora da due anni nel campo profughi Saharawi di Rabuni, nel sud ovest dell’Algeria, coordinando un progetto finanziato dalla Comunità europea.

Rossella si occupava di rifornimenti alimentari, predisponeva la distribuzione con particolare riguardo alle necessità di donne e bambini. Rossella Urru è laureata in Cooperazione Internazionale presso la facoltà di Conservazione dei Beni Culturali di Ravenna, proprio con una tesi sul popolo Saharawi.

Dalla notte del sequestro non si hanno avuto notizie di Rossella Urru fino al mese di dicembre quando un gruppo dissidente dell’Aqmi (Jamat Tawhid Wal Jihad Fi Garbi Afriqqiya ) ha rivendicato il rapimento. ancora ostaggi.

Grazie a rapporti personali col popolo tuareg da parte del consigliere regionale Claudia Zuncheddu, sappiamo che Rossella è viva e che si trova in un territorio desertico quasi inaccessibile, crocevia di interessi contrastanti fra governi e movimenti, dove ovviamente assume rilevante importanza l’intreccio delle funzione di mediazione di soggetti diversi. I sequestratori mirano ad un riscatto per acquistare armi necessarie alla loro lotta per l’indipendenza. Il governo algerino, che conosce il territorio desertico a palmi, tuttavia non è favorevole alla mediazione con riscatto visto che sarebbe il destinatario di una insurrezione armata da parte del fronte del Polisario armato. In aggiunta il governo francese, spinto da mire neocolonialiste, è fortemente interessato alla liberazione forzata dei ragazzi sequestrati, mettendo così a rischio la loro incolumità.

Sono passati più di 120 giorni dal suo sequestro e rivendichiamo la sua liberazione, il silenzio che la circonda è assordante.

Lasciamo ai servizi ed alle ambasciate rispettivi ruoli e rispettiamo il desiderio dei familiari di mantenere basso il profilo sulle trattative tuttavia dobbiamo fare in modo che si parli di questo sequestro per spingere le nostre amministrazioni, i nostri governi e quanti più Stati possibile ad intraprendere azioni diplomatiche per la liberazione di Rossella.

Forse i suoi sequestratori fanno paura ai diplomatici.

Forse il sequestro è capitato in un momento storico in cui tutte le attenzioni dei governi sono rivolte allo spread, ai bund, alle borse, ai mercati ed alle finanze.

Forse è capitato proprio quando in Italia si è verificato un cambio traumatico di governo e si affronta una crisi economica gravissima.

Ma non si può perdere altro tempo e tutti noi dobbiamo chiedere a gran voce che le autorità competenti rivolgano la massima attenzione al problema della liberazione di Rossella.

Il nostro appello è rivolto alle organizzazioni, alle ambasciate, ai mediatori, ai servizi ed ai governi, centrale e regionale, perché utilizzino tutti i mezzi e tutte le strategie possibili per riportare Rossella a casa quanto prima.

Il fratello di Rossella dice: “le parole cedono di fronte a tanto assurdo, si sgonfiano e sembrano afone. Eppure, in questa vibrante impotenza in cui ci troviamo, sono quel poco che ci è concesso, un nonnulla che tenta di colmare un abisso e una distanza insospettati; che riescono appena a tenerci in piedi, a farci avanzare”.

Parliamo di Rossella fino a diventare afoni anche noi, parliamo di lei e di questo popolo abbandonato nel mondo che lei ha voluto aiutare nonostante i troppi rischi.

Allo stesso modo non dimentichiamo Maria Sandra Mariani, sequestrata in Algeria nel febbraio scorso, anche in questo caso, le tracce sembrano essersi perse nel deserto

29 Febbraio 2012

Autore:

admin


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