Il libro di Sabrina Bosu con prefazione di Mario Adinolfi, presentato da Salvatore Bucolo.
Davanti al disastro promosso da questo nostro tempo, Sbrina Bosu ci propone un trampolino di lancio per agire cristianamente e opporci al dilagare di un pensiero unico che è contro, l’uomo e dunque contro Dio medesimo! Sabrina Bosu è una madre, una moglie, un cristiana impegnata nel movimento politico d’ispirazione cristiana il “Popolo della Famiglia” di cui è presidente Mario Adinolfi.
Sabrina Bosu, come afferma il giornalista e politico Adinolfi nella prefazione, nel suo volume denominato “Dall’indignazione all’azione” eleva il suo grido di dolore contro il degrado dell’umano, configurato nei progetti eutanasici, nella pratica dell’utero in affitto, nella diffusione della pornografia e nel dilagare di tutte le dipendenze. L’autrice nel suo volume ci spiega come poterci ribellare e opporci alle nefandezze di cui la società contemporanea ne è affetta.
Non mancano sguardi attenti nei confronti degli ultimi, dei sofferenti, che Sabrina definisce i prediletti di Cristo che ci chiama a compiere il Bene ed evitare il male! La scrittrice, ricca di cultura e di elevato spessore morale, con il suo indelebile inchiostro ci accompagna in un viaggio ricco di analisi sul mondo in cui viviamo, applicando l’ausilio della storia e della scienza con semplicità e concretezza. Sabrina, conduce il lettore con delicatezza in quei luoghi che normalmente vengono evitati per timore di dare fastidio o per non rischiare d’essere aggrediti da chi non ammette che ci sia qualcuno che osi dissentire.
L’eutanasia, l’eugenetica, l’omosessualizzazione della società, l’aborto, l’utero in affitto, la sterilizzazione di massa, gli anticoncezionali, la teoria gender, la pornografia, la pedofilia, l’immigrazione, la droga, la manipolazione linguistica (fake news) e il tabagismo. Sono questi i temi che Sabrina Bosu trattata, senza pretese scientifiche e con le lenti di una madre, nel suo volume che è un vero inno alla libertà che non è una condizione fisica, perché non dipende dal luogo dove viviamo, dal lavoro che facciamo o dalle persone con cui condividiamo la vita. La vera libertà è una condizione interiore che possono sperimentare anche i carcerati. Molti Santi, ci ricorda l’autrice, hanno fatto questa esperienza a cominciare dai Santi Pietro e Paolo, per poi arrivare a San Massimiliano Kolbe e Santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein). L’intenso libro-, composto dalla brillante prefazione dell’intellettuale Adinolfi e dall’attenta introduzione redatta dall’autrice-, è composto da 16 capitoli e 223 pagine ove l’autrice s’interroga e c’interroga a livello esistenziale sul vero significato della vita e nello specifico su cosa significhi oggi quest’ultima per noi.
Cosa significa dunque per noi, uomini e donne del 2020 vivere in carcere ma sentirsi pienamente liberi? Innanzitutto essere coerenti con noi stessi, avere un’integrità morale tale da permetterci di restare saldi e irremovibili anche in mezzo alle bufere che ci investono, essere fedeli in un mondo che ha reso l’infedeltà l’icona della libertà!
Salvatore Bucolo
sulla scrittrice: questo è il suo libro d’esordio, è Responsabile del Popolo della Famiglia per i Castelli Romani, Presidente dell’ Associazione L’essenza dell’essere di Ariccia
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