E’ noto che la pratica corrente nel campo della pianificazione urbanistica è, in larga misura, ricondotta alla sequenza: “analisi – previsione – formulazione del Piano”. Sarebbe tempo di parlarne, anche a Brolo, prendendo spunto dell’insorgente polemica dei ruderi dell’ex tabacchino, della ormai scontata perdita di pezzi del patrimonio architettonico storico locale, di come le nuove zone di rispetto lungo la battigia comprometteranno anche futuri sviluppi turistici, e del caso degli abusivi… che ora, torneranno in campo con i prossimi comizi…
Un Piano Regolatore sostanzialmente si basa su due momenti fondamentali: la stima della domanda, intesa come il complesso dei bisogni espressi dalla comunità (sia all’attualità che nella sua evoluzione futura) e la definizione della offerta (interventi programmati nel PRG), il tutto a partire dai vincoli relativi alle risorse disponibili e dagli obiettivi di crescita sociale ed economica che si intendono raggiungere.
Insomma il piano di sviluppo, serio, di un paese passa da un piano di programmazione dove devono attingere diversi interessi da quelli economici-residenziali a quelli culturali-storici, dal turismo alle aree di nuova socializzazione.
Brolo ha un PRG ormai “antico”, fuori moda, che razionalmente è anche frutto della voglia di sanare gli errori di compromessi politici, di situazione di fatto, che presenta i vincoli preordinanti tra espropriazioni, conclamati abusivismi e abusi.
Che vede, alla luce del tempo, come volontà machiavelliche hanno interferito, succhiato cubature e “sogni di sviluppo”.
Un piano tecnico che oggi possiamo dire ha fatto il suo tempo, che ha traghettato il paese dalla deregulation verso una sorta di pace urbanistica, cogliendo tanti obiettivi ma certamente oggi da rivisitare. Ed è tempo di parlarne.
Ecco allora che e tempo di progettare, ideare, confrontarsi, porre mano alla revisione generale del PRG, per il quale la tappa fondamentale è l’adozione delle direttive che devono essere frutto non solo di una decisione unilaterale dell’amministrazione e di tecnicismi, ma concordate tra le parti sociali, in linea con lo sviluppo del paese e facendo conto anche con chi, cosa e come, i paesi confinati, stanno facendo e realizzando.
Il PRG deve essere un piano collettivo di interessi generali, dove ognuno deve anche sacrificare qualche cosa, evitando gli errore devastanti del passato, le urbanizzazioni insensate, la nascita di quartieri ghetto e come quello “Pompa” e “Kennedy”, di urbanizzazioni prive di servizi o che hanno riversato acqua e liquami in condotte che dovevano servire altri flussi di residenti.
Brolo è passata dal 3.184 abitanti del 1961 ai quasi seimila di questi giorni. Bisogna anche dire che il paese è cresciuto in questi ultimi 10 anni in un quadro di sviluppo ordinato ed armonico in tutte le sue componenti, cercando di rabberciare anche errori del passato in tema di viabilità, parcheggi, spazi urbani, ma mancano piazze, centri pedonali, aree destinate al commercio e solo da qualche tempo il centro storico, deturpato ma non compromesso, sta avendo attenzioni e un primo piano di seria progettazione propedeutica a sviluppi futuri per la redazione del piano particolareggiato.
Mancano all’appello le zone per attrezzature pubbliche: è stata parzialmente utilizzata quella destinata al tempo per la casa per anziani che ospita l’Alberghiero e che potrebbe essere completata a breve, ma manca un progetto organico per le altre scuola. Ha un’area per lo sviluppo artigianale e industriale, ma ancora distante dall’esserlo veramente, di prossima realizzazione l’area attrezzata per la protezione civile; ma manca un’area per lo sport o un serio progetto di sviluppo per quella zona che va tra la stazione e il cimitero.
Lo stresso cimitero, fonte di polemiche, si allarga e non basta mai…e qui si potrebbe pensar ad altro, come anche sul centro raccolta rifiuti che sottrae spazi da destinare ad altro (compresa la tettoia ferroviaria e la stessa stazione una volta giustamente pensata per attività culturali, poi il progetto si è perso per strada ed ora !!?”).
Il centro della differenziata potrebbe essere dislocato nell’area dei nuovi Pip.. ma perchè non pensarci?
Mancano i luoghi per un Cinema (sic!) che anche se riaprirà quello esistente sarà sempre generazionalmente e tecnologicamente da rottamare. Mancano spazi per Teatri…. Palazzetti dello sport (sic!) e della cultura, pinacoteche ed anche la sala multimediale andrebbe ridisegnata e ripensata per “altro”.
Il PRG dovrebbe affrontare la viabilità, e dando per scontata la realizzazione della Rotonda di Sant’Anna, si dovrebbe prevedere il collegamento sotto la Statale verso la Marina lato quartiere Macello, la nuova piazza Roma, accesso al centro storico, con il ridisegnamento della via Dante e della stessa villa comunale, il ridisegnamento di piazza Dalla Chiesa, che non può essere un semplice quanto brutto parcheggio, al pari di piazza Annuziatella, e l’ampliamento di diverse sedi stradali compreso il miglioramento di molti degli innesti esistenti.
Ecco il PRG dovrebbe essere inteso come “progetto complessivo di sviluppo” capace, cioè, di prevedere “interventi coerenti” con una “definita logica di crescita programmata” che non rappresenti un sistema chiuso: un comune, infatti, non è un territorio isolato dal contesto, quantomeno, comprensoriale.
A volte basta guardarsi intorno… per esempio Ficarra rappresenta un modello di sviluppo urbanistico, almeno nel suo centro storico, armonico da seguire.
A Brolo si dovrebbe iniziare anche a pensare a rifare il look alla via Vittorio Emanuele III° e a via Libertà con le aree connesse, penare ad un’isola pedonale che non può certamente essere quella della villa comunale dove mancano negozi e ritrovi, necessari per rendere pulsante una zona che ama definirsi “isola pedonale” e poi affrontare seriamente la questione del parco urbano sotto la rupe medievale che finalmente ha ottenuto i finanziamenti per la sua salvaguardia.
Bisognerebbe adottate politiche urbanistiche sensibili ai concetti di “sviluppo sostenibile”, assumendo come obiettivo prioritario il miglioramento della qualità della vita e dell’attrattività della città, attraverso la progettazione di spazi e norme d’uso che ne garantiscono il pieno sviluppo, che subordini qualsiasi ipotesi di nuova edificazione ad una rigorosa verifica delle possibilità di riuso del patrimonio esistente.
In tale direzione il comune di Brolo dovrebbe muoversi adottando anche la politica del “comune a cemento zero” – in certe sue zone – una coraggiosa alternativa alle prassi attuali di gestione del territorio passando da una cultura di espansione a una cultura di riqualificazione. Del resto dire stop al consumo del territorio non significa dire stop all’edilizia.
Significa, piuttosto, che la priorità può e deve essere data alle operazioni di recupero e manutenzione delle volumetrie esistenti, e laddove troppo oneroso o impossibile, agli interventi di demolizione e ricostruzione.
In questa logica favorire lo sviluppo di B&B nell’ottica di un paese albergo diffuso, quindi prevedere attrezzature e servizi per lo sviluppo di un turismo non solo di tipo stagionale legato alla fruizione del mare, ma anche di tipo culturale collegato allo sfruttamento del patrimonio storico-architettonico comunale e dei centri dei Nebrodi di cui Brolo può diventare un polo di attrazione;
Qualche cosa si sta facendo per il centro storico.
Pieno merito per l’attuazione dello studio serio e complesso attuato e che potrebbe portare ad attivare politiche di recupero del patrimonio edilizio ed urbanistico attraverso la valorizzazione del tessuto già costruito e dell’impianto antico, ripristinando l’originaria struttura urbana e offrendo la possibilità di introdurre al suo interno: attività ricettive; piccole attività artigianali e commerciali questi ultimi finalizzati agli obiettivi di utilizzazione turistica del territorio comunale.
Il tutto attraverso l’avvio di una fase di pianificazione particolareggiata – come abbiamo scritto prima –
Questo già è un buon punto di partenza per avviare futuri confronti.
Necessari, importanti, costruttivi.
Ovviamente che vadano oltre ai ruderi recenti e le macerie del dissesto.
N.B. Nessuna polemica con nessuno.. un libro di sogni per costruire un paese migliore, senza trincee, barricate, perchè Brolo è di chi ci vive.
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