Dalle nocciole al turismo rurale. Il cerchio si forma e diventa produttivo. Dall’incontro-convegno di San Piero Patti nascono idee e progetti, ma ci vuole un forte impegno politico, economico e imprenditoriale. L’appello di Beppe Forzano, presidente del consiglio comunale di fronte a sindaci e produttori e l’impegno di attenzioni da parte del governo regionale da parte degli assessori presenti, gli onorevoli Grasso e Bandiera.
Il Convegno “Una nuova stagione della corilicoltura siciliana – Strategie per la rivalorizzazione della coltura del nocciolo in Sicilia”, fortemente voluto dal presidente del Consiglio Comunale di San Piero Patti, Giuseppe Forzano, che ha condotto i lavori, ha colto, almeno in questa prima fase, l’obiettivo prefissatosi: fare accendere il fari dell’attenzione del governo regionale sul problema che assilla il comparto, che lo rende zoppo, ma che deve inquadrarsi in un progetto più ampio quello della rivalorizzazione del comparto dell’agricoltura, del turismo rurale, della riscoperta di attività, lavori, e professionalità che possano assicurare sviluppo, lavoro, reddito.
Infatti, come detto da Forzano, aeree marginali del nostro territorio si stanno spopolando, in 10 anni perdita di circa 300.000 residenti. “Se si continua cosi, diceva il dottor Forzano che parlava anche da addetto ai lavori, si perderà definitivamente un fetta enorme del nostro territorio, non potrà esistere cultura, turismo, enogastronomia, senza popolazione”. Per lui – idea condivisa da tutti i partecipanti – l’agricoltura deve tornare a dare reddito, deve mantenere l’equilibrio idrogeologico e salvaguardare il paesaggio.
Non ci può essere altra strada che quella del turismo rurale e dei prodotti di qualità per garantire le aeree interne”.
Le nostre nocciole, quelle coltivate sui Nebrodi per il 95%, hanno caratteristiche organolettiche ottime, hanno un mercato da coprire, sono richieste ma anche possono offrire lavoro in loco, non solo nella fase della produzione ma anche nel “lavorato”. Ma sono inficiate dal cimiciato, che rovina il prodotto oltre che dalla concorrenza che proviene da mercati esteri, dalla mancanza di tutela da parte delle normative europee, dalla poco attenzione da parte dei governi regiobali e nazionali.
Da circa 5 anni i ghiri che sono proliferati in maniera esagerata per la mancanza di predatori, prevalentemente rapaci notturni, mangiano in circa 5000 ettari su 12000 ettari, il 75% del prodotto con una perdita di circa 12.000.000€ annui su un valore totale di circa 24 milioni di €.
Il prezzo medio pagato ai produttori è di circa 200 € a quintale metà di quello che si spunta in Lazio Campania o Piemonte.
Di queste passo, ma già è una triste realtà, le aziende chiudono, i terreni vengono abbandonati.
Sia il professor Maurizio Sarà dell’Università di Palermo che ha relazionato sugli “Interventi necessari per limitare i danni provenienti dal ghiro nelle coltivazioni di nocciolo” che il dottor Roberto Rizzo, ricercatore entomologo del CREA, che ha parlato della “Ricostituzione dell’equilibrio biologico per il controllo della cimice del nocciolo” hanno dato delle valide “dritte” tese a dar risposte per la risoluzione dei due annosi problemi.
Ma occorre, come ha sottolineato sia Beppe Forzano che il sindaco Salvino Fiore la volontà e la capacità politica per finanziare i progetti e le azioni e sopratutto bisogna agire subito.
I costi sono irrisori rispetto al danno.
La Politica presente al convegno ha subito battuto un colpo.
Gli assessori Bernardette Grasso – alle Autonomie Locali e della Funzione Pubblica della Regione Sicilia, e l’onorevole Edgardo Bandiera – assessorato all’agricoltura – hanno dato il loro assoluto impegno.
Entrambi hanno ribadito che da circa un anno sono impegnati in tal senso.
Bandiera vuole recuperare il tempo perso, circa 5 anni, dalla Regione ed ha illustrato la bozza della filiera per poter rilanciare il prodotto “nocciola siciliana”.
Si è augurato che così come per i vini siciliani, passati da prezzi e qualità basse a vere e proprie eccellenza, possa succedere per la nocciola.
Ha assicurato che promuoverà dei progetti ed interventi sia per i ghiri che per la cimice.
Il numeroso pubblico di addetti ai lavori – presenti diversi sindaci ed amministratori pubblici, Librizzi, Montalbano, Floresta,Ucria, Tortorici, S Alfio, Castiglione di Sicilia, ed altri – ha apprezzato ma molti sono rimasti ugualmente scettici vista la passata esperienza.
Tutti hanno ribadito l’importanza e l’utilità dell’incontro.
Da segnalare anche la relazione del dottore Gaetano Aprile, dirigente responsabile dell’Area 2 dell’Assessorato Regionale dell’Agricoltura che si è soffermato su “Le filiere agroalimentari in Sicilia: nuovi modelli organizzativi operativi” e, quella del dottore Salvatore Giarratana, vice presidente dell’Associazione Culturale Nebrodi, che si è soffermerà su “l’accordo quadro per la filiera corilicola siciliana: contenuti, struttura e linee di sviluppo”.
L’incontro si è svolto, sabato 1 dicembre, presso la Sala Convegni della Società di Mutuo Soccorso, in via Torquato Tasso, a San Piero Patti.
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