dalla nota dell’AGI
La replica
la RAI
Mara Venier
La conduttrice ha poi concluso affermando: “Sono le parole, che ovviamente condividiamo tutti, del nostro amministratore delegato Roberto Sergio”. Da qui la polemica accesa sui social dagli utenti, che stanno criticando la nota dell’ad Rai e il commento di sostegno della conduttrice che pure poco prima aveva fatto discutere il pubblico per un fuorionda registrato subito dopo l’intervento di Dargen D’Amico sull’immigrati.
La politica
Bakkali: “In quel foglietto la fine della Rai come spazio libero”
Sul caso interviene anche la parlamentare ravennate Ouidad Bakkali: “Qualcosa di profondamente inquietante è andato in onda sulla Rai, servizio pubblico che ieri tramite la lettura del comunicato dell’ad Sergio è stato l’esempio più emblematico dell’asimmetria che abbiamo davanti agli occhi. Uno squilibrio che vuole silenziare quanti stanno provando a tenere alta l’attenzione su ciò che sta succedendo a Gaza da ormai 4 mesi. Abbiamo avuto un esempio di come non è tollerato condannare a viso aperto la violenza senza precedenti che Israele ha scatenato dopo il 7 ottobre con decine di migliaia di morti, centinaia di migliaia confinati in una prigione a cielo aperto dove proprio in queste ore stiamo vedendo la minaccia dell’attacco a Rafah, dove sono confinate più di un milione di persone, schiacciate tra il confine egiziano e i bombardamenti e dove si rischia una carneficina. Si è dato esempio ieri, con quel comunicato, di cosa significa seminare odio e come si vogliano stringere gli spazi di critica e pensiero”.
“Abbiamo davanti agli occhi però anche quanto sia potente l’arte e la voce degli artisti – continua Bakkali – Allora, in questo momento in cui la politica è così debole, si allei all’arte e alla sua capacità di rimanere aggrappata con tutta la forza all’umanità, al rispetto della vita, alla Pace come condizione per un esistenza dignitosa per tutti. Ghali, tra le tante cose straordinarie che ha fatto in questo Festival, ha avuto la forza di abbracciare il dolore di un popolo e illuminarlo e in quell’abbraccio c’era la sofferenza di tutte le vittime innocenti di questa guerra. In quel foglietto invece c’era la pratica della censura, dell’affermazione del potere di chi opprime e non da valore alle vite che si sono perse, della fine della Rai come spazio libero”.
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