– di Saverio Albanese –
Sanremo (Imperia)– La terza serata di questa 67esima edizione del festival di Sanremo, è stata un vero e proprio tributo all’insegna dei ricordi e della celebrazione della musica: quella del giovedì, infatti, da sempre, la notte dedicata alla cover così questa sera i sedici big in gara hanno interpretato alcune delle canzoni più significative ed emozionanti della storia musicale italiana.
Il contest delle cover si conclude invece con la vittoria di Ermal Meta che ha riletto «Amara terra mia» di Domenico Modugno all’insegna di un falsetto prodigioso. Al secondo posto Paola Turci che se la cava in maniera più che egregia con un arrangiamento di «Un’emozione da poco» più rock dell’originale, mentre il podio è completato da Marco Masini che ha ricordato la sua amicizia con Giorgio Faletti attraverso «Signor Tenente».
Una serata fiume terminata addirittura all’1.20 la terza del Festival dell’accoppiata Carlo Conti-Maria De Filippi, com’era prevedibile considerando la lunghissima lista di cantanti e ospiti previsti sul palco dell’Ariston. E proprio sul finale ci sono scappate alcune delle cose migliori – il pezzo comico di Luca e Paolo, l’esibizione di Lp – che forse avrebbero meritato maggiore valorizzazione. La sintesi si sa che è un dono e ieri, purtroppo, non c’è stata.
A dare una sferzata internazionale alla serata, però, è stato Mika con un’esibizione tra musical e hit e un messaggio a favore delle diversità. “Se qualcuno non vuole accettare tutti i colori del mondo e pensa che un colore è migliore e deve avere più diritti di un altro o che un arcobaleno è pericoloso… Peggio per lui. Lo lasciamo senza musica”, il suo messaggio. Poi, suonando il pianoforte, si lancia in un medley delle versioni orchestrali di «Grace Kelly», «Good Guys» con coro e «Boum boum boum». Finale con un’intensa «Jesus To A Child» del suo idolo George Michael.
Oltre alle singole canzoni, ad aver attirato l’attenzione sono state, inevitabilmente, anche le mise dei protagonisti. C’è chi come Chiara Galiazzo, Paola Turci e Fiorella Mannoia è stato apprezzato dal pubblico e ci sono outfit, come quello di Lodovica Comello che non hanno convinto del tutto. Giudizio positivo anche per i due conduttori che hanno scelto abiti semplici ed in linea con il loro stile sobrio.
Ad introdurre il pubblico in questo “viaggio sensoriale nella storia” ci ha pensato un gruppo di ospiti speciali: i bambini del Piccolo coro dell’Antoniano. Le voci bianche più apprezzate d’Italia hanno infatti dato vita ad un momento musicale senza precedenti, interpretando sul palco dell’Ariston un medley dei brani più famosi dello zecchino d’oro come Le tagliatelle di Nonna Pina e Quarantaquattro gatti.
Ad aprire la competizione, invece, sono state le esibizioni delle ultime quattro giovani proposte: Valeria Farinacci (“Insieme”) e Tommaso Pini (“Cose che danno ansia”), Lele (“Ora mai”) e Maldestro (“Canzone per Federica”),. A guadagnarsi il pass per l’ambita finale di domani sono stati l’ex concorrente di Amici Lele– e compagno di Elodie Di Patrizi – ed il rapper napoletano Maldestro, che hanno completato la rosa dei finalisti in aggiunta a Francesco Guasti e Leonardo Lamacchia che si erano già qualificati ieri sera.
Grandi consensi ha ottenuto l’Orquesta Reciclados de Cateura, un gruppo di giovani ragazzi che è riuscito, dal nulla, a dar voce ai propri sentimenti grazie alla musica e soprattutto ad un’immensa passione che li ha portati a calcare il palco dell‘Ariston.
Nell’omaggio alle hit del passato non sbagliano – ancora una volta – Fiorella Mannoia con Sempre e per sempre di De Gregori e Paola Turci che offre una convincente versione di Un’emozione da poco di Anna Oxa. Spiazza fin troppo Ermal Meta con Amara terra mia di Modugno, più graffiante Masini che omaggia l’amico Giorgio Faletti con Signor tenente. Sergio Sylvestre fa valere la sua potenza vocale con Vorrei la pelle nera. Chiara sceglie Diamante di Zucchero, mentre Al Bano preferisce una marziale Pregherò di Celentano. Il Molleggiato va forte, scelto anche da Francesco Gabbani con una divertente Susanna.
Gigi D’Alessio va sul classico con L’immensità di Don Backy mentre Michele Zarrillo canta Miguel Bosè con se tu non torni. Lodovica Comello ritrova il look Violetta si misura con l’inarrivabile Mina e delle Mille bolle blu. Alessio Bernabei tenta una versione “confidenziale” di Un giorno credi di Edoardo Bennato. A rendere omaggio a De Gregori c’è Fabrizio Moro, bravo ne La leva calcistica della classe ’68. Elodie canta Quando finisce un amore di Riccardo Cocciante e Samuel dei Subsonica un brano dei Nomadi, Ho difeso il mio amore. Michele Bravi interpreta invece La stagione dell’amore di Battiato.
I comici genovesi Maurizio Crozza e Luca e Paolo non deludono il pubblico: Crozza nella terza copertina sanremese, veste i panni di un papa Francesco che, dopo aver inviato un messaggio al Super Bowl, vuole bissare con Sanremo, evento «che se lo vedi tutto ti fa due bowl così». Quanto alla chiesa «è come i Subsonica: piena di contrasti». Carlo e Maria sono i Bonnie e Clyde dell’Auditel: «Rubate ascolti a tutti». E via con lo spiegare il concetto di cover al centro della serata: la cover «è un rifacimento. Il governo Gentiloni, per esempio, è una cover del governo Renzi. Che era una cover del governo Berlusconi. Che a sua volta era una cover di Rocco Siffredi». Le cover piacciono perché a piacere sono la nostalgia e il vintage «e a te, Maria, piace così tanto il vintage che hai sposato Maurizio Costanzo». Eppure Barack Obama ha detto, se doveste scegliere un momento in cui vivere, dovreste scegliere il presente perché non c’è mai stato nella storia così tanto benessere. Certo, poi è arrivato Trump e oggi tutti rimpiangiamo i mammuth».
Un gradito ritorno è stato quello di Luca e Paolo ai quali, dopo l’esperienza sul palco dell’Ariston nel 2012 al fianco di Gianni Morandi, è stato affidato il compito di risollevare, a suon di battute, l’attenzione del pubblico all’alba di mezzanotte: «Quest’anno Carlo non ci voleva, ma apprezziamo che tu ti sia ricreduto. Dopo Martin, Mika e Tiziano Ferro siamo arrivati noi, i diversi, infatti a noi piace la patata».
Uno schema collaudato il loro, se pur sbruffoni e irriverenti uno lancia la frase generica e incalza, l’altro affonda con il dubbio comico poi di nuovo il primo rilancia, e di nuovo la risposta comica che accumula l’attesa della battuta finale.
«Stasera mi è piaciuto l’omaggio ai grandi statisti della politica Itaiana, Dalema, Bersani, Berlusconi con quell’orchestra… i Riciclados». E ancora: «Questo è il secolo della paura. Paura di tutto e di tutti. Dei terremoti, degli attentati, di stare sul tram o in metropolitana e le piccole paure, quelle che ognuno di noi ha, quelle quotidiane».
E parte un lungo batti e ribatti sulla paura “mi fanno paura…..” e ad un certo punto entra anche Maria e il duetto divento un trio…
Non solo ospiti internazionali, ma anche spazio al grande cinema italiano con la presenza di Alessandro Gassman e Marco Giallini che messe per un attimo da parte le vesti di attori, hanno assunto le sembianze di presentatori, ed hanno lanciato l’esibizione di Masini.
Non è mancata infine la parentesi glamour: nella prima serata è toccato a Diletta Leotta e a Rocio Munoz Morales insaporire il Festival con un po’ di piccante. Ieri ha goduto il pubblico femminile, con Keanu Reeves, mentre ieri sera si è tornati al menù classico, con le modelle Annabelle Belmondo (nipote di Jean Paul) e Anouchka Delon, figlia di Alain.
Nella parte finale, lo scontro tra i sei big esclusi nel corso delle precedenti serate. Prima del verdetto è stato il momento di accogliere la cantante Elle P, che con la sua Lost on you ha reso l’attesa dell’esito più piacevole e si è resa protagonista di un momento di grande musica.
E’ arrivato finalmente il momento di conoscere il destino dei cantanti a rischio eliminazione… a passare il turno sono stati Clementino, Ron, Giusy Ferreri e Bianca Atzei mentre non hanno riscontrato il supporto del pubblico Raige e Giulia Luzi e Nesli ed Alice Paba. Le due coppie hanno quindi calcato il palco dell’Ariston per l’ultima volta in quest’edizione.
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