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S. Agata vince ma non convince. Il mistero dei transfert. Quanto impiegherà la Fip per richiedere un transfert?

di Claudia Lentini

Per la quarta di campionato di serie C2 regionale, il S. Agata Basket incassa la seconda vittoria giocando tra le mura amiche contro la Comitato “Addio Pizzo” PGS Aquila Palermo. Nonostante il risultato positivo, 72-61, il S. Agata Basket vince ma non convince.

Manca ancora qualcosa a questa squadra, la grinta, la determinazione, la fame di vittoria a tutti i costi.
Un primo quarto di gioco molto lento per il S. Agata, non si corre in campo, i ragazzi di coach Fiasconaro sembrano essere fermi sulle gambe, dall’altra parte una PGS Aquila ben organizzata in campo, veloce ma imprecisa al tiro. Non si vede bel gioco in campo, gli errori di conclusione a canestro da entrambe le parti chiudono questo primo quarto sul punteggio di 18-15.
Secondo quarto sulla falsa riga del primo, troppo nervosismo, poca lucidità e qualche sprazzo di gioco che portano il S. Agata Basket al massimo vantaggio, più 13, ad un minuto dalla fine. Si segna sporadicamente, poche le entrate a canestro e troppi tiri da fuori sbagliati, gara che termina col punteggio di 33-23.
Il terzo quarto inizia con un parziale di 7 a 0 per il Comitato Addio Pizzo, che recupera palla e vola a canestro. La buona organizzazione in attacco e la difesa pressante della squadra avversaria manda in tilt gli schemi d’attacco di coach Fiasconaro, santagatesi che non riescono ancora a gestire la palla. Sul punteggio di 33 a 30, i guizzi vincenti di Carlos Gallo, ottima la sua prestazione in campo, portano il punteggio a più 12 per la squadra di casa, ma Palermo non ci sta a perdere, gioca la sua partita rosicchiando punto su punto, fino al 53-47.
Quarta frazione di gioco medesimo cliscet, aumenta il nervosismo in campo ed il S.Agata Basket continua a sbagliare. La squadra avversaria macina buon gioco, recupera palla ed è più precisa nella conclusione a canestro. Il solito Gallo, grande trascinatore, con esperienza e generosità, prende in mano le redini del gioco e porta la sua squadra alla vittoria. Punteggio finale di 72-61.
Una nota di demerito va alla coppia arbitrale, che non è riuscita a gestire l’incontro a dovere.
Questa l’analisi di una gara non bella ma che suggerisce utili spunti di riflessione come di seguito evidenziati da coach Massimiliano Fiasconaro.

Coach, raccontami la partita

…No!

Perché?

Perché non è stata una partita, è stata una “paddazza”. – traduci – Paddazza è quando tanti giocatori si muovono come pecore in un gregge, niente di organizzato, niente di determinato, tutti appresso ad un filo d’erba che è la palla. Di positivo c’è che abbiamo vinto.

Descrivi tecnicamente il primo quarto

Tecnicamente? Di tecnico non c’è stato proprio niente, niente di niente.
E’ mancata per tutta la partita, primo, secondo, terzo e quarto tempo, la determinazione di qualche giocatore, soprattutto locale, che invece dovrebbe fare, proprio della determinazione, la sua arma più importante – nomi? – ma quali nomi, tutti quelli di S. Agata, che di santagatese non hanno niente, no, uno si può salvare, Giuseppe Sindoni, (foto) che ha dalla sua la gioventù, la scanzonatezza, la superficialità applicata tipica dei giovani. E’ quello che soffre meno di tutti le cose della partita, ha meno pressione proprio perché non ha niente da perdere, lo abbiamo responsabilizzato il più possibile facendoglielo pesare il meno possibile. Giuseppe Sindoni va con discreta tranquillità, è quello che gode, più degli altri, dell’esperienza di Carlos Gallo e, quando ci sta con la testa, di Antonino Urso, per il resto – negli ultimi minuti di gara non è stato così, Giuseppe Sindoni ha perso forse troppe palle – è giovane, si stanca, l’ho tenuto in campo per 40 minuti. Quello che mi fa pensare, che un po’ mi preoccupa, faccio autocritica, è che con molta probabilità, non sto facendo le cose giuste per farli migliorare, ci sono ragazzi che pensavo potessero dare un po’ di più, proprio a livello di esperienza, d’applicazione, come Giuseppe Florio, Francesco Strati, giustifichiamoli, Gino Machì noto come “vecchio che fa gruppo” – che in questa partita è stato certamente condizionato dalla malattia; alla fine preferisco convocare un vecchione come Claudio Travaglia, (foto sotto) il quale è certamente indietro fisicamente, però possiede quello che agli altri ancora manca, l’applicazione, la gestione di una cosa fondamentale: il senso della sfida, cioè “io ti batto e non mi fermi, tu non mi batti e non ti faccio passare neanche ammazzato”. Questo è quello che non riesco a migliorare nella squadra, c’è però da aggiungere che abbiamo applicato le quattro cose preparate e che abbiamo vinto.
Contro la difesa individuale, adesso finalmente gestiamo bene qualche scelta, soprattutto la collaborazione sulla palla, facciamo benino la difesa di pick and roll, aiutiamo, almeno la prima rotazione la facciamo con determinazione, manca la seconda, manca la terza, facciamo benino le difese a zona, abbiamo applicato bene la boxe one. Penso ancora più io che loro, deve essere al contrario. Devono pensare, correre pensando, voglio che abbiano determinazione, specie nel farmi una proposta tattica, adesso sono ancora li ad aspettare che il ragazzo con più esperienza, Carlos Gallo, inventi qualcosa, o che l’allenatore imponga loro, magari urlando, una situazione tattica. Ancora non ci siamo, però il risultato è venuto, siamo assolutamente un cantiere aperto. Devo dire che mi aspettavo una partenza di campionato 0 – 3, ed invece ne abbiamo vinta una a Caltanissetta e buttata un’altra a Trapani. Siamo comunque ad un buon punto in classifica, speriamo di metter dentro i ragazzi argentini, Juan e Marcelo, con loro in campo le cose andranno certamente meglio.

Parlami di Juan Paronetto e Marcelo Allende

Belli! – senz’altro, poi?

Juan e Marcelo sono due giocatori con le caratteristiche che mancano a tutto il contesto. Marcelo (foto sotto) è un play maker puro, con grande versatilità, con la capacità di gestire tatticamente la gara, intelligente, pratico, figlio d’allenatore – anche giocoliere – sì a lui piace fare giocoliere. Gli toglieremo il vizio, le corto las manos!
Mentre Juan (foto sotto) è l’interno che ci mancava, grande flessibilità, taglia fuori, aggressivo nell’uno contro uno. Sono gli elementi che ci mancano – anche veloce nonostante l’altezza – sì, veloce, rapido, buon uno contro uno, palla a terra, ha anche un tiro che gli italiani non hanno, da quattro metri e mezzo in post alto, che ci da la possibilità di scegliere un altro obiettivo offensivo fondamentale.
Non vedo l’ora di averli in campo, sto lavorando troppo velocemente con i più giovani, cose per cui forse non sono ancora preparati, corro il rischio di bruciarli, vedi Giuseppe Sindoni, con Juan e Marcello cresceremo tutti insieme.

Un rilievo. Ho notato la mancanza d’iniziativa contro l’uomo, eccezion fatta per Carlos Gallo, manca l’uno contro uno. I tuoi ragazzi, pur costruendo opportune vie di penetrazione a canestro, optano prioritariamente per il tiro da tre

Forse sarà colpa mia, faccio autocritica, forse non sono capace ad insegnare questa scelta tattica, di certo manca loro il senso della sfida. Un allenatore è bravo quando riesce a metterti in condizione di fare un buon tiro da tre punti con due metri di distanza dal difensore, o quando riesce a creare tatticamente un quarto di campo libero per l’uno contro uno. I miei ragazzi non riescono a scegliere quando è il momento d’aggredire il difensore – sembra che non sia una soluzione – manca il senso della sfida, questo dipende da molte cose, sto chiedendo loro, ad esempio, di gestire le cose della partita, forse troppo tatticamente, nel senso che pretendo una gestione tattica con delle scelte per me semplici, precise, probabilmente non hanno ancora queste priorità. Verrà nel tempo, dobbiamo sviluppare da subito la mentalità, ripeto loro in continuazione “andate a casa e tornate con l’idea che De Coubertin era un idiota”. L’importante non è per niente partecipare, l’importante è vincere in ogni situazione della partita. Ribadisco: “uno contro uno, tu non mi batti”, ed ancora: “uno contro uno offensivo ti batto e faccio canestro, altrimenti scarico fuori al compagno”. Da questo vengono fuori altre situazioni, ad esempio, uno contro uno, palla fuori, non facciamo canestro da tre punti, piedi a terra senza difensore, praticamente mai. Questo dipende ancora dalla tranquillità, dallo stato emotivo, la maggior parte dei giocatori sono ipertesi e poi ci manca la determinazione nel far bene cose semplici, prima ancora che quelle difficili.
Ci lavoreremo su, vedi, questa è la mia sfida, devono diventare giocatori di pallacanestro perfetti.

Qualche nome da segnalare?

Certamente Carlos Gallo, (foto) ma non per quello che fa, è qui per questo, bisogna fargli un plauso per la sua umanità. Antonino Urso quando ci sta con la testa, quando non è preso dalla sua “militellanità” – capisco, è un limite – è quel modo di gestire le cose come nella piazza di Militello Rosmarino. E’ un ragazzo con grande voglia, addirittura c’è da condizionargli la voglia, il senso della sfida è addirittura esagerato in lui. Bene Giuseppe Sindoni, ma ha dalla sua il fatto che è allenato per cominciare le prime cose da senior e siccome non ha un background, un bagaglio tecnico-tattico consolidato, gli viene molto più facile imparare.

Degli avversari che mi dici?

Allenati molto bene da Ettore Castorina, (foto sotto) siciliano, di grande esperienza, presidente dal CNA (Comitato Nazionale Allenatori) la nostra federazione; tecnicamente valido, ha lavorato per tantissimi anni in questa categoria, ci siamo incontrati spesso in finali C2, io a Cefalù lui a Caltanissetta, poi lo scorso anno finale play out in C1, lui a Caltanissetta io a Messina ed in questa partita, “non potrà vincere mai”, certo è capitato, sono stato più fortunato. Scherzi a parte, è una squadra che ha fatto settore giovanile a Palermo per tantissimi anni, giocano sempre insieme, li hai visti, si trovano a memoria, aggressivi, hanno capito subito quali sono i nostri problemi di carattere tattico, a livello di impostazione, ossia che abbiamo play maker senza troppa esperienza – l’abbiamo scritto più volte, ormai lo sanno tutti – ormai lo sanno tutti che debbono pressare i nostri play maker. Hanno un’individualità importante, Giovanni Castorina, figlio dell’allenatore, un tiratore, un giocatore d’esperienza, sono forse rimasti un po’ sorpresi dal nostro modo di gestire la partita; siamo poi riusciti a capire quel’erano le loro scelte offensive, specie in relazione a Castorina, grande tiratore da tre punti, poi conosce molto bene Carlos, si sono incontrati molte volte, lui veniva marcato boxe one, la loro forza è essere squadra. La loro forza è la gestione della squadra, sono stati molto tattici, hanno cambiato zona, uomo, difese miste, comunque è andata bene per noi.

Marcelo Allende prima faceva riferimento al loro transfert, racconta cosa è successo

E’ clamoroso. Abbiamo inviato la documentazione relativa a Marcelo e Juan via fax, venerdì mattina, il 23 ottobre 2009, ed a mio parere la federazione avrebbe potuto cominciare a richiedere il transfer dall’Argentina per il tesseramento italiano; i documenti originali sono stati inviati, a mezzo raccomandata, sabato 24 ottobre e siamo sicuri del ricevimento. Abbiamo contattato la federazione, per tre giorni a Roma, non sono riusciti a trovare la raccomandata, che ripeto, era certamente arrivata al loro ufficio postale; ci hanno poi comunicato che mancava una richiesta, inviata giovedì mattina contestualmente al fax. – siamo al 29 ottobre 2009 – Giovedì mattina, avrebbero potuto richiedere tranquillamente i tranfert, che sarebbero potuti arrivare, al massimo, venerdì all’ora di pranzo, fatto sta che, da giovedì mattina ad oggi, domenica, non siamo riusciti a parlare, a parlare, con l’ufficio tesseramenti della federazione nazionale. – quindi, si è smarrita la posta e per trovare la raccomandata è passata una settimana, poi mancava un documento, subito inviato, infine blackout telefonico in FIP – In 13 giorni non sono riusciti a guardare tre fogli di carta e fare un fax, ripeto, in 13 giorni. Questo dipende da una serie di cose, la federazione funziona pochissimo, sono fatti conclamati, già lo scorso anno ho dovuto subire con l’Amatori Messina problemi pazzeschi relativi a Baskettopoli, sono stato interrogato tre volte dalla Procura di Reggio Calabria – è anche un danno economico – ti riferisco quello che avrai potuto leggere sui giornali, sulla partita Porto Empedocle contro Amatori Messina, partita truccata, ci aspettavamo chissà quante e quali radiazioni, invece giochiamo contro Porto Empedocle tra tre giornate – nessun provvedimento per designatori ed arbitri? – sì, presidenti, designatori, sono stati sospesi ma le squadre che hanno avuto un beneficio dalle partite taroccate, sono là, ci stiamo giocando contro.

Prossima partita in casa contro Cus Palermo

E’ una squadra simile a quella di questa domenica, un altro gruppo di settore giovanile, hanno sempre giocato insieme, sono i ragazzi di Federico Ielo, un importante istruttore che ha fatto col suo settore giovanile tanta pallacanestro seria, ragazzi che difendono forte, corrono, fanno dell’aggressività il loro punto di forza, non hanno grandi individualità però sono squadre che alla fine ti mettono sempre in difficoltà. Se dovessimo giocare con i ragazzi argentini sarei più tranquillo, Marcelo Allende è quello che ci può dare una grande mano d’aiuto – Marcelo ha promesso la vittoria – domenica? Semmai del campionato! – Play off, ho una sua dichiarazione in merito, esattamente tra le prime quattro dei play off, poi facciamo un’altra intervista e svelerà il resto. Domenica si vince – Marcelo vuole vincere il campionato “e jo suggnu cu iddu!! Scrivilo in siciliano.

Coach avrai notato che per quest’intervista mi sono avvalsa dell’aiuto di Marcelo Allende, a Bahia Blanca svolge professionalmente l’attività di cronista sportivo. Marcelo ha due domande per te:

Marcelo Allende: Coach, dove arriverà questa squadra?

Dove vuoi tu! – allora in finale – Vinciamo – Certamente!

Marcelo Allende: che facciamo a Racalmuto?

Domanda facile. Risponditi da solo

Marcelo Allende: Aspettiamo!

 

Tabellini:

S. Agata Basket: Florio 7, Urso 16, Machì 0, Strati 17, Buscemi 0, Sindoni 8, Galipò 0, Santoro 2, Gallo 22, Travaglia 0

All. Fiasconaro

 

Addio Pizzo Palermo: Virgilio 3, Cracolici 7, Ranalli 20, Zolfo 0, Sottile 5, Ajola 11, Dallenogare 4, Garofano 2, Castorina 4, Bottiglia 5

All. Castorina

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