– di Saverio Albanese – Sanremo– Raramente è accaduto al vostro cronista, che segue ininterrottamente questa kermesse dal 1997, che il verdetto finale fosse unanime sia per quanto concerne la categoria giovani con Raphael Gualazzi con “Follia D’Amore” (ma anche un superlativo secondo posto della talentuosa 17enne reggina Micaela Foti con il brano “Fuoco e cenere”), che nella categoria “big” di Roberto Vecchioni (“Chiamami amore”), con i Moda con Emma (“Arriverà”) e il vecchio leone Albano Carrisi (“Amanda è libera”) a conpletatre il podio finale.
Il professore universitario e cantautore Roberto Vecchioni che non tornava in gara al Festival di Sanremo dal lontano 1973, quando si presentò in gara come compositore ed interprete della canzone “L’uomo che si gioca il cielo a dadi”, brano intimista dedicato al padre, che si classificò all’ottavo posto, ha sbaragliato il campo, vincendo anche il premio della critica “Mia Martini” con ben 52 voti e il premio della Sala Stampa Radio e TV.
La musica di Roberto Vecchioni si ispira all’Amore, raccontato in forma lirica e, più spesso, ironica: nelle sue canzoni, cantate da giovani e meno giovani, nei suoi concerti, sulle spiagge, si trovano evidenti tracce autobiografiche, pregne di sentimenti persi o ritrovati, di occasioni non colte, di affetti vicini o dimenticati ma anche di impegno, motivazione e voglia di agire. Sono chiare e forte emozioni, autentiche, che si fanno (anche) leggere perché intelligentemente inserite in dimensioni di sogni, di ricordi, quasi di favole…! Nella sala stampa pochi minuti dopo la proclamazione e le foto di rito c’è stata una “standing –ovation” di alcuni minuti, ricevnedo in omagigo, tra l’altro, un mazzo di fiori da una giornalista “a nome di tutte le donne della sala stampa”. Il vincitore della 61esima edizione della kermesse canora commenta così la sua vittoria e la sua partecipazione alla gara: “Si è respirata una bella aria in questi giorni. E’ stato un festival che ha unito l’Italia e voglio dedicare questa vittoria al popolo italiano e alle donne che sono importantissime, sono molto meglio degli uomini tantissime volte. Voglio uscire dalla ristretta cerchia dei cantautori di nicchia e il festival è un’ottima vetrina”. Credo di aver contribuito un pochino a cambiare il Festival. Anche Battiato, un grande cantautore, schivo com’è, è stato coraggioso a scegliere di partecipare. Con “Chiamami ancora Amore” ho cercato di mischiare il colto con il popolare, costruendo un testo volutamente sgrammaticato”.
Vecchioni ha dedica un pensiero alla moglie Daria Colombo: “La prima sera ero emozionato, ma in quei quattro minuti non mi sono mai sentito solo perché amore c’era quel filo che mi lega a te da 30 anni”.
Ringrazia Morandi e la sua squadra (“Avete unito l’Italia”) è spende parole imporntati per l’amico e collega di vecchia data: “Credo che Gianni Morandi sia un grande esempio: un italiano sincero, onesto, che ha sofferto e gioito nella sua carriera”. Quanto alla maledetta notte che dovrà pur finire, citata nel suo brano, spiega: “E’ riferito a due notti diverse. Una notte italiana politicamente orribile perché non ci vogliamo bene e l’altra è una notte esistenziale in cui bisogna combattere e mettersi d’accordo con una fede o con una speranza perché sennò non si va avanti. Spero, politicamente, che qualcuno si tolga la maschera. Il problema non è la destra o la sinistra, a volte il problema sono gli uomini”. Il professore parla, poi, a ruota libera anche dei giovani: “A Roma, quando sono scesi in piazza qualche settimana fa, avevano i libri. La cultura va coltivata –prosegue Vecchioni– ai tempi delle mie lotte studentesche la cultura era una cosa importante. Ora questa parola sembra sfuggirci di mano, ma un popolo senza cultura non va da nessuna parte. Credo che ci dobbiamo fidare dei nostri ragazzi, che non sono solo quelli che vediamo nelle pubblicità”.
Piazza d’onore, invece, per i favoriti della vigilia Emma, ex talent di Amici e la rock band dei Moda con la canzone “Arriverà” che, commossa, ha commentato così il risultato: “Questo festival è la cosa più bella che mi sia capitata nella vita. Per mia madre era un sogno vedermi su questo palco e appena mi ha visto si è messa a piangere dall’emozione”.
Quando un cronista le chiede se a Sanremo si è mi confronto con la vera musica ha risposto: “Nel Talent–Show di Amici suona un’orchestra diretta dal maestro Vessicchio, e se non è musica quella, di che cosa stiamo parlando? In Italia se sei brutta e canti bene, sei brava. Ma se sei bella e canti bene, sei solo figa. Ennò. Basta, smettiamola di essere provinciali: anche a Janis Joplin avrebbe fatto piacere essere più carina. Quando ne abbiamo parlato Maria De Filippi era preoccupata: a Sanremo rischi tante critiche. Il mio Sanremo è stato convincervi che su di me ci sono molti luoghi comuni. Vengo da un anno fantastico davvero, di conferme, di avventure, spesso critiche. Però questo Sanremo io nel mio cuore l’ho vinto perchè ho imparato a camminare da sola, non ero protetta da nessuno, non ero nel guscio”.
Poi parla dei suoi colleghi: “Vecchioni non è il cantante vecchio del Festival, ha il testo più moderno del Festival ed abbiamo tutti da imparare da lui. Davanti a Vecchioni mi inchino, voglio arrivare seconda tutta la vita. Grande Van de Sfroos, ,olto bravi Al Bano, La Crus, e Giusy Ferreri. Non mi piaciuta, invece, la canzone di Nathalie di X Factor”.
Sulla manifestazione per la dignità delle donne? “Sia chiaro,io sono apolitica: né Berlusconi né la sinistra. L’unica politica che ora funzioni è la famiglia, altro che”.
E infine: “Per il terzo album voglio scrivere canzoni anch’io. E voglio pensare un pochino di più a me stessa. Perchè qui rischio di restare sola. Domenica vado a festeggiare ad Amici con Maria”. Il terzo gradino del podio è toccato ad Albano Carrisi, con “Amanda è libera”, una storia vera, quella di una prostituta nordafricana, uccisa a Milano. Una storia triste e struggente. Dopo esser stato eliminato durante la seconda serata sanremese è stato ripescato giovedì scorso ed è salito sul podio. “Sono felice che il pubblico abbia apprezzato questa canzone verista–dice il totem di Cellino San Marco alla sua 15esim a partecipaziona al teatro Ariston di sanremo– e che i testi che parlano di realtà sono i più consistenti. E questo è foriero di un messaggio contro la violenza, alle donne e alle persone in genere più indifese”.
Caterina Caselli, produttrice di Raphael Gualazzi, vincitore dei Giovani: “Ho molta invidia per quello che riescono ad avere i talent show ma se non vieni da lì è difficile. La tv punta all’audience e i giovani non sono popolari. Io da editore artigiano fatico a rientrare dell’investimento”.
Si chiude dunque nel migliore dei modi uno dei più emozionanti, belli e coinvolgenti Festival di Sanremo degli ultimi anni dove ha sbancato la qualità della musica italiana!
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