Anche a Santa Lucia del Mela, come ai Cappuccini di Palermo ed in altre località della nostra Sicilia, possiamo trovare numerosi corpi mummificati che da sempre sono stati oggetto di studio. E difatti, verranno soprattutto dagli Stati Uniti docenti e studenti per studiare le mummie con i parametri e le tecniche di una scienza che ne comprende tante altre. Per due settimane docenti e allievi si ritroveranno nel convento dei cappuccini di Santa Lucia del Mela che dal 23 luglio al 6 agosto ospiterà la prima scuola internazionale estiva di studi sulle mummie. Il corso di alta formazione Msfs (“Mummy studies field school”) è coordinato da Dario Piombino-Mascali, paleoantropologo di Messina e dell’università lituana di Vilnius, e nasce da una collaborazione con lo scienziato forense Karl Reinhard dell’università del Nebraska che è uno dei sei docenti della scuola. Gli altri sono un genetista esperto del Dna antico, un’entomologa, una parassitologa e un’esperta di ricostruzione facciale. L’approccio multidisciplinare consentirà di studiare le mummie per ricostruire culture, credenze, stili di vita del passato ma anche condizioni sanitarie e cause di morte dei gruppi umani più diversi. Il progetto è stato sostenuto dall’università del Nebraska ma anche dalla Curia di Messina che ha messo a disposizione, come sede della scuola, il convento di Santa Lucia del Mela, un luogo di rara bellezza che domina capo Milazzo e che ospita una trentina di mummie tra cui il corpo incorrotto del beato Antonio Franco. Per scienziati e allievi la cripta del convento offre l’opportunità di uno studio “sul campo”. Ma è previsto uno stage presso le catacombe dei cappuccini di Palermo che dispone della più grande varietà di tipologie di mummie (quasi tremila) e di tecniche di trattamento e di conservazione dei corpi.
La Cripta del convento dei Cappuccini, che ospita le Mummie, rappresenta per la provincia di Messina, un prezioso forziere di beni storici e biologici in quanto i corpi conservati al suo interno sono una testimonianza importante di antiche pratiche funerarie, un tempo molto diffuse soprattutto nel Mezzogiorno.
I resti umani sono conservati e ben visibili in teche, nicchie e casse e appartengono sia a laici che ad ecclesiastici di ogni età, sia uomini che donne. Molte mummie indossano ancora abiti e artefatti dell’epoca.
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