Il gruppo di minoranza consiliare al Comune di Santa Marina Salina interroga l’amministrazione sul servizio di bike sharing pubblico
Il Gruppo di Minoranza Consiliare al Comune di Santa Marina Salina ha trasmesso via pec un’interrogazione all’Amministrazione relativa al servizio pubblico di bike sharing ancora non attivato sul territorio comunale.
Nel 2011, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali finanziò al Comune la progettazione e la realizzazione di due pensiline fotovoltaiche e l’acquisto di una decina di biciclette a pedalata assistita, per un ammontare complessivo di 90 mila euro; prima dell’inizio della stagione estiva 2014 le pensiline e le bici vennero quindi installate per essere messe in esercizio.
Proprio la collocazione delle due strutture ( n.d.r. una nella parte alta di via Risorgimento a Santa Marina Salina ed una in via Candida nella frazione di Lingua ), già tre anni fa, fece discutere: in quel periodo furono soprattutto i social network ad ospitare le opinioni ed i dibattiti di chi vedeva tali installazioni con favore o meno.
A qualche anno di distanza il servizio non risulta di fatto mai attivato, nonostante le infrastrutture siano già state più volte sottoposte ad interventi di manutenzione; le biciclette, intanto, prendono polvere e invecchiano, “ricoverate” al sicuro nei magazzini comunali in attesa di conoscere il proprio destino.
“Quello di bike sharing – spiegano i Consiglieri di minoranza Domenico Giuffrè, Mariagiulia Romagnolo e Giuseppe Capasso – è un servizio che ha, in linea di principio, più di un aspetto positivo. Aiuterebbe certamente ad usufruire del territorio comunale in modo sostenibile e costituirebbe, come dimostra il successo ottenuto da iniziative analoghe in altre località con molto meno appeal di Santa Marina e di Lingua, un attrattore ed un biglietto da visita invidiabile per un territorio che fa del turismo e della conservazione dell’ambiente due dei principali motori socio-economici. Il problema – continuano i Consiglieri – è che ad oggi tale servizio appare più uno spot utilizzato al bisogno dall’Amministrazione di turno che un fatto concreto e funzionale allo sviluppo e ad una più corretta forma di fruizione del territorio. In pratica non è mai stato attivato nonostante ad esempio, già nel 2014, fosse annoverato tra quei servizi che hanno consentito al Comune di fregiarsi delle 5 vele attribuite da Legambiente e dal Touring Club Italiano alle località balneari italiane distintesi per tutela ambientale e per i servizi offerti ai cittadini e ai visitatori. Oggi – concludono Giuffrè, Romagnolo e Capasso – serve chiarezza circa il futuro che l’Amministrazione immagina per il bike sharing: di denaro ne è già stato utilizzato abbastanza sia per installare le pensiline e le biciclette che per operare manutenzioni varie. L’Amministrazione dovrà quantificare questa spesa, far chiarezza sugli intoppi incontrati lungo il percorso e spiegare come sia possibile che l’Ente si ritrovi a pagare interventi di manutenzione per un’infrastruttura ( n.d.r. Pensiline, biciclette, software gestionale ecc… ) mai utilizzata e diventata già obsoleta senza che in pratica si sia riusciti a dare neppure il primo colpo di pedale”.
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