I Piani Aziendali della Prevenzione nel Decreto Assessoriale 351/2016
Una giornata dedicata alla Prevenzione per trasmettere alla popolazione i migliori stili di vita. “Questo è il primo obiettivo – ha dichiarato Salvatore Requirez, Coordinatore del Piano della Prevenzione in Sicilia a margine del workshop organizzato dall’Assessorato regionale alla Sanità e dall’Asp di Catania – e si affianca a quello di ritardare l’insorgenza delle malattie cronico-degnerative. Un aspetto non secondario se si pensa che le malattie croniche (cardiovascolari, polmonari o tumorali in genere) sono quelle che si appropriano, consumandole, del 75% delle risorse del sistema sanitario pubblico destinato all’assistenza ospedaliera e ambulatoriale. L’obiettivo è quello di intervenire sulla prevenzione di patologie i cui fattori di rischio sono il fumo, l’alimentazione, la ridotta attività fisica, l’abuso di sostanze. Cinque punti che ormai, con evidenza scientifica assodata da parecchi anni, costituiscono fattori rimovibili che hanno maggiore efficacia una volta contrastati. Il rispetto della salute è il futuro della sanità moderna”.
Un workshop che ha coinvolto non solo medici, operatori e strutture ospedaliere ma che ha visto la presenza del Dirigente Generale del Dipartimento ASOE Ignazio Tozzo che ha sottolineato l’impegno dell’Assessorato regionale della Salute per l’attuazione del Piano della prevenzione, del presidente dell’Ordine dei Medici Massimo Buscema, di Francesco Santocono consulente per la sanità del sindaco Enzo Bianco, di Giuseppe Di Giacomo presidente della commissione regionale Sanità e del rettore dell’Università di Catania Giacomo Pignataro che ha sottolineato l’importanza di far camminare insieme prevenzione e formazione anche e soprattutto negli atenei.
Ecco perché sono i giovani i primi destinatari di queste azioni. “L’obiettivo – rafforza Giuseppe Giammanco, Direttore Generale Asp Catania – è quello che l’uomo cresca, si mantenga in buona salute e sviluppi al meglio le sue potenzialità. E chi può essere l’interlocutore migliore se non i ragazzi che vivranno il futuro della nostra società? È un investimento che va fatto e stiamo facendo. Ma c’è anche un’ampia finestra dedicata al mondo del lavoro perché questo sia sempre un’opportunità e non un rischio”.
Un Piano di Prevenzione messo in campo con il D.A. 351/2016 che guarda al futuro investendo non solo sui i macro obiettivi che la Regione Siciliana si è data e che dovrà raggiungere entro il 2018, ma trasmettendo ai giovanissimi le linee guida da seguire nella loro vita e da trasmettere ai loro figli. “È stata una straordinaria occasione di confronto tra tutti gli operatori della Prevenzione impegnati nell’ambito di una multidisciplinarietà professionale e di approfondimento – ha commentato l’ing. Antonio Leonardi responsabile scientifico del workshop – di tutte le tematiche della prevenzione: dalla salute e sicurezza sul lavoro alla sicurezza alimentare, dalla veterinaria agli screening, dai vaccini alla sicurezza ambientale”.
Progetti dedicati a tutti i livelli scolastici, dalle scuole dell’infanzia ai licei per rimettere al giusto posto l’importanza della dieta mediterranea e ridurre le percentuali di persone in sovrappeso o obesi che incidono sulla spesa sanitaria per 23 miliardi l’anno solo per le spese dirette. E non solo. Ridurre l’uso di sostanze, evitare atti di bullismo e contrastare le patologie legale al gioco d’azzardo. Abbassare il numero degli incidenti stradali mortali dovuti al precoce consumo di alcool. Aumentare le percentuali di vaccinazioni per morbillo e rosolia. “In Italia la copertura per queste due malattie è dell’85%, un valore alto ma insufficiente – sottolinea Mario Cuccia, direttore Servizio Epidemiologia Asp Catania – visto che il morbillo è molto contagioso. E tanto più è contagiosa una patologia, più ha bisogno di coperture elevate. Va scongiurata una prossima significativa epidemia di morbillo con caratteristiche diverse dal passato e con un numero di casi non trascurabile”.
Accanto ai giovani va tutelata la salute dei più grandi tramite gli screening che consentono ottimi risultati a fronte di esami non invasivi. “Ci sono alcuni tumori che hanno una finestra terapeutica significativa: mammella, collo dell’utero e colon. Una diagnosi precoce – sottolinea Giovanni Magrì, dirigente di 2° livello Asp Catania – è funzionale alla guarigione della malattia. In più può essere utilizzata una metodica semplice, non invasiva e che ha una significativa riduzione della mortalità”.
L’Azienda Sanitaria Provinciale di Catania, nell’ambito delle attività di prevenzione coordinate in Sicilia dall’Assessorato regionale alla Salute, ha dato avvio da tempo alle campagne di screening oncologico per la prevenzione del tumore della mammella (donne tra i 50 e i 69 anni), del collo dell’utero (donne dai 25 ai 64 anni) e del colon retto (uomini e donne tra i 50 e i 70 anni). Tuttavia, nell’anno in corso la Direzione Strategica dell’Asp ha inteso potenziare tali attività attraverso l’acquisizione di nuovo personale appositamente formato e di apparecchiature di ultima generazione, attraverso il coinvolgimento attivo dei Medici di Medicina Generale e l’avvio di azioni sinergiche con le Aziende Ospedaliere della Provincia per il II e III livello diagnostico ed operativo, la pianificazione di importanti campagne informazione.
Proprio in questo mese è stata avviata la campagna di prevenzione del tumore del colon retto nei Comuni del Distretto di Acireale, dove sono stati invitati a partecipare 38.000 utenti. Complessivamente in Provincia di Catania vengono contattati circa 300.000 donne per lo screening del tumore del collo dell’utero, circa 140.000 per quello del tumore della mammella e circa 280.000 tra uomini e donne per quello del tumore del colon.
Donne e uomini vengono invitati a presentarsi presso gli ambulatori o i consultori dell’Asp per effettuare una mammografia o un pap test in date prefissate che possono essere modificate; nel caso dello screening del tumore del colon gli utenti sono invitati a presentarsi presso una delle farmacie del proprio Comune di residenza ove, grazie ad un accordo attivato con Federfarma, gli utenti possono recarsi per ritirare il kit per la ricerca del sangue occulto nelle feci che rappresenta il primo livello diagnostico dello screening per il colon.
Per tutti e tre gli screening gli utenti, dopo avere effettuato il test di primo livello e ove si ritenesse di eseguire approfondimenti, vengono presi in carico dall’Asp nel percorso diagnostico e, ove necessario, terapeutico che va precisato è completamente gratuito.
Già nell’anno 2015 l’adesione è stata molto buona per lo screening alla mammella (45-50%) ed accettabile (30-35%) per lo screening ginecologico, tenuto conto che circa il 30% delle donne in Sicilia (Indagine PASSI) preferisce rivolgersi al proprio ginecologo privato.
L’obiettivo principale dello screening è quello di ridurre la mortalità e a ciò mirano le azioni mese in campo dall’Assessorato e dall’Asp per orientare gli utenti in fascia di età verso lo screening organizzato.
L’Asp ha, tra gli altri interventi, attivato un sito web dedicato www.screening.aspct.it e un numero verde gratuito 800894007 al quale si può chiamare per ottenere informazioni di dettaglio sulle campagne di prevenzione e per spostare o fissare un appuntamento se non si è ancora ricevuto l’invito. Ciò ha consentito, negli ultimi mesi di ridurre le liste di attesa per l’esecuzione degli esami mammografici e di migliorare l’accessibilità a tale servizio da parte dei diversi utenti.
Fonte: Dott. Renato Scillieri, Responsabile Centro Gestionale Screening – Asp Catania
Ogni malattia comporta effetti negativi non solo su chi ne soffre, ma anche sui familiari e sulla collettività. L’obesità, in particolare, ha un impatto forte sulla società e ha un’incidenza economica che deriva dai costi dei sistemi sanitari, dall’assenza nel lavoro, dalla ridotta performance lavorativa e dal pensionamento anticipato. Il costo sociale dell’obesità è enorme. In alcuni Paesi europei raggiunge l’1% del P.I.L e rappresenta il 6% della spesa sanitaria diretta. In Francia ammonta al 2% della spesa sanitaria totale, mentre in Olanda si attesta intorno al 3-4%.
IN ITALIA
In Italia vivono 4.898.496 adulti obesi (prevalenza = 9,9%) e 16.000.000 in sovrappeso, con un costo sociale annuo del 6,7% della spesa sanitaria pubblica. Una persona obesa costa al sistema sanitario fino al 51% in più rispetto a una persona normopeso. I costi indiretti (dovuti alle morti premature, al calo della produttività lavorativa e ai relativi guadagni) sono doppi rispetto a quelli diretti.
In Italia nel 2014 il 46% era in sovrappeso di cui il 23% obesi i quali, direttamente o indirettamente, hanno consumato il 3% del P.I.L..
I costi sanitari diretti dell’obesità sono di circa 23 mld di euro l’anno. Si stima che più del 60% sia stata impiegata per i ricoveri ospedalieri. Una persona in sovrappeso aumenta il rischio di decesso di circa il 30% per ogni 15 kg di peso corporeo aggiuntivo. Tra i costi non quantificabili facilmente vanno calcolati quelli intangibili: minor rendimento scolastico, discriminazione lavorativa, problemi psicosociali e scarsa qualità della vita. Fino a pochi decenni fa l’obesità in Italia era quasi inesistente. Negli ultimi anni però abbiamo subito importanti cambiamenti negli stili di vita e nei cibi consumati che sono, adesso, più calorici e trattati. Inoltre si stima che circa il 50% degli adolescenti obesi (con indici di massa corporea pari o superiore al 95° percentile) tende a diventare un adulto obeso.
LO STUDIO
L’Università di Tor Vergata ha analizzato il ruolo dell’istruzione nella rilevazione dell’Indice di Massa Corporea (BMI) e negli stili di vita salutari, che includono dieta equilibrata e attività fisica. Dall’analisi emerge che più alto è il grado d’istruzione, più si riduce l’indice di massa corporea, diminuisce il consumo calorico e aumenta il dispendio. Lo studio mostra come l’istruzione sia più benefica per gli uomini in termini di ridotto consumo calorico, mentre per le donne lo è in termini di attività fisica.
INCIDENZE ECONOMICHE
Durante le crisi economiche il prezzo per kilocaloria scende in relazione all’aumento della densità calorica dei cibi consumati e contemporaneamente diminuisce il consumo di frutta e verdura (secondo l’OECD – l’Organizzazione per la Cooperazione e lo sviluppo economico – dal 2008 in Italia e in altri paesi colpiti dalla crisi questo fenomeno è stato molto marcato).
DISPOSITIVI
Regolamentazione degli spot pubblicitari, tasse su bollicine, etichette sulle confezioni sono alcune delle misure di policy. Accanto a queste però è fondamentale attivare la domanda e l’offerta di stili di vita salutari attraverso una seria guida alla sana alimentazione, il sostegno ai gruppi svantaggiati, la promozione di attività fisica. Ma soprattutto è necessario investire in istruzione e in formazione.
Fonte: Il Programma F.E.D. Aspetti di economia sanitaria – dott. Salvatore Requirez Capo Servizio Promozione della Salute Dipartimento Attività Sanitarie Assessorato Regionale alla Salute
In Sicilia la prima causa di morte è data dalle malattie cardiovascolari, e su tale patologia influiscono notevolmente anche abitudini alimentari non salutari; in particolare gioca un ruolo molto importante l’uso (o abuso) del banalissimo sale da cucina. Questo è il motivo per cui il Dipartimento alla Salute, regionale e provinciale, lavora moltissimo sulla sana alimentazione Sarebbe sufficiente far comprendere a ogni singolo individuo quale importanza ha, sul reale stato di salute, ridurre il consumo quotidiano di sale.
Nella realtà ci sono due aspetti. Il primo riguarda il sale che utilizziamo nelle nostre case mentre cuciniamo. In questo caso il consiglio che si dà è di ridurlo avendo presente che in Italia viene utilizzato il doppio del sale consigliato. Il secondo aspetto è forse il più importante è fa comprendere qual è la presenza del sale nascosto. Esistono alcuni alimenti, che noi acquistiamo già pronti, dove c’è un quantitativo di sale che noi, consumatori abituali, non immaginiamo.
Ecco perché se si limita il sale nella pasta o nell’insalata ma si continuano a consumare crackers, olive, formaggi o salumi sto apportando un carico di sale notevole. Imparare a fare attenzione al sale nascosto migliora la qualità della vita. Per questo può essere d’aiuto un’immagine realizzata, a livello mondiale, dalla Campagna Wash che ogni anno organizza una settimana di sensibilizzazione. Nell’immagine, realizzata sotto forma di piramide, vengono indicati gli alimenti con il più alto contenuto di sale. Giusto per fare un esempio, anche il crackers “non salato in superficie”, al suo interno può contenere un quantitativo di sale anche elevato. Fare attenzione a ciò che acquistiamo e imparare a leggere le etichette quando facciamo la spesa può regalare salute.
Fonte: Dott.ssa Elena Alonzo, direttore SIAN – Asp Catania
FOCUS ADOLESCENTI – SCUOLE
La Asp di Catania, in applicazione dei Piani Aziendali della Prevenzione disposti dalla Regione Siciliana, ha sviluppato e attivato, già da cinque anni, un progetto che si chiama “Affy, il fiutapericolo” e che è rivolto ai bambini dell’infanzia (3-5 anni), quindi alle scuole materne. Affy fa parte del Kit finanziato dal Ministero della Salute e realizzato dalla Regione Piemonte. La Regione Siciliana ha acquistato, solo per la provincia di Catania, 200 kit che sono stati poi distribuiti nelle scuole.
“Affy” individua, all’interno delle abitazioni, una serie di rischi legati ai pericoli occulti che si trovano all’interno delle abitazioni: dall’arredamento ai liquidi pericolosi. I bambini durante l’anno scolastico si identificano con questo cagnolino e apprendono quali pericoli ci sono dentro casa imparando a difendersi, stando attenti o evitandoli.
Questa attività viene proposta tutti gli anni. Negli ultimi due anni sono stati coinvolti: 24 scuole, 161 classi, 2.344 alunni e distribuito 108 kit
“La valigia di Affy Fiutapericolo”, contiene una fiaba, un insieme di giochi di tipo linguistico, motorio ed espressivo e letture di approfondimento per maestre e genitori
Gli incidenti in casa per i bambini sono costituiti soprattutto da tagli, scottature e rottura di ossa.
Alle scuole elementari il progetto proposto riguarda l’alimentazione e si chiama “Cucina e Salute”. Vengono coinvolti genitori, insegnanti e bambini a seguire una dieta salutare ed equilibrata. Migliaia di bambini e centinaia di classi ogni anno.
Nelle scuole medie i progetti sono di due tipi: contrasto alle dipendenze e promozione di buoni stili di vita. Il primo si chiama “Unplugged” ed è di carattere socio-educativo mentre il secondo è il “Diario della salute” ed è orientato alla corretta alimentazione tramite la lettura delle etichette e la visita delle fattorie didattiche. Il “Diario della salute” tiene conto anche delle filiere agroalimentari.
Unplugged è basato sul modello dell’influenza sociale, e ha l’obiettivo di: – favorire lo sviluppo ed il consolidamento delle competenze interpersonali; – sviluppare e potenziare le abilità intrapersonali; – correggere le errate convinzioni dei ragazzi sulla diffusione e l’accettazione dell’uso di sostanze psicoattive, nonché sugli interessi legati alla loro commercializzazione; – migliorare le conoscenze sui rischi dell’uso di tabacco, alcol e sostanze psicoattive e sviluppare un atteggiamento non favorevole alle sostanze
Nelle scuole superiori è attivo il progetto “Peer education”, educazione tra pari. Vengono formati dei leader di gruppo in modo che le informazioni e il linguaggio siano quelli adatti agli adolescenti. Il programma è mirato soprattutto alle malattie a trasmissione sessuale, all’HIV, sul fumo, sul consumo di alcool, sull’alimentazione e sugli incidenti stradali.
Anno per anno vengono affrontati argomenti diversi. Nel 2016 continueremo a parlare dell’abuso di sostanze e sulla guida in stato di ebrezza.
Fonte: Dott. Salvatore Cacciola, Dirigente Unità Operativa Educazione e Promozione della Salute – Asp Catania
FOCUS ADOLESCENTI – INCIDENTI STRADALI
Per contrastare gli incidenti stradali l’Asp di Catania su disposizioni del Dipartimento Regionale alla Salute, ha coinvolto, con una formazione specifica, gli istruttori delle scuole guida in quanto fulcri importanti grazie al rapporto che hanno con i ragazzi che si apprestano a prendere la patente.
La Sicilia non è una regione con una alto tasso di “morti del sabato sera”. Gli incidenti, da noi, si verificano soprattutto all’interno della città. Al contrario di quanto accade in Veneto o in Lombardia dove gli incidenti dipendono soprattutto dalla distanza delle discoteche dalle città.
In Sicilia è tutto diverso, anche se c’è un crescente, ma non debordante, consumo di alcool tra le nuove generazioni ed è questo che provoca gli incidenti (anche mortali) che si verificano soprattutto nelle prime ore del mattino. Il nostro compito è quello di abituarli al cosiddetto “guidatore designato” il quale deve, ovviamente, rimanere sobrio. Lavoriamo molto con la multimedialità facendo realizzare agli stessi ragazzi gli spot per i loro coetanei. Abbiamo fatto dei progetti sulle minicar e sui rischi in più che presentano rispetto alle auto convenzionali, e altri progetti sull’uso del casco e delle cinture.
Fonte: Dott. Salvatore Cacciola, Dirigente Unità Operativa Educazione e Promozione della Salute – Asp Catania
Il progetto regionale “Rischi di caduta dall’alto e sicurezza nei lavori sulle coperture” e Avvio del Centro Regionale per la Sicurezza nei lavori in Quota (CERSIQUO)
Il PRP (Piano regionale della prevenzione) prevede uno specifico Programma per la prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali, composto da ben sei Piano specifici:
Piano regionale di Prevenzione in Edilizia (figlio del Piano nazionale di Prevenzione in edilizia):
Piano Regionali di Prevenzione in Agricoltura
Piano regionale di prevenzione da Agenti cancerogeni
Piano regionale sicurezza da uso di macchine e attrezzature
Piano regionale stress lavoro-correlato
Piano regionale di promozione della salute e sicurezza nel contesto scolastico
Statistiche nazionali e regionali su infortuni e su infortuni per cadute dall’alto
Il 2015 è stato un anno tragico e in controtendenza per il nostro paese per quanto riguarda gli infortuni mortali sul lavoro, che risultano essere aumentati rispetto l’anno precedente (1246 nel 2015 con un aumento dell’8% rispetto al 2014).
Nel 2015 sono state 632.665 le denunce di infortunio sul lavoro pervenute all’Inail, con una flessione del 3,9% rispetto alle 658.514 dell’anno precedente. In controtendenza risultano, invece, le denunce di infortunio con esito mortale del 2015: i dati Inail evidenziano, infatti, un aumento di oltre l’8% dei casi rispetto al 2014.
Anche i dati regionali siciliani confermano l’andamento nazionale anche se gli incidenti mortali in Sicilia sono diminuiti da 89 (2014) a 80 (2015). Crescono le malattie professionali (1.529 nel 2015 rispetto a 1.416 nel 2014), in quanto adesso le malattie professionali emergono grazie all’azione delle istituzioni ma anche dei medici competenti, della associazioni di categoria, etc. laddove invece prima rimanevano nascoste.
Statistiche su infortuni per cadute dall’alto. Gli infortuni per caduta dall’alto e i lavori sulle coperture
Le cadute dall’alto sono ancora oggi la prima causa di infortunio mortale nei luoghi di lavoro e nettamente al di sopra, in termini, di frequenza rispetto alle altre cause. In Sicilia il problema è ancora più evidente giacché costituisce la prima causa di infortuni mortali (30% dei casi mortali), contro il 22% dei dati nazionali.
Per l’insieme delle cadute dall’alto, la postazione in quota da cui è avvenuta la caduta è nella maggioranza dei casi (quasi il 31%) un tetto o una copertura, e la causa più comune è il cedimento di una struttura non portante (es. lucernaio) a causa del calpestio o la caduta all’interno di un varco.
CERSIQUO
Il Progetto si inserisce nella complessiva strategia regionale di prevenzione nei luoghi di lavoro ed è figlio del Decreto Assessoriale di riferimento. Infattti la problemativa dei rischi di caduta dall’alto è trattata con un capitolo ad hoc nei nuovi Piani Nazionale e Regionale di Prevenzione in Edilizia, che prevedono specifiche azioni di informazione, formazione, assistenza e anche di vigilanza. Anche il Piano Aziendale di Prevenzione recentemente approvato dall’ASP di Catania prevede un Piano aziendale di prevenzione in edilizia e delle specifiche azioni nel settore delle cadite dall’alto, tra cui lo sviluppo del CENTRO DI RIFERIMENTO REGIONALE PER LA SICUREZZA NEI LAVORI IN QUOTA
Sia il Piano Nazionale che quello Regionale di Prevenzione in Edilizia sono coordinati dall’ing. Antonio Leonardi, Direttore del Servizio di Impiantistica ed Antinfortunisitca – Area Tutela e sicurezza nei luoghi di lavoro – dell’ASP di Catania.
L’aspetto certamente più significativo del Progetto è l’istituzione presso l’Area Tutela e Sicurezza nei luoghi di lavoro dell’ASP di Catania , di un Centro di riferimento Regionale per la Sicurezza nei lavori in Quota – CeRSiQUO – con il compito di effettuare attività di ricerca e studio, di fornire conoscenze innovative, elaborare soluzioni pratiche, concrete ed applicabili in base ai differenti contesti di riferimento, elaborare linee guida e manuali tecnico operativi, divenire centro di supporto per le AA.SS.PP. e le altre amministrazioni pubbliche, realizzare iniziative di formazione e assistenza tecnico procedurale nei confronti di committenti, progettisti, tecnici comunali, operatori delle AASSPP, etc., promuovere anche azioni di vigilanza specifica, nel settore della prevenzione dei rischi di caduta dall’alto
Il Centro ha già un sito web dedicato (cersiquo.aspct.it), che contiene la documentazione tecnica e legislativa, regionale e nazionale, a disposizione di tutte le figure coinvolte nella tutela della sicurezza nei luoghi di lavoro.
In tale contesto l’Area Tutela e Sicurezza nei luoghi di lavoro, nella consapevolezza del ruolo strategico che assume la formazione per l’abbattimento degli infortuni e delle malattie professionali, sta promuovendo, nell’ambito del Progetto Sicilia in Sicurezza, specifici corsi di formazione a titolo gratuito rivolti sia a professionisti della sicurezza (progettisti, coordinatori per la sicurezza, RUP, etc.), sia a tecnici comunali , sia a datori di lavoro, dirigenti preposti del settore edile e del settore agricolo. Per saperne di piu basta collegarsi al sito dell’ASP CT e scaricare il relativo modulo d’iscrizione.
Il Piano nazionale delle prevenzione 2014-2018, riporta tra gli obiettivi centrali, il “Coinvolgimento dell’istituzione scolastica nello sviluppo delle competenze in materia di SSL nei futuri lavoratori” ed invita al “Rafforzamento del coordinamento tra istituzioni e partenariato economico sociale e tecnico scientifico” anche attraverso “il sostegno a programmi di integrazione della SSL nei curricula scolastici di ogni ordine e grado, valorizzando modelli di apprendimento di conoscenze e di acquisizione di competenze e abilità, realizzando già sui banchi di scuola la formazione generale del lavoratore ex art. 37”.
Nel 2013 la Regione siciliana ha approvato il progetto Sicilia in .. Sicurezza, finalizzato alla promozione della cultura della salute e sicurezza su tutto il territorio regionale ed in particolare nell’ambiente scolastico, attraverso azioni di informazione e formazione specifica rivolte al personale docente e non docente ed agli studenti. Il progetto ha previsto una collaborazione proficua tra l’Assessorato della salute della Regione Siciliana e l’ Ufficio Scolastico Regionale, con apposita stipula di Accordo di collaborazione. Il progetto, ad oggi ancora in via di svolgimento, consente di supportare la formazione e l’aggiornamento di dirigenti scolastici, docenti, preposti, Rls, e di alunni del quarto e quinto anno delle scuole superiori di secondo grado.
La presente linea d’intervento, volendo dare continuità alle attività già intraprese con il progetto Sicilia in .. Sicurezza, si pone come obiettivo generale l’integrazione della cultura della SSL nei curriculum scolastici delle scuole di ogni ordine e grado, con particolare riferimento agli indirizzi costruzioni, agricoltura ed industria, scelti in analogia ai piani di prevenzione regionali 2014-2018.
Razionale dell’Intervento
Le recenti esperienze realizzate nel territorio regionale, portano ad identificare la necessità di impegnare le istituzioni in un progetto strategico condiviso che sia sostenibile, aggiornabile e consenta la partecipazione del più alto numero di scuole ed alunni.
Obiettivo Centrale
Coinvolgere l’istituzione scolastica nello sviluppo delle competenze in materia di Salute e Sicurezza dei futuri “ lavoratori”.
Fonte: Ing. Antonio Leonardi, Componente del Coordinamento tecnico delle Regioni, direttore SIA- Asp Catania
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